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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Cinque Cerchi / Solo un gioco i Giochi a Milano?

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Mercoledì 20 Settembre 2017

sala maroni 2

di Fabio Monti

Nonostante il vertice di queste ore fra il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni (non era a Lima), per un aggiornamento sullo stato dell’arte, l’interesse della capitale economica d’Italia per un’eventuale candidatura ai Giochi Invernali del 2026 al momento è pari allo zero. La vicenda, vista da questa parte della barricata, sembra evidenziare la volontà delle istituzioni politico-sportive di farsi notare. Dopo il no di Roma a Roma 2024 e la doppia scelta di Parigi e Los Angeles, con una decisione che ha ricordato quella di Blatter del 2010 per i Mondiali di calcio del 2018 e 2022, proviamo a candidare Milano ai Giochi invernali del 2026, visto che quelli estivi del 2032 sono troppo lontani.

La condizione preliminare dovrebbe essere quella della chiarezza. Ad esempio, chi paga che cosa. Da evitare il solito ritornello dei Giochi a costo zero. Testimoni oculari riferiscono delle preoccupazioni del sindaco Sala per quanto costerà la sessione del CIO del 2019, figuriamoci che cosa potrebbe succedere di fronte al budget olimpico, che storicamente viene sforato e non di poco.

Secondo punto: se si decide di candidare Milano, è necessario muoversi rapidamente, perché le altre città sono già partite.

Terzo punto: che cosa può ospitare Milano e dove far svolgere le gare non cittadine. In questi giorni si è letto tutto e il contrario di tutto, a cominciare dall’accoppiata con Innsbruck per finire a quella con Torino, quasi una replica dei Giochi 2006. In questo momento Milano può ospitare, dal punto di vista degli impianti, le premiazioni e forse le gare di curling. Manca un palazzetto dello sport dal 1985, unico caso nel mondo di impianto crollato per neve e mai ricostruito, e il famoso Forum di Assago è molto poco olimpico. È stato annunciato nei giorni scorsi un imponente piano di ristrutturazione degli impianti milanesi ma, visti i precedenti, sarebbe meglio essere prudenti.

Quarto punto: le gare di sci in Valtellina. Bormio, che è una località magnifica, dista da Milano tre ore di auto (se è per questo è molto più agevole raggiungere la Valle d’Aosta) e sventrare la valle (l’hanno già fatto per Madesimo), che vive in un delicato equilibrio idrogeologico, per creare un collegamento superveloce con un treno stile Giappone non è impresa agevole, per i costi e per i ricorsi (degli ambientalisti) al Tar, al Consiglio di Stato e annessi. Il lavoro da fare è molto e soprattutto servirebbe capire se la volontà di candidare Milano è reale oppure se è tutto un gioco. Poco olimpico.

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