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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Negare sempre, negare tutto

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Martedì 28 Luglio 2020

 
citta

A guardare neppure tanto da lontano, tutto diventa un rimbalzo di bugie. Quelle curiose e quelle cattive, quelle per bene e quelle per male. La nostra società se ne alimenta e se ne ingrassa. E’ il nostro tempo.

Andrea Bosco

E' morta Olivia de Haviland: aveva 104 anni. Pare che negli ultimi tempi non “capisse”. Meglio così. Le sarà stata almeno risparmiata la notizia che “Via col vento” è un film razzista da “buttare”. Eliminato dalla library della major. Chiamatelo, se volete, politicamente corretto. In Wisconsin, invece, è successo questo: “Pronto, come stai? Tieniti forte: abbiamo vinto 22 milioni di dollari”. Due amici: fin dall'infanzia. Trent'anni fa la decisione di giocare ogni settimana alla lotteria. E la promessa che se uno dei due avesse vinto, l'altro avrebbe diviso. Nessuna carta scritta: solo una stretta di mano. Uno dei due ha piazzato la combinazione vincente e ha mantenuto la promessa. A conferma della bontà del proverbio: “Chi trova un amico, trova un tesoro”. Ma non sempre va così. Specie del Paese delle Meraviglie.

Scriveva Mark Twain che “la differenza tra il gatto e la bugia è che il gatto ha soltanto nove vite”.

Dall'autostrada dell'infamia: maledicendo un ministro senza vergogna contro la quale medito di far celebrare la più letale delle macumbe. Persino il caleidoscopico Toni Nelli con i suoi “15 giorni” nei quali avrebbe risolto “per sempre” il problema delle grandi navi a Venezia, era meglio della “sciuretta”. Secondo la quale le code in Liguria sono una “invenzione”: immagino dei liguri, dei lombardi e dei piemontesi. Verso una destinazione che potrebbe diventare dorata prigione. Un resort per tre (per non parlar del cane) affittato per timore del Covid. Spendendo più del giusto. Per timore degli affollamenti in spiaggia. Per timore dell'irresponsabilità. Una vacanza che potrebbe “soffocare”.

Perché se ti isoli, difficilmente riesci a respirare. Spiegatelo a quanti temono i “migranti”. A quanti temono di venire invasi. Spiegatelo: ma senza tralasciare la verità. Non c'è modo di fermare chi scappa dalla miseria. Chi vi racconta che queste persone scappano dalle guerre, dicono solo una parte della verità. Scappano “anche” dalle guerre. Secondo un copione collaudato. Un gommone con il doppio delle persone che potrebbe contenere. Un gommone con donne gravide e minori non accompagnati. Un gommone con una umanità senza documenti. Un gommone bucato che affonda, un miglio dopo aver lasciato la costa. Un gommone per salire sul quale si pagano i trafficanti. Un gommone individuato già sulla costa e segnalato quando ormai è alla deriva. Un gommone a bordo del quale si muore. Fino ai soccorsi, fino al porto sicuro, fino al “centro” italiano di smistamento. Dove la buona volontà vacilla e la misericordia si sta esaurendo.

Non è razzismo. E' paura (adesso) del Covid. Dall'Africa in molti arrivano “positivi”. Non è razzismo: è rabbia. E' la scoperta che un altro ministro ha mentito. Non ci sono stati accordi a Malta: solo (disattese) intenzioni. Delle quali, come noto, è lastricata la strada per l'inferno. L'Europa i migranti che arrivano in Italia, non li vuole. Nessuna condivisione, nessuna suddivisione. Arrivano in Italia e restano in Italia. Poche ore fa in cento sono fuggiti da un centro di raccolta. Alcuni inevitabilmente delinquono. Spesso con il più odioso dei crimini: lo stupro. Ma quella della violenza sulle donne è una piaga che per essere risolta abbisognerebbe di una profonda rivoluzione culturale e sociale. Mai iniziata. Non ci sono stupratori con diverse tonalità della pelle: solo stupratori. Bestie con fattezze umane. Bisognerebbe non mentire.

Bisognerebbe evitare come ha fatto un magazine di dipingere via Gola a Milano come “una realtà difficile” dove la legalità ha imparato a “convivere con l'illegalità”. Bisognerebbe andarci da cittadini, non da giornalisti. Io quattro anni fa ci sono andato. Perché da quelle parti c'è una libreria dove trovi edizioni che nessun altro a Milano, offre. Via Gola è un “non luogo” di abusivi, drogati, irregolari, spacciatori, violenti che si “mostrano” senza ritegno. I “murales” danno un “tono” alternativo alla zona. Ma è solo immagine. Via Gola è un posto impossibile da “riqualificare” e dove la legalità da tempo è stata sospesa.

A Milano sei comitati di quartiere si sono rivolti agli avvocati e hanno intimato al sindaco Sala di risolvere il problema della movida selvaggia. Il rumore, lo spaccio, l'ubriachezza, la violenza, il bullismo. Da anni Beppe Sala, sul tema mente: assicurando che la situazione “è sotto controllo”. Bugia: in alcune zone la situazione è senza controllo. Oggi i comitati denunciano anche il pericolo di un incremento della pandemia. Auguri: più facile scalare il K2 senza ossigeno che avere soddisfazione da Beppe Sala. Gli imbrattatori della statua di Montanelli? Imbrattatori: socialità a basso costo. Parola di Beppe.

Un sindaco, Sala, che dopo essersi eccitato per ciclisti e ciclabili, lo aveva fatto anche per i monopattini. Ma qui le responsabilità di Sala sono relative: solo un demente poteva consentire l'introduzione dei monopattini elettrici senza prima aver messo a regime una normativa, regole, sanzioni, luoghi di parcheggio. Come noto, nel Palazzo, quelli che si credono Napoleone, abbondano. Girava negli anni Ottanta una barzelletta. Manicomio, gente che si reputa il Re Sole, altra Cleopatra, eccetera. Il visitatore arriva in una stanza dove un uomo con barba, lunghi capelli, vestito di bianco troneggia su una poltrona. “E quello?” chiede il visitatore al direttore. “Quello è Dio – risponde l'uomo – ma si crede Strehler”. Solo da aggiornare: giacca, cravatta, pochette, naso alla Pinocchio. E menzogne a raffica.

Come quelle che raccontano quelli che ti spiegano che “sono solo mele marce” quei carabinieri di Piacenza. Ma non è la prima volta. Non è il primo caso di militi “infedeli”. E allora uno potrà pure chiedersi: ma con quale criterio l'Arma seleziona il suo personale? Certo su 100 perbene, non bastano 10 delinquenti a fare di ogni erba un fascio. Ma quei 10 bastano a disonorare un corpo che abbiamo sempre amato, del quale ci siamo sempre fidati, che abbiamo ammirato per i suoi eroi. Se il modello dell'Arma diventa Gomorra siamo alla frutta.

Chi mente tra il governatore Fontana e la Procura di Milano? Uno dei due soggetti certamente mente. Il dramma è che fino a qualche tempo fa la domanda semplicemente non si sarebbe posta. Ma ora sì. Ora il caso Palamara ha scoperchiato un verminaio. Ora il ministro della giustizia ha firmato per mandare ai domiciliari i mafiosi. Qualcuno aveva messo gli stivali delle sette leghe per “incastrare” Roger Rabbit Silvio? Uno di così “in alto” da non poter essere nominato? Il nome gira. E vengono i brividi a pensare che una cosa del genere possa avere un minimo fondamento.

Mentono sul Recovery (i fondi europei arriveranno a metà del 2021) e mentono sul MES: gli interessi sono sotto allo zero. Ma mentono soprattutto su quello che l'Europa ci ha imposto. Prima le riforme. Poi il “toncio”. No riforme? No party. Hanno ragione in Europa. Chi può fidarsi di un ministro che vuole spendere una fortuna per i banchi di scuola con le rotelle nei quali solo sedersi è una tortura? Chi può fidarsi di una maggioranza che litiga anche sul colore della carta igienica dei bagni dei ministeri? Chi può fidarsi di una opposizione che si proclama coesa e che viceversa si scanna come e più della maggioranza?

Non so se sia un sondaggio menzognero. E' quello di Nando Pagnoncelli. E qualche giorno fa ha collocato il partito di Giorgia Meloni al 18%. Come minimo qualcuno ha sbagliato nelle valutazioni del “sentire” degli italiani. Perché Meloni avrà mille difetti, ma non le manca la coerenza. E probabilmente in un paese di folli banderuole (che neppure Mina Mazzini), questo sta pagando.

Qualcuno non dovrebbe mentire sulle reali intenzioni del sultano turco. Vuole il ritorno del Grande Islam. Vuole la conquista di Gerusalemme. Forse persino a costo di una guerra. La chiesa di Santa Sofia ripristinata a moschea è un chiaro messaggio sulle sue mire. Morire per Santa Sofia? La notizia è già sparita dalle prime pagine. Dio non voglia che il quesito alla fine sia: morire per Gerusalemme? Non ci sarebbero altri quesiti: “dopo”.

Ripassare la storia sarebbe utile. Ma chi la ripassa la storia? Non i giornalisti che ai TG non azzeccherebbero un congiuntivo e un condizionale neppure sotto tortura.

Mentire e negare. Anche spudoratamente. C'è un divertente film, protagonista Dean Martin. Lui tradisce la moglie che lo becca in flagranza di “reato”. Dean fa alzare dal letto la nuda intrusa, la invita a vestirsi e ad andarsene. E alla moglie che indignata strilla “Chi è ... quella donna?” serafico replica (dopo che l'amante è uscita): “Donna? Quale donna?”.

Negare sempre, negare tutto: sport nazionale. Evito di parlare di “sport”. Ma sul calcio che ci è stato raccontato essere ripreso grazie all'eroico Gravina, devo farlo. Quel calcio che non ha avuto “casi” neppure “asintomatici” (con la più clamorosa, evidente botta di culo della storia): permettete a uno che il calcio lo ama (quasi come il basket) di dire che è stato “troppo”. Troppo e troppo ravvicinato. Improbabile per la mancanza di pubblico. Assurdo con la sua pioggia di rigori. Grottesco con i suoi campi di patate. Inevitabili: in questa stagione, solitamente, i prati “riposano”.

Infine: il mio cuore è bianconero. Capita di innamorarsi bambini di una maglia. Beh: io questo (nono) scudetto proprio non lo avrei voluto. Onore alla società per un fantastico record (a proposito, sono 36 o 38?). Ma questo scudetto non andava assegnato: non lo merita la Juventus, non lo merita Sarri. Se reputi di poter far convivere il Bosco Verticale di Boeri con la Città Ideale conservata ad Urbino, dipinta da uno sconosciuto artista tra il 1470 e il 1490 sei un dannato presuntuoso. Sconosciuto? C'è chi reputa che la “mano” sia sempre di “quello lì”. Quello che per Milano ipotizzava soluzioni simili a quelle presentate dallo “sconosciuto” di Urbino.

Il calcio è un gioco di squadra. Ma il collettivismo talebano è una brutta bestia. Come ogni collettivismo. Io sono tra quelli che “Nè Cristo, né Marx". Come spiegava un sociologo francese. Bisognerebbe dirlo. Senza mentire. Ha scritto Pierre Corneille (questi francesi, ...): “Dopo aver mentito serve buona memoria". L'opera si chiama “Il bugiardo". Ovviamente. Duribanchi si prende qualche settimana di pausa. Una volta si chiamavano vacanze. Ci si ritrova a settembre. Al Covid (e alla Dea) piacendo.  

 

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