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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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I sentieri di Cimbricus / Notre Dame de Charlety

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Sabato 10 Giugno 2023


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Per il rientro di Marcell Jacobs s’era commossa anche la RAI. E’ finita con un venerdì nero che più nero era difficile immaginare. E adesso, pover’uomo (rubiamo al vecchio Fallada)? Le attese sono tante, speriamo vada tutto a posto.


Giorgio Cimbrico

“Il mezzofondo è l’organo dell’atletica – scriveva Marcel Hansenne – dalle sue canne possono uscire magnifiche armonie”. L’organo di Notre Dame de Charlety le ha create e offerte: tre record del mondo, duetti, assoli, temi e variazioni, concitazioni da battaglia sull’ultimo rettilineo, negli ultimi metri.
Come in tutte le buone storie è necessario partire dalla fine, dall’impresa di Lamecha Girma, solo prima di metà gara: la seconda lepre non era di nessuna utilità – più che sollecitare, frenava – per chi aveva un obiettivo, rispondere al recital di Souffiane el Bakkali a Rabat.

E così il 22enne etiope si è inoltrato nella seconda parte con un vantaggio abissale, in compagnia delle lucine verdi che indicano il confine tra la grande prestazione e il record destinato a lasciar tracce. Un penultimo giro difficile, l’ultimo trionfale: 7’52”11 (un eccellente tempo sui 3000 piani, e non su tre chilometri inframmezzati da 35 ostacoli), contro 7’53”63 che Steve Cherono, passato al Qatar sotto il nome di Saif Saaeed Shaheen aveva ottenuto nel 2004 a Bruxelles. Per la prima volta l’Etiopia irrompe in quello che era il giardino dei saltafossi kenyani. “Non è tata una sorpresa: questo record lo avevo pianificato e ora ne sono molto orgoglioso”.


Faith Kipyegon è la piccola regina: a una settimana dal record del mondo dei 1500, sotto la barriera dei 3’50”, bis concesso nei 5000, 14’05”20, strappato per un secondo e mezzo a chi con lei ha dato vita a un duello formidabile, l’etiope Letesenbet Gidey che chiude nei pressi del suo acuto, 14’07”94. L’altra etiope Taye con 14'13” entra nell’olimpo della distanza e altre tre finiscono sotto i 14”24. Gara magnificamente preparata, tirata da una primatista del mondo, Beatrice Chepkoech, leader delle siepi, che porta la coppia ai 3000 in 8’32”. Gidey prova ad allungare, Kipyegon non le concede più di un metro, attacca a fondo e ai 200 finali ha partita vinta, con ultimo giro in 60”1.

La minuscola kenyana, 1,57 per 42, mamma di Alyn, aveva un vecchio record, centrato proprio a Parigi, di 14’31”. “Al record mondiale non pensavo, correvo rilassata dando un’occhiata alle luci verdi. Quale è il prossimo obiettivo? Non lo so, tutto ora appare possibile”. Faith, in realtà, sta preparando un attacco al suo fresco record del mondo sui 1500 sulla pista di Montecarlo, dove l’anno scorso lo fallì per trenta centesimi. La doppia olimpionica dei 1500 può puntare sia ai Mondiali che all’Olimpiade a un’accoppiata 1500/5000, concessa solo a Paavo Nurmi e a Hicham el Guerrouj e, in sede mondiale, a Bernard Lagat.

A meno di 23 anni Jakob Ingebrigtsen è un maestro nell’arte del ritmo: il norvegese distrugge il record del mondo delle due miglia, in mano da più di un quarto di secolo al formidabile Daniel Komen: a questo punto, dopo che Girma gli ha sottratto i 3000 indoor, al kenyano dall’espressione imbronciata rimane solo l’irraggiungibile 7’20”67 reatino. Il progresso è fragoroso: da 7’58”61 a 7’54”10. Perfetta la lepre Munguti – passaggio sotto i 5’ ai 2000 – poi Jakob va avanti per una personale corsa a cronometro, passando i 3000 in 7’24”, record europeo di Mohammed Mourhit battuto di oltre due secondi e mezzo, e lasciando il secondo a 15”, con due miglia consecutive corse abbondantemente sotto i 4’. Finalmente un primato assoluto per chi ha già collezionato i record europei dei 1500, dei 2000, dei 5000 e ora anche dei 3000.

Keely Hodgkinson è più giovane del norvegese, 21 anni, e anche la biondina di Wigan è in grado di dare lezioni in tema di perfetta distribuzione: elegante, va via ai 500 per chiudere in 1’55”77, record britannico e mondiale stagionale. Seconda alle Olimpiadi, seconda ai Mondiali, ora può puntare in alto.

Persa la vena dei siepisti, i kenyani sfornano ottocentisti. L’ultimo è Emmanuel Wanyonyi, 19 anni il 1° agosto che in un tumultuoso finale infilza Marco Arop, canadese, di radice sudanese, dalle lunghe leve, con il personale e il mondiale stagionalele portato a1’43”27. Arop è a tre centesimi, i finisseur algerini Moula e Sedjati chiudono in 1ì43”38 e 1’43”40. Sette sotto 1’44”. E’ l’ultimo canone emesso dall’organo.

Sydney McLaughlin, ora signora Levrone, paga un avvio violento e sconsiderato (23” ai 200), esaurisce le energie e viene saltata dalla robusta dominicana Marileidy Paulino che chiude in 49”12. Malgrado la disastrosa distribuzione, McLaughlin corre in 49”71, record personale per tre decimi. L’accoppiata 400/400H resta nei programmi per Budapest e per Parigi.

Jacobs, resa senza condizioni. Dopo dieci mesi, tre sconfitte invernali e un paio di rinunce, il venerdì di Marcell Jacobs è nero. Settimo, penultimo, in 10”21, molto lontano da Noah Lyles, 9”97, e Ferdinand Omanyala. A queste velocità sono due metri abbondanti. L’indiscusso campione olimpico dei 100 cede di schianto all’indiscusso campione mondiale dei 200. La partenza è discreta, la progressione non c’è, l’accelerazione nemmeno. Passivo, piedi spenti, mentre Lyles dà vita a una fase lanciata con le alette da Mercurio. Marcell deve inquadrare una schiena dopo l’altra. Si rialza, sul volto un accenno di sorriso triste. “Cosa ne pensi di Jacobs?”, domandano a Lyles. “It’s not my business, non è affar mio”, risponde.

Le cattive notizie corrono veloci: il piccolo progresso della staffetta azzurra dura pochi minuti. Squalifica per cambio fuori settore tra Marco Ricci e Faustino Desalu. Dopo il 38”38 del mese scorso a Firenze, 38”33, a un decimo dalla Francia, 38”22. Tutto inutile. Dei quattro olimpionici tre in pista (Lorenzo Patta, Desalu, Filippo Tortu) e seconda frazione affidata a Ricci. L’inseguimento al pass per i Mondiali continua tra due settimane, a Chorzow, in Coppa Europa, nel tentativo di limare centesimi e in attesa di alcuni paesi (Cina, Giappone, Nigeria) non ancora scesi in campo. Toccherà a Jacobs, toccherà a Samuele Ceccarelli?

 

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