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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Campionato tra miele, cannella e arsenico

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Lunedì 6 Novembre 2023

 

basketball 1 

Sesta giornata dove si è scoperto che le fatiche di coppa svuotano serbatoi magari riempiti male a tavola o nel riscaldamento, senza domandarsi come si recupera dopo partite difficili, trasferte lunghe, viaggi disagevoli.

Oscar Eleni

Fra i fantasmi del castello scozzese di Dunnotar, vicino ad Aberdeen, per capire ancora meglio Giorgio Gaber, non prendendo sul serio i titolastri di troppi giornali in giornate dove la pietà sembra morta, dove manca la misericordia e i bulli urlano mentre i poveri non sanno a chi chiedere aiuto.

Nei giorni funesti dove un pazzo ammette che l’atomica potrebbe “essere utile”, in giornate dove, come diceva mister Gi, non sai più a cosa serve l’ONU, la diplomazia, la sinistra o la destra, noi saliamo in sella dietro Dettori che vince ancora, solidali con i ferraristi per quello che è successo a Leclerc, tristi per non aver capito la maratona di New York e la partita di calcio nella Firenze disperata fra i viola e la nemica Juventus.

Aspettando altri guai fra tempeste, allagamenti, rincari, aggressioni, omicidi, infanticidi, senza ascoltare le scuse di chi non rimborsa gente che ha perduto tutto per colpa della natura costretta a ribellarsi mentre si cementifica e non si trovano argini, nei giorni della confusione olimpica, polizia negli uffici di Parigi 2024, pista da bob che l’Italia non sa dove piazzare per i Giochi invernali del 2026 assegnati a Milano e Cortina, anche se poi si gareggerà poco nelle due comunità che festeggiarono l’assegnazione del CIO.


Con questo stato d’animo la duchessa smarrita nel castello ci chiede di guardare le stelle ed ascoltare anche quei poveracci che cercano di spiegare il basket di oggi, quello che annoia Dino Meneghin, uno dei nostri grandissimi cestisti, come ci ha detto nella bella intervista a Dallera sul Curierun.

Ci proviamo dopo la Domenica della solidarietà a Messina da parte dei colleghi di Venezia e Virtus ora non più imbattuti e un po’ avvelenati, dopo aver ascoltato Giorgia, voce meravigliosa, che, entrando al Forum per il suo concerto, ha sentito qualcosa nell’aria sfiorando lo spogliatoio Armani e pure lei ha ammesso di aver bisogno di più grinta per sfidare quella platea, la stessa di oltre 12.mila spettatori che ha esaltato le pallavoliste di Conegliano mentre dopo il primo set perduto infierivano sulla Milano della Egonu.

Sesta giornata del campionato di basket dove si è scoperto che le fatiche di coppa svuotano serbatoi magari riempiti male a tavola o nel riscaldamento, senza domandarsi come si recupera dopo partite difficili, trasferte lunghe, viaggi disagevoli.

Messina che era sul rogo in tante piazze, a Bologna sghignazzavano, si è trovato nella desolazione ricevendo dalla Brindisi costruita male l’aiuto che serviva e lui non ha saputo tacere, felice che la “sua squadra” dopo due quarti così così “abbia ritrovato armonia”. Ma dai. Purtroppo per Brindisi, i Marino e il giovane Esposito, che si danna aspettando il sostituto di Corbani a cui chiedevano l’impossibile, è laggiù nella classifica con 0 vittorie su 6 partite proprio come Treviso uscita fra i fischi dopo aver perso un’altra volata, questa volta contro Scafati al Palaverde.

Certo anche Reyer e Virtus Segafredo faranno fatica a spiegare la sconfitta contro due neopromosse orgogliose come Pistoia e Cremona. Spakija è stato generoso anche davanti al Simms inguardabile. Più duro Banchi che per la prima volta si è lamentato del carattere, della disciplina e della personalità di una squadra che fino a domenica era considerata la più bella novità della stagione per il gioco e la mentalità anche in difesa.

Il viaggio a Madrid contro il Real ancora imbattuto non lascia tranquilli, anche se la classifica in eurolega delle vu-nere è davvero bella, mentre quella di Milano fa davvero maledire il giorno in cui è stata costruita una squadra del genere, cieca in regia, flaccida al centro, egoista dove c’è un po’ di talento, presuntuosa dove si pensa che ci siano troppe qualità come nell’isola di Mirotic e Shields.

Cari fantasmi è arrivata l’ora delle pagelle con miele, cannella ed arsenico chiedendo al general Bobby e Knight che ci ha lasciato a 83 anni, splendidamente ricordato da Peterson, ammaliato come tutti dal genio controverso cresciuto fra i militari, di benedire questo basket italiano che gli ha voluto bene e lui, così feroce in panchina, così dolce con gli ospiti quando i suoi grandi amici Rubini e Gamba portarono la Nazionale nella tonificante tournée che comprendeva anche lo scontro con Indiana, fu davvero un cortese anfitrione persino con noi, giornalisti italiani, che temevamo di fare la fine di molti colleghi statunitensi presi a pedate dal generale degli hoosiers e della nazionale d’oro a Los Angeles dove speravamo che Meneghin non cadesse nella trappola dei plavi.

• 10 A Demis CAVINA nel giorno glorioso di Cremona e Nicola BRIENZA nella festosa domenica di Pistoia per averci ricordato che anche con bilanci modesti si possono sgambettare squadre dove la ricchezza fa dimenticare che il privilegio si deve meritare.

• 9 A MASSINBURG che ha guidato, in attacco, ma anche in difesa, una BRESCIA spietata che ha rispedito TORTONA nell’inferno della supercoppa.

• 8 Agli invisibili italiani, come li chiama Barocci, il ROSSATO di Scafati e il DENEGRI di Pistoia, decisivi nelle vittorie di una domenica bestiale.

• 7 A JAWORSKI che con 7 triple ha rimesso in moto Napoli mentre PESARO tornava a farsi criticare dopo l’impresa di Milano.

• 6 Per GOLDEN e VARNADO due americani del Sud che stanno facendo sognare Cremona e Pistoia.

• 5 A DELL’ORCO presidente dell’Armani che alle domande insidiose su Messina presenta sempre ai critici il ricco palmares di uno degli allenatori più vincenti deludendo chi invece vorrebbe almeno le dimissioni del presidente dell’area tecnica, cioè Messina.

• 4 A TORTONA che deve rivedere tutto in una stagione dove sembrava aver superato la tempesta di settembre.

• 3 A GRAZULIS, 10 su 11 al tiro nella vittoria di Trento contro Reggio Emilia, se non riuscirà a tenere la squadra di Galbiati lontano dai falsi adulatori anche se questo primo posto in campionato è davvero una meraviglia e il presidente LONGHI merita già un premio, non soltanto per la squadra, ma per come gestiste la società.

• 2 A SARDARA, grande presidente di Sassari in crisi, per aver deluso i soliti cacciatori di teste che amano il sacrificio degli allenatori. Magari ci fossero in questo basket tanti Sardara e tanti Bucchi anche se adesso le cose vanno davvero male.

• 1 All’EUROLEGA che in questo venerdì ci piazza alla stessa ora Armani contro Valencia e Segafredo nella tana del Real. Genialità condivisa con altri dirigenti di questo basket che non si ferma mai, come la pallavolo, il calcio, insomma tutti gli sport svenduti alle televisioni.

• 0 A CARUSO, giovane talento anche nel giro della Nazionale, se non chiederà di poter migliorare lontano da Milano se in una partita come quella di Brindisi gli hanno dato soltanto 4 minuti alla fine, sul più trenta.

 

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