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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Atletica / Ranking T&FN: anno zero per l'atletica italiana

Venerdì 3 Gennaio 2014

L’ultimo giorno dell’anno è stata distribuita l’edizione on-line di Track&Field News con il ranking annuale che va in onda, sulla rivista californiana, sin dal 1947. Una stagione particolare, se vogliamo, quella del 2013 incentrato sui Mondiali moscoviti ma, soprattutto, la prima susseguente ai Giochi londinesi. Nel segno possibile di un cambio di passo che non c’è stato neppure a livello internazionale. Se vogliamo, la sola novità rimane – in campo maschile – il sorpasso del fenicottero Bohadan Bondarenko su Usain Bolt, sempre più prigioniero del suo ruolo, sia pure per l’incollatura di un solo punto di distacco: 310 a 309 secondo il panel dei 34 esperti chiamati ad esprimere il proprio voto. Tra le donne ha prevalso, piuttosto chiaramente, la pesista neo-zelandese Valerie Adams (294) sulla solita/solida giamaicana Shelly-Ann Fraser-Price, tra i pochi sprinter passati indenni attraverso lo sbrindellato sintema antidoping dell’isola. E gli italiani?

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Pallavolo / Nella Finanziaria due milioni per i ... mondiali di volley

Venerdì 20 dicembre 2013

Che la finanziaria (o legge di stabilità, se più vi piace) sia “un vestito cucito male” – come ha scritto un importante giornale – è un dato di fatto. Si tratta di un insieme raffazzonato di spese e di tagli (più le prime che i secondi) che riusce a scontentare tutti: dai sindacati alla confindustria. Come è noto, in questa legge che un tempo si chiamava “omnibus”, per la capacità di raccattare per strada ogni proposta, in barba alla ventilata “spending rewiew”, si trova di tutto. Come quella legge sugli stadi che porta la firma del pensoso Dario Nardella (la fedele ombra di Matteo Renzi) e che spalanca autostrade per costruttori e club calcistici, ma della cui stesura, per inciso, ora si lamentano in tanti (ma sull’argomento ci sarà ancora molto da parlare …). In questo mare di norme e di promesse, spicca – per restare al nostro orticello – un finanziamento di ben due milioni di euro per la federazione pallavolo: scopo, l’organizzazione dei mondiali femminili del 2014. Avete letto bene: due milioni di euro per la ... pallavolo.

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Impianti / La legge sugli stadi e' andata in fuorigioco

Martedì 26 Novembre 2013

Pare che alla fine abbia prevalso il buonsenso. L’emendamento sugli stadi che il Governo aveva inserito nella legge di Stabilità – la vecchia Finanziaria in discussione al Senato – è andato ieri in fuorigioco ed è stato ingloriosamente ritirato in commissione Bilancio: speriamo per sempre, almeno nella forma mentis che l’aveva partorito. Ricordiamo per i distratti o i sognatori (o per coloro che portano esempi virtuosi dall’estero): lo scorso 13 novembre, nella sua visita al CONI, il premier Enrico Letta aveva annunciato, a sorpresa, che per rendere operativa la cosiddetta “legge sugli stadi” – da tempo nel dimenticatoio – era stato aperto un “percorso privilegiato” destinato a chiudersi con la “fiducia”, e quindi con una operatività immediata. Cinque giorni più tardi, il vice-premier Angiolino Alfano – appena sottrattosi alla tutela di Berlusconi – aveva suonato la stessa musica nell’assemblea della Lega Calcio. Più stadi per tutti: siamo o no il Governo delle larghe intese?. Esultanza generale, più o meno in buona fede. Tanto più, si diceva a gran voce, che a metterci i soldi sarebbero stati “solo” i privati. Proprio quella lobby dei costruttori che avrebbe così avuto mano libera nella cementificazione del poco spazio rimasto libero nelle nostre città. Non per nulla nei giorni scorsi autorevoli commentatori (Corriere della Sera) davano già per pronti i piani per dodici nuove “cittadelle dello sport”. Il ché, se fosse provato, aprirebbe scenari inquietanti …

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Impianti / Il percorso ad ostacoli dell'emendamento Stadi

Venerdì 22 novembre 2013

Scampato pericolo (pare)? Il governo, sommerso dalle proteste in Parlamento e fuori, pensa di ritirare (modificare?) l’emendamento che permetterebbe una nuova gigantesca colata di cemento, dando il via libera alla costruzione di nuovi stadi di calcio. Meglio: a vere cittadelle dello sport, come quella proposta sui terreni milanesi di Expo 2015 (uno stadio per l’Inter del miliardario indonesiano Erick Thohir, una piscina olimpionica, un palazzetto da diecimila posti) col beneplacito bipartisan del sindaco Giuliano Pisapia e del governatore Roberto Maroni. Secondo quanto riferisce l’Espresso (n. 46, L'Expo val bene un Superstadio), sarebbe questa concessione, il prezzo del via libero di Milano alla candidatura di Roma per i Giochi 2024. Politica sportiva: giochi grossi, insomma, più che olimpici. Non per nulla, era parsa curiosa la coincidenza del tema “nuovi impianti per tutti” affrontato nei giorni scorsi da Enrico Letta al CONI e da Angelino Alfano alla Lega (quella calcistica).

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Cultura / I 100 anni dell'ASSI: un centenario dimenticato

Giovedì 21 Novembre 2013

(gfc)
Cento anni fa – esattamente nella serata del 21 novembre 1913 – veniva costituito a Torino il primo organismo che riuniva i giornalisti sportivi: l’ASSI, acronimo dell’Associazione Stampa Sportiva Italiana, cui aderirono 77 cronisti o aspiranti tali. In quegli anni la professione giornalistica non aveva ancora i confini raggiunti oggi: se non era proprio terreno incolto, da pionieri, il giornalismo stentava a sfociare a pieno in una professione certa e, soprattutto, remunerata con dignità. La Federazione della Stampa, che aveva sede a Roma, era ancora suddivisa in 19 associazioni e sindacati giornalistici. Gli sportivi giungevano ben ultimi, secondo una tendenza che è rimasta immutata nel tempo. Motore e artefice della sua nascita era stato G.C. Corradini, un energico collega torinese che l’anno prima aveva dato alle stampe il Guerin Sportivo. L’ASSI ebbe vita travagliata e breve – come si usa dire – dal momento che, sopravvissuta a fatica alla prima guerra mondiale, negli anni Venti venne soppressa dall’introduzione delle leggi fasciste sull’informazione. Per riapparire dalle sue ceneri, nel 1947, col sostegno di Bruno Zauli, come USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana).

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