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Duribanchi / Prima di tutto la squadra

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Martedì 5 Luglio 2022

 

leclerc 


“Il confronto tra Leclerc e Verstappen non può essere inficiato dalla rivalità. Nessuno pretende che Sainz, srotoli un tappeto rosso per Leclerc. Ma è doveroso pretendere che in gara Sainz non 'competa' con Leclerc: altri sono gli avversari.”

Andrea Bosco

Premessa doverosa: non sono competente in materia di automobilismo. Lo seguo con ammirazione e stupore. Ho sempre avuto vetture veloci, spesso sportive. E benché per qualche tempo abbia coltivato il sogno di poter disputare un rally, devo confessare che la voglia mi è passata dopo aver provato (per un servizio televisivo) su una pista di collaudo una Brera Alfa Romeo. A 220 km la strada si “restringe” paurosamente. E devi avere il fegato (o l'incoscienza) per non sollevare il piede dall'acceleratore.

Correre in auto mi è sempre piaciuto. Ma non fino al punto di arrischiare la pelle. Non oso pensare come debba essere infilarsi in una astronave da Formula Uno e superare stabilmente i 300 km l'ora. Non oso pensare cosa debba essere rovesciarsi in pista (come accaduto a Silverstone) dopo un contatto. So zero di meccanica. Le auto le guido e quando non vanno le porto in concessionaria. Quindi nessuna velleità di dare giudizi tecnici. Ma se io fossi Charles Leclerc gli zebedei mi girerebbero a mille per quanto subito a Montecarlo e in Inghilterra dal mio staff.

Non basta pensarla come Charlotte la fidanzata di Leclerc che ha scritto “non ho parole”. Le parole ci sono tutte e vanno nella direzione di Mattia Binotto. E' stato lui (o quelli che con lui collaborano) a sbagliare ancora una volta la strategia. Binotto ha spiegato che “Leclerc deve darsi una calmata”. Ma a conti fatti una “svegliata” dovrebbe darsela Binotto, incapace a quanto pare di gestire i suoi due fuoriclasse. Incapace di “imporsi” con Carlos Sainz, sangue iberico e ribelle. Qui non si discute del valore dei due piloti: sono straordinari. Guidano da paura. E hanno una vettura, finalmente, competitiva dopo anni di feroci delusioni. Ma l'instabilità del “muretto”, le scelte sbagliate, a volte scellerate arrischiano di compromettere una stagione nella quale la Ferrari, da tempo, dovrebbe essere in testa alla classifica piloti e costruttori. Non remare dietro alla Red Bull.

Il confronto tra Leclerc e Verstappen (il vecchio, formidabile Hamilton sembra non avere una Mercedes all'altezza) non può essere inficiato dalla rivalità tra i due galli della casa di Maranello. Nessuno pretende che Sainz, srotoli un tappeto rosso a favore di Leclerc. Ma è doveroso pretendere che in gara Sainz non “competa” con Leclerc: altri sono gli avversari. Si chiama “gioco di squadra”. E la responsabilità della situazione diventata (anche a livello di immagine, imbarazzante) è tutta di Binotto. E' compito di Binotto fissare, una buona volta gerarchie che poi in gara vengano rispettate. E' compito di Binotto far sì che a Leclerc (se è il monegasco la prima guida) venga assicurata la migliore assistenza. E' compito di Binotto, accertarsi che al muretto non vadano in confusione.

Tutti in Inghilterra hanno cambiato le gomme dopo l'ultima safety; non la Ferrari, non la vettura di Leclerc. Un errore clamoroso (la scusa che non ci fosse il tempo per assistere due vetture è una palla colossale) che ha compromesso la gara di Leclerc, già ostacolato senza motivo per troppi giri da Sainz. Ora: Sainz ha il diritto di far vedere quanto è bravo. La sua prima vittoria nel circuito se l'è meritata. Ma non a spese di Leclerc, se il “prescelto”, per dirla con il collega di Sky, è stato ad inizio stagione “investito” del ruolo di prima guida. E' facile che Binotto, “scottato” da troppi insuccessi per colpa delle strategie (alla Ferrari non sembrano da questo punto di vista dei fenomeni), non abbia voluto arrischiare di compromettere la vittoria di Sainz che ormai era sul piatto.

I media ben informati dicono da tempo che John Elkan non ami Binotto e che abbia in animo di sostituirlo. Non se se sia vero. Ma anche lo fosse, il dovere di Binotto è quello di proteggere la sua prima guida: a tutti i costi. Lo spieghi a Sainz, il serafico Binotto. Prima di tutto la squadra. A meno che Binotto non se la sia presa per quel “sei un incompetente” recapitato da Leclerc via radio e che ha fatto il giro del mondo. Se così fosse, forse il problema della Ferrari non è la “strategia”. Forse più che un bravo stratega (tipo la signora che regge i destini dell'olandese volante) alla Ferrari servirebbe uno psicologo.

 

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