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I sentieri di Cimbricus / Onore alla sacralita' del Miglio

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Lunedì 13 Maggio 2024

 

walker 

Pensieri e ricordi sulla più nobile ed universale delle corse. Le parole più giuste sono di Paola Pigni: “Il Miglio è un mistero dell’atletica, come la Maratona. Dell’atletica è il passato, il presente, il futuro. Il Miglio è per sempre”.
 

Giorgio Cimbrico

Un compendio di cosa sia il Miglio, di cosa abbia significato nella storia dell’atletica, è stato offerto da World Athletics, già IAAF, che in occasione del ricordo de 70 anni della prima discesa sotto i 4’ ad opera di Roger Bannister, ha raccolto il pensiero di campioni, viventi e no, che con il miglio hanno avuto a che fare, lasciando profonde tracce.

Il più bello è di Paola Pigni: “Il Miglio è un mistero dell’atletica, come la maratona. Dell’atletica è il passato, il presente, il futuro. Il Miglio è per sempre”.

Per Ron Delany era “un lungo momento che finisce per creare cameratismo”; per Miche Jazy “chi corre il Miglio entra a far parte di una confraternita”; per John Walker “è la più grande delle distanze della corsa e per noi neozelandesi, che abbiamo avuto Lovelock e Snell, qualcosa che sentiamo profondamente”. Per Steve Cram “è la bellezza e la semplicità di quei quattro giri”; per Eamonn Coghlan “quei giri diventavano undici sulle pistine indoor americane”. Un sorriso irlandese serve a far diminuire la gradazione della sacralità.

“Quando tornai in Tanzania dopo aver battuto il record del mondo, mi sentii un eroe”, è il contributo di Filbert Bayi. “Dopo l’impresa di Bannister, venne quella di Walker, quando scese sotto i 3’50”: per me diventò una specie di Ercole”, racconta Sebastian Coe che non nasconde di aver trovato ispirazione dall’impresa dell’All Black.

“Ho capito che per esser ricordato era necessario affrontare il Miglio: il record del mondo è stato uno dei momenti più alti della mia vita”, pensa Nourredine Morceli, perché il Miglio ha finito per affascinare e coinvolgere non solo quelli che Winston Churchilll chiamava i popoli di lingua inglese.

Per Hicham el Guerrouj, che a Iffley Road, ha concluso attorno ai 6 minuti (non correva dal 2008) ed è padrone del record da 25 anni, “il Miglio è stato un insegnamento: ho studiato i grandi, a partire dagli interpreti degli anni Trenta, e ho imparato. Così come ho imparato che quegli ultimi cento metri sono una scalata all’Everest”.

L’universalità del Miglio ha il volto del vincitore della gara commemorativa in 3’56”: Ossama Meslek, marocchino, vicentino, residente nelle Midlands.  

 

 

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