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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Opinioni / Sport di squadra: ma cos'e' questa crisi?

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Lunedì 18 Settembre 2017

settebello-17 2

di Luciano Barra

Recentemente ho guardato alcuni dei film di James Bond che Sky sta offrendo continuativamente su uno dei suoi canali del Cinema. Mi sono goduto particolarmente quelli interpretati da Sean Connery e Roger Moore, i veri 007, quelli con senso dell’humour britannico, dell’azione e delle belle donne. In uno di questi film si vede una riunione della SPECTRE dove il numero 1 chiede conto ai vari accoliti dei risultati economici delle azioni criminali da loro compiute. E ad un certo punto, dopo la relazione del n. 5, dice, su per giù, “non c’è sfuggito il risultato ma noi ci attendevamo molto di più”. E come reazione il capo della SPECTRE pigia un pulsante e il n. 5 scompare fulminato.

A quel punto devo essermi assopito. Ho sognato che il Presidente del CONI aveva intorno a se tutti i Presidenti e i Direttori Tecnici degli sport di squadra e chiedeva loro di relazionare sui risultati delle varie squadre nella stagione 2017. Ed anche lì diceva “non c’è sfuggito il risultato ma noi ci attendevamo molto di più”. Ma nessun Presidente, o Direttore Tecnico, rischiava di scomparire fulminato. Poi sono stato svegliato dal ruggito del leone della Metro Goldwin Mayer che annunciava il film successivo ed ho capito d’aver sognato.

Veniamo al punto. La sensazione che i risultati degli sport di squadra nel 2017 siano stati deludenti è ovviamente rimasta. Va pure detto che l’anno dopo i Giochi Olimpici va considerato per quel che vale. Ma comunque merita la giusta preoccupazione perché di fatto mancano due anni alle qualificazioni olimpiche. Questo non tanto per le medaglie che gli sport di squadra potranno portare ai Giochi Olimpici, anche se a Rio 2016 il nostro bottino è stato di tre medaglie e ad Atene 2004 addirittura di quattro con l’ultimo oro (Pallanuoto femminile).

Ma gli sport di squadra hanno ben altro significato nel movimento sportivo Italiano. Essi intanto significano una buona quota parte della spedizione Olimpica e rappresentano, più degli sport individuali, la bandiera di ogni nazione, in quanto non si parla di un atleta ma di una nazione. Ancora, alcune di queste discipline (in particolare Calcio, Pallavolo e Basket), hanno un forte richiamo promozionale per la nostra gioventù. E infine, dal un punto di vista tecnico, gli sport di squadra hanno sempre fornito un patrimonio di tecnici ben superiore a quello degli sport individuali.

Con il rischio di dimenticare qualcuno, merita ricordare alcuni di quei tecnici. Nomi come Vittorio Pozzo, Fulvio Bernardini, Enzo Bearzot, Nello Paratore, Giancarlo Primo e Fritz Dennerlein rimangono nella memoria di ognuno di noi in periodi eroici del nostro sport. Ma non si possono dimenticare quelli che più recentemente hanno illuminato con il loro carisma le varie discipline: da Dino Zoff a Giovanni Trapattoni, Marcello Lippi, Sandro Gamba, Valerio Bianchini, Ettore Messina, Bogdan Tanjevic, Julio Velasco, Andrea Anastasi, Ratko Rudic e Sandro Campagna. Ho avuto modo di lavorare con molti di loro e sono sempre rimasto impressionato dalla loro capacità, non solo tecnica, di saper soprattutto gestire “spogliatoi” e individui. Posso dire di aver imparato molto da loro.

Come noto, gli sport di squadra ai Giochi Olimpici sono ora sette (Basket, Calcio, Pallamano, Pallavolo, Hockey su Prato, Pallanuoto, con l'aggiunta del Rugby a sette) per 14 medaglie, essendo ormai in assoluta parità di genere. A Tokyo 2020 ritornerà in programma l’accoppiata Baseball/Softball con l'aggiunta dei due tornei di basket 3x3, quindi il totale delle medaglie in palio salirà a 20. Noi non abbiamo tradizione olimpica nella Pallamano e nell’Hockey su Prato, che ci ha visto presenti solo un paio di volte e a Roma 1960 solo perché Paese organizzatore. Ma in quattro di queste discipline, le più importanti - Basket, Calcio, Pallavolo e Pallanuoto - abbiamo vinto medaglie nelle ultime quattro edizioni dei Giochi, per non parlare di Mondiali e Campionati Europei.

È vero che nel 2017 si sono svolti solo Campionati Europei, e non in tutte le discipline, ma comunque i risultati non sono stati all’altezza della nostra tradizione, escluso un picco più emozionale che tecnico per il basket maschile. Alla conclusione del 2017 manca solo l’Europeo di Pallavolo femminile.

Comunque, fossi al posto del Presidente del CONI, e di quelli intorno a lui, una riunione come quelle che faceva il capo della SPECTRE nei film di James Bond, la farei al più presto. Tre anni, quelli che mancano a Tokyo 2020, non sono tantissimi anche considerando che queste discipline devono passare sotto le forche caudine delle qualificazioni e che quei tornei sono sempre più difficili dell’appuntamento vero e proprio.

Più difficile, e articolato, è fare un’analisi degli sport individuali che, a parte Scherma, Nuoto e Tiro a Volo, non mi pare che vivano di migliore salute. Per tacere (ancora) di quelli invernali le cui proiezioni, a stare ai risultati dell’ultimo inverno, sono drammatiche: Lo abbiamo già scritto (25 marzo 2017), ma ci torneremo appena le temperature si faranno più fredde.

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