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Piste&Pedane / All'Arcella ha tremato il muro dei 22

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Lunedì 31 Agosto 2020

 

fabbri-padova 

 

Malgrado le contingenze (Covid) e le condizioni atmosferiche, la 11oª edizione degli Assoluti è andata oltre le attese. Tra poche conferme e qualche (piacevole) sorpresa, la copertina se l’è presa di forza Leo Fabbri. E a margine del campo, ...

Daniele Perboni

Temporaneamente riemersi dal lungo ma forzoso letargo, finalmente ci rituffiamo nel gorgo agonistico: “tricolori” di Padova. Quale occasione migliore? Toccata e fuga di una sola giornata per degli Assoluti che promettono spettacolo. Sulla carta sembrano i migliori degli ultimi anni. E così è stato, almeno a nostro avviso, pur fra alcuni intoppi, assenze dell’ultimo minuto e condizioni meteo ballerine.

Nel TOP TEN tutti dati sulla Stagione 2020

Vetrina da dedicare al fiorentino Leonardo Fabbri, autore di una prestazione a dir poco eccezionale (21.99) che lo colloca al secondo posto nelle liste stagionali mondiali e fra i migliori lanciatori in assoluto. Crescita graduale, la sua, sotto l’attenta guida di Paolo Dal Soglio fra allenamenti equamente distribuiti fra la caserma dei Carabinieri di Bologna e il centro di Schio.

Progresso che in questi mesi ha avuto un’accelerazione costante, tanto da permettere a “Fabbrino” di confrontarsi alla pari con i grandi della specialità. In una gara senza grandi sollecitazioni agonistiche (il secondo, l’italo sudafricano Zane Weir, compagno di allenamenti, non è andato oltre 20.31, misura inferiore a tutti i lanci buoni di Fabbri), Leo è riuscito comunque a trovare la spinta necessaria per un lancio che un azzurro non otteneva dalla famosa notte viareggina del 12 agosto 1987, quando Alessandro Andrei si spinse sino a 22.91. Allora record del mondo. Per il neo campione italiano un miglioramento di un metro esatto rispetto alla stagione passata. Lecito, a questo punto, sognare?

Dai giganti agli uomini jet. Sfida Tortu-Jacobs sfumata per un “fastidio” muscolare avvertito dal primatista italiano nella semifinale del pomeriggio di sabato, che prudentemente ha abbandonato la tenzone. «Mi raccomando, non scrivete che si tratta di un infortunio – ha precisato il fratello Giacomo, precipitatosi in tribuna stampa per spiegare la scelta tecnica –, semplicemente Filippo ha avvertito un leggero fastidio così ha preferito essere prudente in vista della partecipazione al Golden Gala (17 settembre, NdR)».

Senza più stimoli adeguati Marcel ha avuto buon gioco a far sua, per la terza volta, la maglia tricolore. L’abbandono di Tortu ha dato la stura ad una ridda di voci sul perché di tale scelta. “Paura di perdere”. “Si è accordo che oggi battere Jacobs era dura”. “Non corre più a Rovereto (8 settembre)”. “Ha scelto Bellinzona (15 settembre)”. Il tutto sembra esser stato chiarito dal papà allenatore Salvino con una intervista alla Gazzetta dello Sport di stamattina, dove ha dichiarato che correre a Bellinzona o no si tratta semplicemente “di scelte tecniche”.

Sull’azzurra pista rattoppata di Padova, in evidenza vecchi e nuovi protagonisti portatori di luce nel mondo atletico nostrano. In ordine sparso: il ritrovato Gimbo Taberi (2.28), l’astro nascente dei 400 Edoardo Scotti (45”77) che non ha fatto rimpiangere l’assenza di Davide Re, la nouvelle vague della velocità femminile con Zaynab Dosso nei 100 (11”35 davanti a Siragusa 11”36 e Bongiorni 11”40) e Dalia Kaddari nei 200 (23”30), senza tralasciare le specialiste del giro Alice Mangioni (52”70) e Rebecca Borga (52”92).

E come dimenticare Larissa Iapichino che ha portato a casa il titolo del lungo (6.32) riuscendo a domare una giornata dal vento ballerino? Sempre nei salti un lieto ritorno per Daniele Greco, sfortunato triplista già quarto ai Giochi di Londra 2012. Dopo due operazioni ai tendini merita un’altra opportunità. A Padova si è dovuto accontentare della quarta piazza (16.07) nella prova vinta dal giovane Andrea Dallavalle con 16.79.

PASSERELLE – A margine delle gare in pista, sugli spalti e nel parterre antistante è andata in scena una manifestazione collaterale. Come sempre accade alla vigilia delle elezioni federali, si è assistito ad una ridda di passerelle, contatti, riunioni, convention, tavole rotonde, abboccamenti fra candidati alla presidenza, futuri e attuali consiglieri, sostenitori delle tre fazioni in lizza.

Vincenzo Parrinello, attuale vicepreside in carica, Stefano Mei, già candidato quattro anni fa, e Roberto Fabbricini, alto funzionario del CONI ora in pensione, hanno sfoderato il meglio del loro appeal. Il nodo della questione è “il quando”. Quando cioè l’attuale Consiglio Federale deciderà la data del congresso. Il temine ultimo, fissato dal Ministro della Gioventù e dello Sport Vincenzo Spadafora, è il prossimo marzo ma da più parti si preme affinché l’appuntamento elettorale venga fissato entro l’anno in corso.

Tutti promettono, come logico che sia, cambiamenti senza stravolgere comunque l’apparato tecnico, almeno sino a dopo le Olimpiadi del prossimo anno. Poi si vedrà. Giomi, candidato alle prossime elezioni regionali in Toscana, fuori gioco ha comunque tentato un approccio fra i tre aspiranti al massimo scranno federale, per cercare qualche punto in comune. Cosa ha partorito il summit per ora non si sa. Le bocche restano cucite. Almeno per ora.

 

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