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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Lo sprinter con la stella di Davide

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Sabato 6 Agosto 2022

 

afrifah 2 

L’atletica è una galassia di destini, un intrecci di vite, di drammi, di fughe alla ricerca di una pace spesso negata, di un’esistenza dignitosa, di un lavoro, di guadagni. Anche di esplosioni che non producono vittime ma piacevoli sensazioni.  

Giorgio Cimbrico 

Sono le storie di Athing Mu, a 20 anni già campionessa di tutto, anche d’eleganza, nata nel New Jersey da una famiglia che decide di lasciare lo scenario di guerra endemica che consuma il Sudan; di Sifan Hassan che, appena adolescente, parte dall’Etiopia dopo aver ottenuto dall’Olanda lo status di rifugiata; di Luis Grijalva, il guatemalteco che, grazie a un provvedimento voluto da Barack Obama, non è stato espulso dagli USA; di Lonah Salpeter che, da governante nell’ambasciata kenyana di Tel Aviv, diventa, sotto la bandiera di Israele, una delle più forti maratonete del mondo dopo il matrimonio con il suo tecnico.

Non c’è, in tutte queste vicende, nulla che le avvicini a quelle manovre di mercato che coinvolgono Kenya, Etiopia e Nigeria e i loro acquirenti: i paesi del Golfo Persico, la Turchia e, da qualche tempo, il ricco Kazakistan. 

Bandiera con la stella di Davide anche per Blessing Afrifah, la sorpresa, l’autore di un’escalation cronometrica da adornare non di cuoricini (questo mai) ma di punti esclamativi.  

Tutti, a cominciare dal diretto interessato, aspettavano Letsile Tebogo alla doppietta 100-200 e a un altro tempo sotto i 20” dopo la magnifica batteria volata in piena decontrazione in 19”99. Sotto la barriera il botswaniano è andato ancora, ha firmato un altro record personale e africano in 19”96 ma sei millesimi meglio di lui ha fatto Blessing, israeliano. Ora sono terzo e quarto di sempre: davanti solo il prodigio americano Erriyon Knighton, 17 anni e mezzo, e Usain Bolt detto il Lampo. Due tris o quadrinipoti di africani portati al di là dell’Atlantico, un africano nato e cresciuto a due passi dal Mediterraneo, un africano originario, prodotto dall’immenso e spopolato Botswana, già Bechuanaland, più del doppio dell’Italia e poco più di due milioni di abitanti. 

Finale bellissima: Tebogo non sbuca in rettilineo con il vantaggio che pensava di poter accumulare in curva, Afrifah lo affianca e gli ultimi ottanta metri sono uno spalla a spalla emozionante. “Pensavo di esser secondo: perdere da Tebogo mi andava benissimo”, confessa Blessing. A parità di tempo centesimale il photofinish gli dà ragione per il quasi nulla di sei millesimi. Afrifah ha regalato un crescendo – 20”37 in batteria, 20”17 in semifinale, 19”96 (record europeo strappato all’azero-turco Ramil Guliyev, il velocista che in 19”76 più è andato vicino a Pietro Mennea) – in una finale che ha rappresentato il vertice dei Mondiali di Cali.

Tebogo – 19”99, 20”23, 19”96 – dopo il record mondiale dei 100 portato a 9”91, ci è rimasto male ma è riuscito a consolarsi. “La migliore gara della mia vita. Non è da tutti correre su questi livelli sei volte in quattro giorni”. 

Afrifah, 19 anni a fine ottobre, è nato e cresciuto in Israele da genitori che alcune fonti riportano del Ghana, altre della Guinea. Le prime sembrano le più attendibili. Negli ultime due anni è stato al centro di una campagna per velocizzare la sua pratica per ottenere la cittadinanza, che viene concessa ai residenti permanenti al 18° compleanno. E’ intervenuta Esther Rot, l’ostacolista sopravvissuta all’eccidio di Monaco che quattro anni dopo conquistò la finale dei 100H, sesta, ai Giochi di Montreal: “E’ l’ora che Israele abbia un velocista da finale olimpica e mondiale”. 

“Sono nato e cresciuto in Israele ed è per il mio paese che voglio conquistare medaglie”, dice Afrifah. Il fatto che abbia vinto a Cali significa che qualche mese fa il Ministro degli Interni non ha posto ostacoli. Se Israele lo porterà agli Europei di Monaco di Baviera, al via tra una settimana, Afrifah può diventare un cliente difficile per tutti. Poca esperienza ma crescita tumultuosa. 

 

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