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I sentieri di Cimbricus / Le inutili parole che ci opprimono

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Mercoledì 6 Luglio 2022

 

parole


Il nostro è diventato un mondo di parole: la maggior parte sono vuote e inutili, ma devono esser dette per gonfiare nuvole o volute, come quelle degli storni, al tramonto, nel cielo di Roma. Ma chi se ne accorge? 

Giorgio Cimbrico 

Ne ho appena lette molte, troppe, sul divorzio della “Tamberi padre e figlio, società per salti, ascese e riscatti”. “Avrà sempre il nostro appoggio”, ha detto Stefano Mei per sintetizzare all’estremo. Per Gimbo nessuna accusa di lesa paternità. Ora salterà da solo. O magari troverà un allenatore con addentellati in NBA. In ogni caso sono affari suoi. Non è più un ragazzino. Quasi tutte le parole che ci circondano, avvolgono, assediano sono inutili anche quando – spesso soprattutto, … – a pronunciarle sono persone molto autorevoli.

Draghi dopo il disastro della Marmolada: “E’ necessario che fenomeni del genere non accadano più”. Giusto. Di sicuro non capitavano quando all’assalto finale dell’Himalaya andavano in due, come Irwin e Mallory (andò male) e trent’anni dopo, Hillary e Norgaj (e questa volta andò bene) quando quei monti erano la Shangri-La della purezza. Adesso sono diventati una discarica. 

Adesso, secondo il nuovo linguaggio, tutto è monitorato, è sottoposto a continui check, dalla gamba di stacco di Tamberi ai ghiacciai che stanno sparendo, si liquefano, vanno in mille pezzi. Tutto è sotto controllo e se qualcuno dubita, avrà a disposizione migliaia di parole che gli ridaranno fiducia, speranza, magari anche un po’ di euforia o quella pace che si respirava nelle fumerie d’oppio. 

Dopo le parole, le isole. Più interessanti. 

La sparizione di Cuba. Pedro Pablo Pichardo è da tempo portoghese, Jordan Diaz è appena diventato spagnolo, Andy Diaz ha un futuro italiano. Appena esploso, Reynier Mena, decimo duecentista della storia con il 19”63 di conio svizzero, è residente a Lisbona. In questo caso, le parole sono poche: non sarà più possibile ascoltare l’inno più allegro e pieno di speranze che sia stato composto. Attacchi di nostalgia tipici dell’età. Triplisti e velocisti hanno preso la strada di tutti quei giocatori di baseball che scelsero gli Usa che, dal tempo della crisi dei missili, non fumano più Avana, nel senso di Romeo y Julieta o altre preziosità così care a Winston Churchill. Anzi, virtuosi come sono, gli americani non fumano proprio niente. 

Il cingalese di Roma. Forse non tutti sanno che prima di Susanthika Jajasinghe, argento olimpico e mondiale nei 200, Sri Lanka, allora Ceylon, aveva conquistato a Londra ’48 l’argento nei 400H con Duncan White, gloria nazionale. Oggi è il turno di Yupun Abeykoon (per completezza, anche Mudiyanselage), romano d’adozione, allenato da Claudio Licciardello (che cura anche il gigante Chituru Ali), sceso prima a 10”06 e ora, sull’otto volante di La Chaux de Fonds, a 9”96. 

Dopo Cuba e Sri Lanka, ancora alla ricerca di piccole terre emerse. La quarta al mondo nei 100, quest’anno, dopo le tre giamaicane, è Julien Alfred, 10”81 (in maggio, a Lubbock, Texas), stesso tempo della più forte delle americane, Aleia Hobbs. Julien è di St Lucia, a sud di Martinica, a nord di St Vincent, disputata a lungo tra Settecento e inizi dell’Ottocento tra Francia e Inghilterra. Grenada, altra isola, è un po’ più a sud e ha solide chances di portare a casa una medaglia con Anderson Peters, il giavellottista dall’azione essenziale e pulita. Ha già fatto il colpo a Doha e può concedere il bis. Per l’altro eroe nazionale, Kirani James, le previsioni sono molto più severe. Molto più rosee le speranze per il pulviscolo delle Bahamas: gli elegantissimi Shaunae Miller e Steven Gardiner sono da podio. Per il gradino, necessario aspettare. 

L’isolona. “Sono quella del canguro, dell’emu e dell’opossum e se vuoi dell’eucalipto. Son l’Australia in due parole”, diceva una canzoncina del tempo della guerra anglo-boera. A Eugene gli aussie vanno in forze e Oliver Hoare sarà tra i protagonisti importanti dei 1500. Da tener d’occhio l’astista Nina Kennedy che ha una sorprendente somiglianza con una giovane Julie Christie. 

La lezione di geografia si chiude con l’Italia. La penisola dell’anno prima?

 

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