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Osservatorio / Atletica e ricorrenti allergie primaverili

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Venerdì 15 Giugno 2018

 mennea-79


Più che tentare confronti cronometrici sospetti, sarebbe meglio trovare il modo di motivare di più i nostri atleti di punta.

 

di Luciano Barra

 

Lo confesso, come arriva la primavera mi vengono delle allergie. Esse nulla hanno a che fare con le graminacee o altri pollini, così come poco hanno a che fare con il ricordo degli oltre venti anni vissuti intensamente nell’atletica italiana. L’allergia è dovuta a quanto leggo dai comunicati che vengono periodicamente pubblicati sul sito della FIDAL a commento dei risultati primaverili dei nostri migliori atleti. Esaltare gli stessi in quanto record Under 23, o perchè si collocano in alto nelle graduatorie europee del momento, o addirittura su quelle mondiali juniores, a stagione appena iniziata, non ha senso e non serve ad aiutare il futuro degli atleti stessi. Serve, forse, solo ad esaltare se stessi. In questo senso le statistiche importanti (e lo dice uno che insieme al nostro Direttore ha lanciato negli anni Sessanta l’AISAL) sono quelle di fine anno o i Ranking di Track&Field o quelli di Athletics Weekly.

Intanto è ridicolo (oltre che esrcizio sospetto) paragonare risultati conseguiti 30, o 40 anni fa, con risultati conseguiti oggi. Non solo il contesto è diverso (vogliamo parlare del livello dell’atletica europea degli anni Settanta/Novanta rispetto ad oggi?). Ma la cosa più grave è quella di esaltare risultati conseguiti sulla base del cronometro o del centimetro.

Devo fare degli esempi per essere meglio compreso. Che significa esaltare i risultati del promettente fondista Crippa (può salire sul podio a Berlino nei 10.000, sempre che lo fermino dal frenetico gareggiare su tutte le distanze) come neo primatista Under 23 dei 10.000/5000/3000? Lui, pur essendo un bel cavallino (mi ricorda Antibo), avrebbe “cancellato” i record di Panetta e Mei. Col dettaglio che Panetta e Mei, quando hanno conseguito i loro risultati, neanche sapevano cosa fosse la categoria Under 23. Il loro impegno era rivolto a battere africani, tedeschi dell’est e quanti altri erano a quel tempo al vertice del mondo. I due vantano un titolo mondiale, tre titoli europei e non so quante altre medaglie mondiali ed europee.

Oggi per far si che Crippa possa raggiungere importanti risultati, non solo quelli cronometrici, non serve esaltarlo per aver cancellato record di due monumenti dell’atletica Italiana. Sarebbe più utile farlo incontrare con Panetta e Mei (oltre che con Alberto Cova) per sentire da loro le esperienze fatte per raggiungere i loro incredibili risultati. Esaltarlo oggi mi ricorda molto la famosa frase “caroselliana”: “So’ Caio Gregorio, er guardiano der pretorio, c’ho du’ metri de torace, …”.

Non è che sia stato meglio quanto letto sui giornali nel paragone tra Mennea e Tortu. Purtroppo per la grande ignoranza sportiva di molti, appena Tortu farà meno del 10”01 di Pietro o, addirittura, scenderà sotto la barriera dei dieci secondi, anche il buon Mennea verrà “cancellato”. Tutto questo dimenticando che fra i loro risultati ci sono quasi 40 anni di differenza e molto di più. Io ero presente a Città del Messico nel 1979 quando Mennea corse in 10”01 e in 19”72. Potrei scrivere pagine su quei due risultati, ma nel mio immaginario ricordo ben altre gare e vittorie di Pietro, dall’oro olimpico di Mosca, alle medaglie mondiali e soprattutto a quelle europee, sia in gare individuali che di staffetta.

Io vedo una bella differenza fra Mennea e Tortu, tutto a vantaggio di Filippo. Alcuni l’hanno sottolineato. Mi riferisco al fresco approccio all’atletica del sardo/lombardo rispetto a quello sofferto e tortuoso tipico di Mennea (ed il merito, o la colpa, va ascritto a chi gli stava intorno per cui Mennea alla fine era solo il "ventriloquo" della situazione). Ma, mi chiedo: si possono paragonare i risultati conseguiti da Mennea con quelli di Tortu? No di certo.

Fa piacere vedere come intorno a Tortu esista altro tipo di entourage, fa piacere per l’immagine dell’atletica, immagine che Pietro spesso ha rovinato con le sue paturnie. Ma questo non garantisce ancora che Tortu possa raggiungere i risultati di Mennea. Lo speriamo perché l’atletica e lo sport Italiano ne hanno bisogno.

Io fossi nella FIDAL, visto che da oggi agli Europei manca ancora molto tempo, focalizzerei la preparazione sulla scelta di poche gare giuste e soprattutto di iniezioni di motivazioni efficaci. Che ne so, oltre a farlo incontrare con campioni del passato, addirittura fargli vedere i bei filmati fatti da Sky sui mondiali di calcio del 2006, in particolare le partite con la Germania e la Francia. E se alla visione dei filmati fossero presenti Marcello Lippi o Julio Velasco si farebbe “bingo”. Non lo dimentichiamo, i tecnici degli sport di squadra sono più bravi di quelli dell’atletica nel motivare i loro atleti al momento giusto.

 

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