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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Cronaca di un trionfo annunciato

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Domenica 24 Luglio 2022


stano-oregon


(G.Cim) "In fondo alla strada del Mondiale, su una Avenue che porta il nome di Martin Luther King, Massimo Stano vince la neonata 35 km e raggiunge i tre campioni - Maurizio Damilano nell'80 e nel '91, Alberto Cova nell'83 e '84, Ivano Brugnetti nel '99 e nel 2004 - capaci di affiancare il titolo olimpico a quello mondiale, salvando la spedizione in Oregon. Un oro serve per risalire il medagliere dai bassifondi, finire al 14° posto in campo, dietro Polonia e Gran Bretagna. Il raccolto di Tokyo è lontano, ma gli Europei di Monaco di Baviera, a ferragosto, sono promettenti".

 

Daniele Perboni

Partono in cinquanta, in rappresentanza di 28 paesi. Già allo sparo il nippo Daisuke Matsunaga imposta ritmi insostenibili. Chiara l’intenzione – dichiara il D.T. La Torre – di mettere in difficoltà il pugliese. «Sarà una partita a scacchi», la conclusione del tecnico. L’andatura di Matsunaga è micidiale, ampiamente sotto i 4 minuti al chilometro, per una proiezione finale inferiore alle 2 ore e 25 minuti, sempre mantenendo una tale media. Già al 13º chilometro il battistrada consolida un margine di 64 secondi di vantaggio. 

Al 14º, sotto la spinta dello svedese Karlström, – già bronzo nella 20 –, si muove Stano e il vantaggio del giapponese e scende subito sotto il minuto. Vantaggio che, con il passare dei chilometri, continua a diminuire. Nel frattempo fioccano proposte di squalifica e pit stop imposte dalla giuria che, di fatto, mettono fuori gioco chi ne è investito. Il senso? Mah.

Poco oltre il ventesimo, il vantaggio ormai è inesistente (7 secondi). 25 km (1h43’06”). Restano in sette: Pintado (Ecu), Kawano (Jpn), Karlström (Swe), He (Chn), Arévalo (Col), Doctor (Mex), Stano che non risponde alle accelerazioni dei compagni di viaggio.

Dopo un’ora e cinquanta di gara il pugliese mette il naso davanti. Si viaggia fra i 4’02 e i 4’08 al chilometro.

Ancora 4 minuti e il messicano saluta e lascia il gruppo per squalifica. Il sole inizia a far sentire i suoi effetti. Picchia in testa e scalda non i cuori ma il fisico. La fatica appare sul viso dei marciatori. 1h56’. Attacca Pintado. Non è una prova di marcia, ma una “classica” di ciclismo: Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi, il Lombardia? Unica differenza la temperatura che inesorabilmente sale. Osservato speciale il campione olimpico. Schermaglie, contrattacchi. Prove di allungo, rifornimenti dalle ammiraglie (qui dalle apposite postazioni personalizzate). E “lui” lì, inamovibile e, all’apparenza, inattaccabile. 29º chilometro: Stano pigia sull’acceleratore. Vediamo chi resiste sembra dire il linguaggio del corpo. I gradi salgono a 85 fahrenheit, 30 centigradi.

A quattro dalla fine i superstiti sono quattro: Stano, Pintado, Kawano, Karlström con un ritmo di 4’05”/4’04”. Fra il 32° e il 33º, ennesimo attacco di Stano. Karlström sembra cedere. Falso allarme. Ancora in tre a giocarsi il titolo. Due ore e quindici. Cede Karlström, resiste, ma con affanno, Kawano. È uno stillicidio di energie. Volto di pietra per Stano, bocca spalancata a cercare ossigeno per Kawano. Due alla fine: centimetro dopo centimetro guadagna strada, con un chilometro marciato in 4 minuti.

Ultimo giro, chilometro finale. Kawano cede di schianto. Se ne va, se ne va. Uno, due, tre, quattro, cinque i metri di vantaggio. Esultiamo? Meglio attendere. La maglia rossa del giapponese è sempre lì, in agguato, e si riporta sotto. Pochi metri li separano. Kawano si aggrappa con i denti all’illusione di evitare una sconfitta. L’immagine ci riporta alla mente l’irriducibile militare rimasto nascosto trent’anni nella foresta non credendo alla resa dell’Impero del Sol Levante. Prima del traguardo Massimo ha ancora lucidità e forza per afferrare il tricolore. Vince in 2h23’14”, naturalmente record personale e dei Campionati, oltre che nazionale. Onore a Kawano, secondo con il nuovo record continentale (2h23’15), che letteralmente asfissiato crolla poco oltre il traguardo, prontamente soccorso e consolato dal pugliese. Terzo Karlström (2h22’44”).

Il primo a parlare, un tantino polemico è La Torre: «Oggi Massimo ha aperto una nuova era. Guardate il tempo finale e, soprattutto gli ultimi 5 chilometri (19’50”, 2h03’24” il passaggio ai 30). Il lavoro suo e del suo tecnico Parcesepe si basa su forti evidenze scientifiche. Non diamo numeri a caso. Massimo è diventato il capitano che ha detto a tutta la squadra: “Continuiamo il nostro lavoro per Monaco e, soprattutto, con gli occhi rivolti a Parigi ‘24”».

Stano: «Oggi ci tenevo fortemente a vincere su una distanza diversa da quella dello scorso anno. Ho dimostrato che la medaglia di Sapporo non è stata un caso. Volevo questa medaglia e ho dato tutto. Continuavo a rilanciare ad ogni attacco. Sapevo di essere il più forte. Sono arrogante? Oggi dovevo essere così e, ci tengo a sottolinearlo, non ho ricevuto nessuna proposta di squalifica».

Poi una dedica, oltre che a moglie, figlia, tecnico, anche ad Antonella Palmisano. «Se fosse stata presente, anche lei avrebbe replicato la vittoria. Insieme possiamo riscrivere la storia», della specialità naturalmente.

Festa grande in piazza a Palo e in tutti i paesi della Puglia. Festa grande a Casa Italia. Con l’oro dei 35 la posizione italiana nel medagliere fa un bel passo in avanti, portandosi al 14.simo posto (1 oro e 1 bronzo), al pari del Belgio. Davanti a tutti gli USA (10/8/10) precedono Etiopia (4/4/2) e Kenya (2/4/2).

Nella note si chiude con otto finali (e con la 4x400 delle ragazze).

 

Foto: cortesia FIDAL.

 


 

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