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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane (10) / Sfida a tre sugli ostacoli dei 100

Mercoledì 15 maggio 2012

Dopo la lunga stasi, i regionali per il CdS hanno dato una prima scossa alla stagione all’aperto. Risultati di qualità pochi, ma mancavano tutti i migliori, pur con qualche interrogativo. Su molti l’ombra di problemi fisici irrisolti. Oltre l’oggetto misterioso che risponde al nome dell’amletico Andrew Howe (che fine ha fatto?), qualche difficoltà la manifestano anche Daniele Greco e Fabrizio Donato, come dire gli attuali numeri 1 e 2 dell’attuale modesto parco atletico. Tanto che si mette in dubbio la partecipazione dei due al Golden Gala del 6 giugno. Intanto qualche riflessione si può già fare. In prospettiva Mosca, appare per ora più vivace il settore femminile, con i 100 ostacoli come punta più acuminata.

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CONI / Foro Italico: gli strani "miracoli" della CONI Servizi

Lunedì 13 maggio 2013

Col governo ritirato in convento, la vicenda dell’avvicendamento ai vertici della CONI Servizi e, soprattutto del suo finanziamento (Fabrizio Saccomanno), resta ancora in alto mare. Per i soldi si partirà da 411 milioni di euro, a scendere. Ma la curiosità odierna è un’altra. Vediamola. In occasione della 70ª edizione degli Internazionali, in due pagine a pagamento sui giornali, si informano i lettori, anche i più distratti, delle mirabilia dell'operato della CONI Servizi in questi anni. Al centro, il parco del Foro Italico che la stessa Servizi avrebbe ammodernato e reso, finalmente, fruibile. Negli articoli (pur tra molti errori di stampa) si leggono frasi roboanti a sottolineare meriti, capacità e dedizione. Un vero miracolo per il Foro Italico. “L’area, completamente ripulita e restaurata, si presenta nella sua monumentale bellezza esaltata dal contrasto tra natura e marmo bianco, mosaici e prospettive ne fanno uno scenario quasi metafisico”.

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Atletica / "Tai" Missoni ci ha lasciato

Venerdì 10 maggio 2013

Con la sua morte – avvenuta ieri notte nella sua casa/azienda di Sumirago – si chiude per sempre l’epoca bella e romantica dell’atletica. E con essa i valori che la sostenevano. Aveva 92 anni. Gli ultimi mesi del patriarca Ottavio Missoni sono stati segnati dal dolore immenso per la perdita di Vittorio, il maggiore dei suoi tre figli, scomparso mentre volava sulle acque venezuelane. Un sigillo atroce a una vita meravigliosa. Un lungo percorso, il suo, partito dall'atletica per approdare al grande proscenio della moda internazionale. La righe uscite dalle sue matite (“pennarelli e fogli a quadretti, nient'altro, questo è il mio segreto”, amava ripetere) hanno segnato un’epoca e portato nel mondo (fino nei musei) il suo made in Italy. Nato l’11 febbraio del 1921 nella piccola Ragusa – la Dubrovnik croata di oggi – è stato uno dei più precoci talenti dello sport italiano. In possesso di grandi mezzi fisici, con una statura non inferiore a 1.88, aveva lasciato volentieri il nuoto per dedicarsi, con inatteso successo, alla corsa a piedi. Aveva fatto sensazione nel 1937, ad appena 16 anni, superando all’Arena milanese, il nero americano Elroy Robinson, a quel tempo primatista mondiale sulle 880 yarde. Due anni più tardi, sulla stessa pista, in occasione del famoso incontro Italia-Germania, all’esordio in maglia azzurra, aveva concluso al terzo posto alle spalle di Rudolf Harbig e Mario Lanzi segnando con 47”8 la miglior prestazione europea per atleti al di sotto dei 20 anni (anche se allora il tempo si traduceva solo in un dato statistico).

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Calcio / Minuto di silenzio per Andreotti: il trionfo degli imbecilli

Giovedì 9 maggio 2013

Non ha nessuna importanza appurare a chi sia venuta l’idea, se al CONI (Malagò) piuttosto che alla FIGC (Abete), anche se il secondo poteva avere qualche motivo in più: leggasi quanto Aldo Grasso ha scritto del presidente federale, qualche tempo addietro, sulla prima pagina del Corriere della Sera. Si può anche convenire sull’idea del “minuto di silenzio” o disquisire se il personaggio – stiamo parlando di Giulio Andreotti – lo meritasse o meno. E’ il gioco della dialettica e bisogna pur accettarne le logiche. Quello che non si capisce proprio, pur con tutta la comprensione, è il non aver valutato i rischi di una decisione del genere: imporre il silenzio per onorarne la memoria all’inizio degli incontri della 36.ma giornata di serie A disputati ieri sera. Siamo d’accordo che un “minuto di silenzio” non si nega a nessuno: ma avere esposto il divo Giulio a tale ludibrio è stato francamente un po’ troppo.

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CONI / Il tempo delle riforme

Mercoledì 8 maggio 2013

Il primo atto di Josefa Idem da titolare del dicastero delle Pari opportunità (della gioventù e dello sport, due comparti intercomunicanti da far tremare i polsi) è stato dimettersi dal CN del CONI. Atto dovuto, si dirà. Al suo posto entra un rappresentante del cricket, sport non certo tra i più diffusi in Italia. Ma queste sono le regole. Sul piano più politico – in attesa delle promesse riforme che dovrebbero ridisegnare l’organizzazione sportiva nazionale – la neo-ministra avrà molto da fare con l’istituzione dell’annunciata task-force interministeriale per la protezione delle donne. E interrompere quella drammatica spirale che, solo nel 2012, ha visto l’uccisione di circa 150 donne. Un atroce “femminicidio” che va interrotto a tutti i costi. Buone intenzioni alle quale, crediamo, nessuno si potrà e dovrà sentire estraneo.

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