- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Saro' greve / Per forza, questa volta parlo di Greve!

PDFPrintE-mail

Lunedì 12 Novembre 2018

 

ridolfi-1 2

 
Al Castello di Verrazzano, oltre a Giovanni, grande navigatore, visse un certo e “Magnifico” Luigi Ridolfi.


di Vanni Lòriga


Ho seguito con grande attenzione la telecronaca dedicata alla Maratona di New York. Sono grato a telecronisti ed aiutanti (voci tecniche, turistiche, geografiche, storiche, ecc.) per la dovizia di notizie che ci hanno fornito. Ma debbo ammettere che ogni tanto mi sono distratto. Anzi l’ho fatto sin dall’inizio quando è stato inquadrato il famoso ponte che ci ricorda il navigatore Giovanni da Verrazzano, una struttura che ha retto il passo dei concorrenti, di cui 52.704 giunti al traguardo. Per fortuna non si tratta di andatura cadenzata, che per i ponti possono essere letali …

 

In occasione dei 60 anni dall'apertura di Coverciano, il nuovo presidente della FIGC Gabriele Gravina ha scoperto un busto del marchese Luigi Ridolfi.


Parlando di Verrazzano mi è venuto in mente che il suo Castello, che dal 1485 insiste nel territorio di Greve in Chianti, per lunghi anni fu di proprietà di Luigi Ridolfi Vay marchese di Montescudato ed ovviamente da Verrazzano.

Un Uomo del Rinascimento

E chi era questo Signore? Lo dico in poche parole: fu un “magnifico” uomo del Rinascimento nato però con qualche secolo di ritardo. Amò arte letteratura (frequentava da giovane le Giubbe Rosse in compagnia dei futuristi Papini e Soffici, Boccioni e Severini, Balla e Carrà): la musica (a lui si deve il Maggio Fiorentino): lo sport. Fondò il Giglio Rosso con relativo stupendo campo atletico e la Fiorentina Calcio. Fu presidente della federazione atletica prima e dopo la seconda guerra mondiale. Costruì a sue spese lo Stadio, allora Berta, e il Centro tecnico di Coverciano.

Nel primo conflitto mondiale aveva combattuto due anni sul Carso ed in seguito come aviatore (due medaglie d’argento). Fra i suoi sottufficiali anche il padre di Silvano Meconi, il pesista primatista europeo. Nel suo castello di Verrazzano ospitò nel 1936 gli azzurri in preparazione per i Giochi di Berlino: ci sono ancora tracce dei pistini di allenamento. Così mi è tornata in mente la città di Greve, patria anche di famosi astisti-farmacisti-cantanti.

I bersaglieri maratoneti

Altre immersioni nei ricordi quando ho sentito parlare due dei vincitori della NY Marathon Pizzolato e Leone. Mi ritorna in mente Valerio Arri, il primo podio italico nella maratona olimpica, bronzo ad Anversa 1920. Era nato a Portacomano in provincia di Asti. In realtà il suo nome completo ed esatto è Valeriano Pompeo Maurizio ed era originario di Castellamare di Stabia, Aveva partecipato alla guerra mondiale come bersagliere. Dimostra di esserlo veramente esibendosi, dopo aver tagliato il traguardo, in una serie di salti mortali. De Coubertin si entusiasma e lo premia con una Coppa speciale. Cosa simile era successa dodici anni prima a Dorando Pietri, onorato dalla Regina Vittoria.

Bersagliere è anche Romeo Luigi Bertini, caporal maggiore nel 9° Reggimento durante il conflitto, secondo a Parigi 1924. Qui fa il maratoneta ma nella vita di ogni giorno si allena correndo, e sfidando il tram, da Gessate a Milano dove lavora allo zoo (ed al puntuale Cimbricus ricorda il guardiano di Enzo Jannacci).

Bersagliere anche il primo a vincere la corsa più lunga del programma olimpico: si tratta di Gelindo Bordin nel 1988 a Seul, due volte campione europeo e trionfatore nella classica di Boston.

Perché parlo solo di bersaglieri? Cicero pro domo sua: lo faccio per annunciare che il prossimo venti novembre avrò l’onore di presentare a Roma-Viale Tiziano il Calendario 2019 dedicato ai fanti piumati ed allo sport.

Prima di tornare in Central Park per godermi l’arrivo di donne e di uomini, campioni e passeggiatori, non posso dimenticare che nominando Bordin è indispensabile citare Luciano Gigliotti e che trattandosi di Maratona maschile e femminile si debbono rendere gli onori delle armi ad Oscar Barletta. Aver unito i loro nomi a quello del Marchese Ridolfi mi rilancia in terra di Chianti, esattamente a Greve e mi obbliga ad essere ancor più greve del solito, Non solo Giovanni, ma tanta atletica di valore è legata al suo Castello dei Verrazzano,

 

Cerca