- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Samuele ci porta (per ora) al primo posto

PDFPrintE-mail

Sabato 24 Giugno 2023


ceccarelli-coppaeur


Nel deserto, su tutti il toscano, sconosciuto ai più solo un anno fa, che non sbaglia un colpo anche sulla distanza lunga e domina l'Europa. Di contorno un terzetto di altre vittorie che portano la squadra al comando della classifica. Come previsto.


Daniele Perboni

“European Team Championships”, nome piuttosto altisonante per una manifestazione che offre i suoi tanti pregi ma altrettanti (se non più) difetti. Ma più che di lacune forse è meglio parlare di scarso spessore tecnico in diverse specialità e qualche arzigogolo regolamentare. Specialmente con la nuova formula allargata a 16 squadre e non più otto come storia insegnava. Per chi partecipa, comunque, e per chi vince soprattutto, è sempre un titolo da mettere in bacheca ed esibire con orgoglio in un domani lontano da piste e pedane.

E per la Federazione un altrettanto alloro che resterà, si spera per sempre, come distintivo di un movimento che ha saputo, quando occorreva, mostrare artigli, grinta e organizzazione adeguata. Senza contare che per le giovani generazioni di atleti presenti qui in Silesia –, la vecchia Slesia dello scomparso impero Austro-Ungarico –, rappresenta pur sempre un ottimo banco di prova e di tenuta emozionale sul palcoscenico internazionale. 

Voci dall’Italia, di chi seguiva la Coppa davanti ai teleschermi, confermano una certa pochezza tecnica, con gare troppo dilituite a rallentare il tutto, costringendo i volenterosi (e un po’ eccitati) commentatori a veri e propri salti mortali per ravvivare un poco l’ambiente. Vero, falso? Non abbiamo controprove da esibire. Fatto sta che nel nuovo e bellissimo Silesian Stadium –, purtroppo bollente e vuoto come una pentola di fagioli dopo esser stata spazzolata dal duo Bambino-Trinità –, il pubblico abbia disertato totalmente l’avvenimento, mentre la tensione si avvertiva palpabile fra i pochi addetti ai lavori, man mano che lo spettacolo presentava i suoi possibili protagonisti.

Prima giornata di tre. Già dalla metà del pomeriggio si è assistito ad un testa a testa fra Italia, Gran Bretagna, Polonia e Francia, con continui sorpassi fra gli azzurri e i sudditi di sua Maestà Carlo terzo. Alle 20,15, quando mancava solo l’asta, i britannici sopravanzavano gli azzurri di un solo punto. Poi, con il quinto posto di Stecchi a 5.80 (12 punti) e il 13º di Hague (3,5) la situazione si è ribaltata a favore nostro. È finita con l’Italia a quota 141 punti, davanti a Gran Bretagna (131,5), Polonia (127), Olanda (125), Germania (121,5), Portogallo (117,5).

Nel computo dei risultati si possono contare quattro primi posti per complessivi otto podi. Sul più alto gradino sono saliti Sara Fantini nel martello allo stagionale (73.26); Tobia Bocchi nel triplo (16.84/+0,5, finalmente un punto fermo?); una più che autorevole Nadia Battocletti nei 5000 (15’25”09), sempre più sicura dei suoi mezzi, nonostante sia arrivata in Polonia all’una di notte di venerdì, causa un ritardo aereo e dopo aver sostenuto un esame all’università. Il 30 partirà per un raduno sui Pirenei catalani, a Font-Romeu, poi si ripresenterà, il 21 luglio nella tappa Golden di Londra, quindi gli Assoluti di Molfetta. Infine tappa per Budapest.

Ma in tutto questo assolutamente da non dimenticare un sontuoso Samuele Ceccarelli (10”13/+0,6) che non ha fatto rimpiangere l’assenza di Marcell Jacobs. Non si fosse disunito e indurito negli ultimi metri il crono sarebbe stato anche migliore. Bene, c’è spazio per migliorarsi ulteriormente. E proprio in questo ultimo frangente, ovvero la velocità, anzi la staffetta veloce, occorre registrare il consueto “dico non dico”, una sorta di pretattica paradossale quanto inutile. Sei sono i convocati – Ceccarelli, Tortu, Desalu, Melluzzo, Patta, Ricci –, quattro andranno in pista.

A chi toccherà? Nessun nome uscito dalla bocca di Antonio La Torre e tantomeno dal responsabile tecnico Filippo Di Mulo. L’ufficio stampa? Ligio, come di dovere, ai dettami tecnici. Cosa si temeva? Il rilascio di informazioni secretate e di vitale importanza per la sicurezza nazionale o forse dell’Europa? Rivendicazioni sindacali e salariali? L’esistenza stessa della Federazione? Comunque, l’area o dovrà esser svelato…

Nel frattempo in campo i ragazzi, con qualche eccezione – vedi Tecuceanu, 11º complessivamente (consigliamo a Ghidini, suo tecnico, di piazzare il ragazzo davanti ad uno schermo e, in stile “Arancia Meccanica”, fargli visionare a oltranza filmati su come si corre un 800 con tutti i crismi –, tutti si sono comportati secondo le aspettative, senza particolari défaillance. Insomma per ora una buona compattezza di squadra. Importava vincere, piazzarsi al meglio, portare a casa punti preziosi per la classifica a squadre. Così è stato. E a culo tutto il resto canta Guccini ne “L’avvelenata”.

Oggi si riprende. Diciannove azzurri in gara. Inizio con il martello, uno dei “buchi” della squadra, e si chiude con le 4x100. L’obiettivo maschile è, oltre alla vittoria, anche quello di abbassare il 38”38 di Firenze, ai fini delle graduatorie che qualificano per i Mondiali di Budapest. È l’ultima possibilità.

Foto FIDAL Grana/FIDAL

 

Cerca