Londra 2012 / Il settimo sigillo di Andrea Baldini e dei fiorettisti
Domenica 5 Agosto 2012
Nona giornata. Andrea Baldini può finalmente vendicarsi del destino: sale in cattedra e trascina la squadra di fioretto sul gradino più alto, portandola a quella medaglia d’oro che inseguiva da quattro anni. A Pechino non aveva potuto gareggiare, fermato da una bislacca accusa di doping, poi sconfessata dai tribunali. Numero uno del fioretto mondiale, campione iridato nel 2009 e nel 2010, nell’edizione 2011 disputata a Catania “Baldo” aveva incocciato nelle peggiori giornate in carriera: diciassettesimo nell’individuale e settimo con la squadra. Guarda caso, nella stessa formazione che oggi si è riscattata a pieno vincendo il titolo olimpico contro i solidi e indisponenti giapponesi: assieme a lui, c’erano Valerio Aspromonte, Andrea Cassarà e Giorgio Avola che non aveva gareggiato nell’individuale.
Si è conclusa la prima settimana dei Giochi. Oltre la metà delle gare i conti non sembrano tornare. Senza far torto alla splendida medaglia dei quattro assi del fioretto, manca qualcosa al bilancio azzurro. Alla vigilia le previsioni diffuse dal CONI parlavano di 25/26 medaglie, 9/10 delle quali d’oro. Convinti come siamo che il successo o l'insuccesso non si possono parametrare solo in termini di medaglie, appare difficile credere che quel traguardo minimo potrà essere raggiunto. Auguriamoci di sbagliare, ma dopo le gare odierne – solo un altro quarto posto per Tania Cagnotto dal trampolino (stavolta per soli 20/100 di punto), il quinto di Giuseppe Giordano nella pistola da 50 metri, il sesto di Elia Viviani nell’Omnium, l’esclusione del Setterosa dalle semifinali – le carte da giocare in mano ai nostri dirigenti vanno assottigliandosi.
Onore quindi ai fiorettisti e alla Scherma tutta, ma anche se il tempo dei bilanci non è ancora arrivato, non si possono dimenticare i risultati negativi in molte tra le discipline più importanti, senza necessariamente doversi fermare alle controprestazioni di nuoto, canottaggio e ciclismo (un solo atleta sulla pista!), tanto per citare le più penalizzate.
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