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Piste&Pedane / Scuserete, ma io sto con la principessa

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Venerdì 3 Agosto 2018

 vallortigara 2


L'alto donne sarà una delle gare-cartolina della rassegna di Berlino. Anche se l'atletica mondiale marcia ad altro ritmo.

 

di Gianfranco Colasante

 

Mentre fervono i pronostici sugli Europei di Berlino, perdonerete se non mi iscrivo al partito del giovin "fenomeno" Filippo Tortu. Pronosticato vincitore - anzi, "trionfatore", l'auspicio più gettonato - della corsa dei 100 metri. Per motivi diversi, che proverò a chiarire. Le mie simpatie, con un interesse che non avvertivo da anni, vanno di contro alla ragazza che reputo in assoluto la N. 1 dell'atletica italiana. E la sola che al momento può dirsi di autentico livello mondiale. Mi riferisco, ovviamente, ad Elena Vallortigara. Della cui sorprendente rinascita attestano i progressi tra aprile e metà luglio, finalmente emersa alla luce da un tunnel che l'aveva imprigionata per sei/sette anni.


Proprio questa sua capacità di ricominciare, di rimettersi in gioco come dicono i cronisti di grido, ed accettare con una certa sfrontatezza il confronto con le migliori nelle gare più titolare dell'anno - quelle targate Diamond League - ha ridefinito la sua nuova dimensione internazionale. Consentendole di scalarne i piani alti fino all'attico.


Ma anche perchè - in una edizione degli Europei che, russi a parte, fa fatica a reggere il confronto con il passato, con il vecchio continente che appare arrancare rispetto alle nuove realtà - l'alto delle donne è tra i pochi ghiotti anticipi dei Mondiali '19 e dei Giochi '20. Una gara europea che assegnerà praticamente una corona mondiale.


Tra le quattro atlete che quest'anno hanno superato i 2 metri, la principessa Elena occupa il secondo posto preceduta solo dalla regina che, converrete, resta la rediviva Mariya Kuchina. Non so da quanto questo non avveniva per un italiano/a. Con quel 2.02 impressionante raggiunto transitando da un altro "personale" di 2.00, e dopo aver "passato" l'1.98 che sarebbe stato il suo record, ha firmato un progresso di sei centimetri d'un colpo solo. Un credito soprattutto mentale. Con pochi o punto precedenti.


Se vorrete dare un'occhiata al nostro TOP TEN, potrete verificare nel dettaglio che a partire dal 25 aprile - giorno della sua liberazione dall'incubo - Elena ha scavalcato per ben 18 volte il vecchio limite di 1.91 che l'imprigionava tra i rovi della delusione sin dal settembre del 2010, quando era ancora junior. 


L'esperienza, e non solo, mi hanno insegnato a non azzardare pronostici. E non ne azzardo neppure questa volta. Ma qualunque sarà il risultato finale della sfida del 10 agosto, lo considererò un tagliando per il futuro. Abbiamo un'atleta, direbbe qualcuno. Capace di scelte di vita importanti e mature, avviate col coraggioso trasferimento sotto la torre del Mangia, impegnata a trovare la giusta alchimia con un allenatore che sta crescendo assieme a lei. Teniamocela da conto. Anzi, teniamoceli.


Quanto a Tortu, la dimensione della sua stagione è stata ritagliata proprio in vista della finale dei 100. Che quasi certamente vincerà. E di quella staffetta veloce le cui ambizioni, partendo da 38"49, appaiono alte, ma che restano da verificare. Il chè ha comportato, come ha ampiamente spiegato il padre-allenatore, la rinuncia ai 200 metri. Si vedrà per il futuro anche se il mezzo giro resta la gara che sta mostrando i progessi maggiori.


Ma nel frattempo la sintonia tra Filippo e le copertina dei settimanali è diventata una piacevole costante. Assieme a quel 9"99 che ha acceso le rotative e ha tolto a Pietro Mennea un record nazionale che risaliva al ... 1979 e che da tempo aveva perso lo smalto dei suoi colori. Ma che, in una annata che ha riscritto per intero le gerarchie dello sprint, basta appena per un posticino tra i primi venti al mondo.


Ad una età nella quale Pietro da Barletta era già sul podio olimpico.



 

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