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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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I sentieri di Cimbricus / I giorni ruggenti della velocita'

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Giovedì 11 Maggio 2023

 

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Nel fermento del settore provano ad inserirsi anche gli italiani. Il primo dei quali, Filippo Tortu, si misurerà sabato nel “Keino Classic” di Nairobi. In una chiacchierata fa con noi il punto sulla sua scelta dei 200, ma che non intende dimenticare i 100.

Giorgio Cimbrico

Una piccola premessa storica che magari c’entra poco ma è dolcemente romantica e, come diceva il messaggio che annunciava il D-Day, riempie il nostro cuore di un monotono languore: ai campionati britannici dell’AAA, Amateur Athletic Association, di un secolo fa, svoltisi a Sheperd Bush, Eric Liddell vinse le 100 yards in 9”7, record nazionale (era suo, con 9”8) e le 220 yards in 21”8. Harold Abrahams avrebbe vinto la disanza più breve un anno dopo, in 9”9. La meta era Parigi, come oggi.

Cento anni dopo, i giorni ruggenti della velocità azzurra, e non solo, si aprono con l’annuncio del faccia a faccia, al Golden Gala fiorentino del 2 giugno, tra il campione olimpico Marcell Jacobs e il campione mondiale Fred Kerley, aspri duellanti via social (al via anche Trayvon Bromell e Samuele Ceccarelli) preceduti dalla voglia di blocchi avvertita da Filippo Tortu.

I primi su cui spingere sabato a Nairobi –, stadio Kasarani, Kip Keino Classic –, 1800 metri di quota, per l’esordio stagionale sui 200; i secondi a Savona, il 24 maggio, sui 100, su un rettilineo che a Pippo, risveglia ricordi di record giovanili e dell’annuncio della discesa madrilena sotto i 10”, la prima di un azzurro.

– Tortu, lei domenica a Firenze, ultima frazione di staffetta all’inseguimento di un posto ai Mondiali, ha dato lezione di calligrafia.

“Non so se sono andato forte ma ho avuto la sensazione di correre con un buon assetto. Ho lavorato bene, abbiamo lavorato bene. E ora sto per inoltrarmi in questa mia nuova dimensione di duecentista che non vuole dimenticare la distanza più breve”.

– Terza volta a Nairobi …

“La prima volta ho avuto disturbi intestinali ma ne è uscito fuori 20”11, il mio record personale sino al 20”10 di Eugene. Mai nessuno era uscito dalla finale mondiale con un tempo del genere: tre millesimi sono stati fatali ed è toccato a me. L’anno scorso, una falsa partenza segnalata quando eravamo già oltre metà del rettilineo. Gara al via subito, senza recupero, e un 10”24 che non fa testo”.

– Quest’anno, buoni avversari: il veterano Isaac Makwala, l’americano Kyree King, il canadese Aaron Brown, già 20”00 quest’anno e un suo vecchio amico.

“Non prenoto un tempo, non faccio previsioni: è il mio modo di avvicinare gli appuntamenti. Io e mio padre puntiamo al massimo nei momenti che contano. C’è un obiettivo ed è quello di centrare la finale mondiale dei 200 a Budapest”.

– E proprio i 200 stanno vivendo un grande fermento …

“Ho una certezza: con 20”10 si rimane fuori. Nomi vecchi e nomi nuovi: quello che mi ha impressionato di più è il botswano Letsile Tebogo, non ancora vent’anni, 19”87. Credo che neppure lui sappia quanto alte siano le sue potenzialità: ha l’abitudine di staccare la spinta quando manca ancora qualche metro al traguardo. Ha una struttura leggera. Mi piacciono i velocisti leggeri”.

– Dall’anno scorso, dopo aver volato in 19”31, Noah Lyles dice di voler puntare la record mondiale, 19”19 di Usain Bolt.

“L’altro giorno ad Atlanta ha corso i 150 in linea retta in 14”56, a un paio decimi da Bolt. A palmi credo valga già 9”80 sui 100 e 19”40 sui 200”.

– Dopo Nairobi, Savona. Contro Lorenzo Patta e Matteo Melluzzo. Tutti insieme, tre quarti della staffetta azzurra di domenica a Firenze.

“Mi è venuta la voglia di tornare su quel rettilineo, di assaggiare i 100, anche in funzione della staffetta che io continuo a pensare sia la gara più bella. La luce verde per i Mondiali non si è ancora accesa: riproveremo a Parigi il 9 giugno e in Coppa Europa, a Chorzow, il 24. Un paio di decimi in meno ed è fatta”.

 

 

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