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Canottaggio / Giuseppe Abbagnale torna in barca per Rio 2016

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19 Novembre 2012

Sia stato più trainante il nome o le indubbie difficoltà della dirigenza in carica, ormai conta poco appurarlo. L’assemblea del canottaggio (tenuta ieri a Pisa) ha voltato pagina e ha eletto alla presidenza Giuseppe Abbagnale che dovrà guidare la federazione fino a Rio 2016. Sette titoli mondiali in bacheca con due ori olimpici e un argento, il maggiore degli Abbagnale rappresenta un bella fetta di storia di questo sport. Il neo eletto (già vice-presidente federale dal 2001 al 2004) ha raccolto 129 preferenze contro le 118 andate al presidente in carica, Enrico Gandola, sulle cui spalle s’era abbattuta la delusione di Londra: un solo argento, per di più riportato da una barca preparatasi al di fuori dei programmi federali. Delusione sofferta che, a remi ancora caldi, aveva portato al giubilamento del DT Beppe De Capua, con largo anticipo sulla scadenza del contratto. Un provvedimento traumatico, ma che evidentemente non è bastato.

Nel nome di Abbagnale si sono saldate molte componenti del tessuto federale. Nel nuovo consiglio, in prima fila, gli ex-atleti con gli olimpionici Rossano Galtarossa (il più votato con 133 proferenze) e Davide Tizzano. Decisivo l’accordo che il neo-presidente aveva stipulato a metà settembre col leader dell’opposizione Marcello Scifoni. Poi una campagna elettorale pacata nei toni, ma determinata negli obiettivi tecnici, diametralmente opposti. Non è infatti difficile pensare che con la presidenza Abbagnale ritornerà in cabina di regia Giuseppe La Mura, l’anziano zio materno cui va il merito dell’esplosione del canottaggio negli anni Ottanta/Novanta, accantonato dopo Atene 2004 (“si tratta di uno dei più grandi ed apprezzati tecnici del mondo”, ha affermato a caldo il neo-presidente).

Un ritorno che comunque andrà gestito con prudenza e equilibrio e che non potrà semplicemente calarsi dall’alto. In ogni caso, anche nella sconfitta, resta apprezzabile il lavoro di Gandola, molto impegnato sul fronte societario, tanto che il numero dei tesserati (che non vuole dire però praticanti …) in un quadriennio era lievitato da 7000 e 30.000. Si tratterà di gestirli in maniera più produttiva.  

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