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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
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I sentieri di Cimbricus / Erano Europei o solo Euro-Mei?

Venerdì 14 Giugno 2024


roma24-pubblico


Significativo prendere in considerazione il titolo dell’ultimo comunicato inviato da chi aveva il compito di fornire notizie sugli Europei: “Quanto sei bella Roma”. Clic, cestino. Intelligenza artigianale, ben remunerata a quanto pare.

Giorgio Cimbrico

Tamberi nella notte? Europei o EuroMei? Un consiglio dei ministri improvvisato sulla tribuna dell’Olimpico con almeno quattro dicasteri rappresentati? Per una volta, evitati gli interrogativi, è consentito prendere il via con un NB, nota bene, che di solito è relegato in fondo ai dispacci.

Lo scimpanzé è una forma evoluta di scimmia antropomorfa ed è noto che ci siamo distaccati da quella linea evolutiva non molti milioni di anni fa, pare un paio. Ma anche Konrad Lorenz, raffinato etologo, converrebbe che consegnare un kalashnikov a uno scimpanzé porterebbe a conseguenze nefaste. Illumina al riguardo una scena dei tanti sequel del Pianeta delle Scimmie.

Anche consegnare un microfono può portare a conseguenze nefaste. Quel che era già accaduto per le partite romane del 6 Nazioni di rugby si è ripetuto per gli Europei. Non è il caso di indagare sul nome, sul volto, sul passato o sugli emolumenti di personaggi chiamati ad eccitare gli istinti della gente. Sufficiente dire che sono fastidiosi, volgari, imposti da chi ha in mente di degradare sempre più il livello mentale. Il meglio che si può augurare è una visita a un buon otorino. Significativo anche prendere in considerazione il titolo dell’ultimo comunicato inviato da chi aveva il compito di fornire notizie sugli Europei: “Quanto sei bella Roma”. Clic, cestino. Intelligenza artigianale, ben remunerata a quanto pare. Passiamo al resto.

Qualcuno ha detto che il paradosso è la chiave per aprire la serratura della verità, o qualcosa del genere. E allora è necessario dire che il miglior risultato di un europeo è stato ottenuto qualche giorno fa a Eugene, Oregon: 8961 punti di Leo Neugebauer, ancora record tedesco, sesto di sempre e record NCAA. Neugebauer è un magnifico gigante che vive e si allena in Texas, nato e cresciuto a Gorlitz, Sassonia, da una famiglia tedesca. Il padre era un calciatore del Camerun. Non avesse offerto prove mediocri nel giavellotto, poco più di 56 metri, e nei 1500, 4’44” (con quella mole …), avrebbe attaccato a fondo il record mondiale di Kevin Mayer, apparso in confortante ripresa nella seconda giornata di Roma. I picchi nel peso, 17.30 e nel disco, un impressionante 57.70. Ma anche 10”64 nei 100 e 5.21 nell’asta.

I campionati NCAA hanno preceduto i Trials di fine mese e hanno cosparso il loro cammino, secondo tradizione, di prestazioni formidabili: la doppietta 10”82/21”83 di McKenzie Long, il 9”95 del britannico Louie Hinchcliffe, la parata delle ragazze di Arkansas (Nichishaa Pryce 48”89, Kaylin Brown 49”13, la britannica Amber Anning 49”59, la nigeriana Rosy Effiong 49”72), il 47”23 di Caleb Dean nelle barriere basse, il 44”47 del canadese Christopher Morales Williams, le tre staffette del miglio (Texas, Arkansas e Florida) tutte sotto i 3’, il 19”95 di Cheikwa Traoré. Di fronte a una massa del genere il riassunto deve essere succinto.

I vertici di Roma, con una considerazione sulla pedana del lungo/triplo montata sulla Tevere, troppo alta e troppo vuota per essere vera: Jordan Diaz, 18.18, e Pedro Pablo Pichardo, 18.04, sono dei fenomeni ma la loro abilità di rimbalzisti è stata esaltata oltre misura. La “generosità” è sottolineata dal francese Thomas Gogois, al via con un personale intorno ai 16.80 e atterrato sul terzo posto con 17.38. Pare di tornare al 1968 quando i canguri e le cavallette si trovarono alle prese con un ambiente formidabile. Il doppio 8.65 di Miltiades Tentoglou, perfetto camminatore nell’aria, e il 7.22 di Malaika Mihambo, sono da associare a queste favorevole situazione.

In chiave olimpica, da sottolineare l’accoppiata 48”98/49”07 di Natalia Kaczmarek (che dopo quasi mezzo secolo ha migliorato –, non cancellato –, il record polacco di Irena Szewisna) e dell’irlandese-nigeriana Rhasidat Adeleke. Tempi da podio a Parigi, così come il 13”05 di Lorenzo Simonelli, il 12”31 di Cyrena Samba Mayela (un tempo del genere non si vedeva in Europa da 32 anni e mai in Europa Occidentale), il 2.37 di Gian Marco Tamberi (in questo caso si può azzardare il vertice), il 22.45 di Leonardo Fabbri, il 44”15 di Alexander Doom che ha fornito anche un 43”88 in ultima frazione. Armand Duplantis, 82 volte oltre i 6 metri o più, è fuori categoria.

Inutile sottolineare che l’Italia ha dominato: il doppio del raccolto record di Spalato 1990 e undici successi, come l’URSS e la Germania Est del tempo che fu. Confortante ritorno in scena della Francia, specie con le donne, Germania anno zero e gran raccolto della Svizzera. Sarebbe bello conoscere il bilancio finanziario della federazione.

Rossocrociata anche la storia più bella: Dominic Lobalu, cresciuto nella guerra eterna che arde nelle braci eterne del Sud Sudan, passato per il team dei rifugiati, ora è campione europeo dei 10.000 per la Confederazione. L’atletica, senza microfoni e urla belluine, sa commuovere.
 

Qualche spigolatura (da gustare ed accarezzare)

Evitando essere travolti dall’ondata e dalla valanga di isterici commenti a quanto è accaduto a questi Europei, non resta che annotare una serie di cosette che soltanto vecchi suiveurs come noi possono accarezzare.

• Il 12”31 di Cyrena Samba Mayela è il miglior risultato degli ultimi 32 anni ed è, in realtà, una specie di record dell’Europa occidentale: davanti, solo il 12”20 di Yordanka Donkova, il 12”25 di Ginka Zagorcheva, entrambe bulgare, e il 12”26 di Lyudmila Narozhilenko, sovietica, poi svedese sotto il nome di Engquist e indagata per doping.

• Piegando dopo emozionante testa a testa l’irlandese-nigeriana Rhasidat Adeleke (48”98 a 49”07, sesta e settima europee di sempre), la bella Natalya Kaczmarek ha migliorato il record polacco dei 400 che risaliva all’estate del 1976 e alla finale olimpica di Montreal, quando Irena Szewinska stritolò in 49”28 la ddr Christina Brehmer lasciandola a un secondo e 23 centesimi. Brehmer era stata la prima a scendere sotto i 50”, a giugno a Dresda, ma Irena rispose dopo una paio di settimane a Bydgoszcz e ai Giochi realizzò uno dei suoi capolavori. Il record mondiale, 47”60 di Marita Koch, non è lontano dai 39 anni di durata.

• La Svizzera non vinceva il titolo dei 200 da 55 anni. Il primo, e sino a un paio di giorni fa, l’unico era stato Philippe Clerc, campione europeo nel ’69 allo stadio Karaiskakis del Pireo, 20”6, davanti al ddr Hermann Burde e al polacco Zenon Nowosz. Dopo i 100, Valeri Borzov evitò la distanza. Clerc, originario del Vallese, sposò la britannica Janet Simpson che in quell’edizione conquistò il titolo della 4x400.

• Il 13”05 di Lorenzo Simonelli è il settimo risultato di sempre di un europeo, alla pari con quel lungagnone di Florian Schwarthoff. Prossimo da acchiappare e superare, il britannico Anthony Jarrett, 13”00.

• Nell’arco di poco meno di quaranta giorni, Leonardo Fabbri ha chiuso sei gare oltre i 22 metri, con quindici lanci oltre quella barriera. Nella qualificazione degli Europei, la sua… peggior misura, 21.10, peggiorata con il primo tentativo in finale, 20.42. Cose che capitano.

• L’8,38 di Mattia Furlani eguaglia il salto, inventato, del povero e inconsapevole Giovanni Evangelisti a Roma ’87.

• Marcell Jacobs, due volte campione dei 100, ha raggiunto Francis Obikwelu e Christophe Lemaitre. A quota tre resistono Valeri Borzov e Linford Christie.

 

 

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