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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Roma 2020 / Troppa confusione: non sarebbe meglio rinunciare?

Mercoledì 26 Ottobre 2011

scansione0001 I candidatori “in servizio permanente effettivo” di Roma 2020, già presenti sulla scena del misfatto nel settembre 1997 (quando i Giochi del 2004 vennero giustamente assegnati ad Atene, guarda caso, appena prima che quelli invernali 2006 finissero a Torino …) continuano a litigare fra loro. Malgrado gli sforzi che fanno certi organi di stampa per sostenerli. Almeno questa è l’impressione che si ricava dall’irritazione espressa da Mario Pescante – il due volte deputato berlusconiano, un tempo addirittura sottosegretario allo Sport (gravoso incarico dal quale venne presto retrocesso), che oggi figura come presidente del Comitato promotore – circa la diffusione dell’ennesimo budget al ribasso cui il pubblico erario dovrebbe comunque far fronte affinché, nel 2020, a Roma si continui a giocare. Intendiamoci, tanto per restare all’affidabilità, sui (presunti) costi di Roma 2020 c’è stata sempre molta confusione. Si era partiti da un generico 15 miliardi, poi via via ridotto a 12, cifra che nel settembre scorso venne ridimensionata dallo stesso Pescante a soli 9,5 miliardi. Va ricordato per i distratti che nell’occasione il parlamentare del Pdl berlusconiano definì solo “peccatucci” i milioni di euro sprecati in occasione dei Mondiali di nuoto (i cui processi, per memoria, si apriranno nella prossima primavera).


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Scherma / A Catania un en-plein mondiale che conforta

Martedì 18 Ottobre 2011

pizzo Ancora una volta – dopo gli Europei di Parigi 2010 – la scherma azzurra ha dimostrato di essere, nel suo complesso, la più affidabile del mondo (nella foto: la novità Paolo Pizzo). Le undici medaglie dei Mondiali di Catania costituiscono di per sé un record, eguagliando le 11 vinte nel 1949 nell’edizione disputata al Cairo. Ma con la notazione doverosa che il palcoscenico schermistico mondiale, allora, era molto meno affollato di come si presenta oggi. Sessant’anni fa in Egitto la generazione dei Mangiarotti stracciò la concorrenza vincendo 5 medaglie d’oro, 2 d’argento e 4 di bronzo. In Sicilia il bottino è stato un po’ meno ridondante, ma egualmente confortante, con 4 medaglie d’oro (tutte colte nel programma olimpico), 3 d’argento e 4 di bronzo. Meglio le prove individuali che quelle a squadre, che comunque hanno collocato molti azzurri in posizione privilegiata nei ranking della FIE per Londra. Inoltre non si è registrata soltanto la conferma dei soliti noti – facciamo a caso il nome di Aldo Montano e di Valentina Vezzali –, ma anche la consacrazione di una serie di nomi nuovi che sottolineano il ricambio generazionale di qualità nella Scherma che, in Italia, ha l’eguale solo nel Nuoto.


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Lotta / Si e' spento Pietro Lombardi

Giovedì 6 Ottobre 2011

lombardiSi è spento ieri a Bari Pietro Lombardi, olimpionico di Greco-romana nel 1948, tra i maggiori lottatori italiani e uno degli ultimi viventi tra le medaglie d’oro di Londra (nella foto, i festeggiamenti dopo la conquista del titolo olimpico). Nato a Bari il 4 giugno 1922, allievo di Fernando Lapalorcia [1893-1963] presso la rinomata palestra “Ginnastica Angiulli”, Lombardi aveva ottenuto i primi successi a cavallo della guerra, ma si era definitivamente imposto all’attenzione dei tecnici con la vittoria riportata nei Gallo (57 kg) agli assoluti milanesi del 1946. Piccolo di statura, armonioso e muscolato, capace di farsi rispettare sia nella Greco-romana che nel più recente Stile libero, Lombardi ha oscillato a lungo tra Mosca e Gallo, optando in vista dei Giochi del 1948 per la categoria inferiore dove contava di poter meglio mettere a frutto la sua rapidità d’azione. Una scelta che si sarebbe rivelata azzeccata.


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Roma 2020 / Quel Villaggio che divide …

Lunedì 3 ottobre 2011

Si fa accidentato il percorso di Roma 2020. Almeno per quanto riguarda una delle decisioni cardine del progetto: stiamo parlando dell’individuazione del sito sul quale dovrebbe sorgere il Villaggio Olimpico. Il condizionale appare oggi più che mai d’obbligo dal momento che sono in molti ad esprimere perplessità sulla zona (individuata) di Tor di Quinto. Terreni demaniali posti a ridosso dell’ippodromo ottocentesco intitolato al generale Pietro Giannattasio, sul quale in un primo tempo s’erano appuntato gli occhi dei “promotori”. Ora, abbandonata l’idea di costruire il Villaggio sull’antico impianto oggi di pertinenza dei Lancieri di Montebello, per la sua realizzazione sarebbe allo studio una ardita operazione immobiliare che coinvolgerebbe costruttori privati e istituzioni, amministrative e sportive che siano. Sarebbe stata, al riguardo, individuata una nuova zona tra il raccordo anulare e la Via Flamia, zona peraltro soggetta a grande traffico e di notevole interesse archeologico, come sta a dimostrare la scoperta recente in Via Vitorchiano del mausoleo marmoreo di Marco Nonio Macrino, un sodale dell’imperatore Marco Aurelio dal quale fu nominato proconsole della Pannonia (l’attuale Ungheria) e di alcune province asiatiche. Una zona che – come riferiscono con dovizia i cronisti romani – da tempo archeologi e cittadini chiedono che venga definitivamente vincolata per diventare un grande parco archeologico.


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Ciclismo / Giorgia Bronzini al bis mondiale

Martedì 27 Settembre 2011                                   
    
bronzini Per la seconda volta consecutiva Giorgia   Bronzini si è laureata campionessa del mondo su strada: una doppia maglia iridata come, nella storia del ciclismo azzurro, è riuscito di vincere solo a Gianni Bugno (1991-92) e a Paolo Bettini (2006-07). Una vittoria di pregio che salva, almeno in parte, la spedizione ai mondiali su strada, del tutto fallimentare nel settore maschile (per tacere delle categorie giovanili). E che affida, in attesa di tempi migliori, solo alle donne una concreta possibilità di medaglia per i Giochi di Londra. La loro corsa doveva fare solo da prologo a quella dei maschi, una squadra rinnovata e ringiovanita da scelte tecniche (ma anche imposte dal doping), costruita dal CT Bettini attorno a Daniele Bennati, reduce dal grave infortunio al bacino, ma con alcuni elementi di buone speranze, come Modolo, Oss, Visconti, e il supporto di qualche veterano d’esperienza come Paolini e Tosatto. Una squadra costruita per reggere (se non guidare) il ritmo su un circuito fin troppo piatto, pur se con arrivo in pendenza. Una volta messe le ruote su strada, le cose sono però andate diversamente, con un gruppo che si è sfaldato subito, abbandonando il leader al suo destino (sarà solo 14° al traguardo). Mai in corsa versamente, gli italiani sono stati del tutto assenti nella fase finale. Una delusione cocente. Il titolo è andato a prenderselo Mark Cavendish, l’inglese dell'isola di Man che vive in provincia di Pistoia, uno che in volata non ha pietà neppure per se stesso. E l’arrivo di Copenaghen si è tradotto in una lunga tremenda volata. Quella più adatta al britannico che prenota ora l’oro dei Giochi a casa sua.


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