- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Non siamo nel 2024, siamo andati gia' oltre

Martedì 4 Giugno 2024

 

gente 

E’ un mondo pieno di follie e di ipocrisie quello in cui viviamo. E che ogni giorno porta la sua pena condita di turpiloquio e di insulti. Con gli estremismi esaltati come il pensiero dominante, senza alcun rispetto per le opinioni altrui.

Andrea Bosco

A fine settimana si voterà per l'Europa. Qualcuno di lorsignori ha prodotto un programma di quanto a livello continentale saranno intenzionati a fare? Zero: solo slogan con vista Italia. Leader che sono in cima alla propria lista ma che a Bruxelles anche se eletti non ci andranno. Qualche insulto “nazifascista di qua”, “bastarda di là“, “capitalismo infetto di qua“, “stronza” di là da parte di chi si crede ormai il personaggio di Crozza. Con tanto di replica – tié – da parte della insultata.

Del resto il linguaggio colorito (eufemismo) ormai è usato persino dal Vescovo di Roma con relative scuse postume. Non sono ipocrita: quando ero ragazzo era abitudine deridere gli omosessuali con termini (lessico sterminato) più pesanti di quello fiorito sulle labbra del Papa. Oggi quel termine l'ho abolito dal mio vocabolario. Anche se, confesso: se per la strada vedo una bella donna, continuo ad adoperare la parola che indica l'organo sessuale femminile. Non dovrei, ma una abitudine è difficile abbandonarla.

Candidati per le Europee: generali (già valenti in vari scenari del mondo) che sembrano usciti da una tela di Enrico Baj: grotteschi e surreali. Ma anche pluri-condannate (in attesa di giudizio ai domiciliari in terra straniera) candidate – non si sa in base a quale competenza – a Bruxelles. Ma del resto se discettano di Europa, miserizzi che invocano le dimissioni del capo dello Stato per aver auspicato un “Continente unito“, tutto è possibile. Persino che un vescovo dai lineamenti “lupini“ faccia campagna elettorale (criticando autonomia differenziata, presidenzialismo e riforma giudiziaria) preoccupandosi più delle cose degli uomini che di quelle di Dio: vale a dire delle loro anime. Del resto se vai in Russia e dei 20.000 bambini deportati nella terra di Putin dall'Ucraina non riesci a portarne indietro uno, forse dovresti cambiare mestiere.

A Gaza, forse, si riuscirà a trovare una tregua. Sperando che la delusione, dopo la firma dell'accordo tra le parti, non sia forte, sul fronte degli ostaggi. Hanno trovato il cadavere (l'ennesimo) di un uomo, spacciato per vivo per mesi da Hamas e che viceversa era stato giustiziato lo stesso giorno del rapimento. Certo, dal punto di vista numerico, la reazione di Israele non è stata proporzionata: 1400 i morti israeliani dopo il pogrom di Hamas e 35.000 i palestinesi morti sotto i bombardamenti di Israele. Che ha eliminato molti leader di Hamas (non passa giorno che non ne uccida uno), ma che ancora non è riuscita a mettere le mani sui tre principali che ancora tirano le fila del terrorismo.

ELEZIONI – Pare che Bibi sia stato costretto da Biden a un passo indietro: il leader democratico arrischia di perdere le elezioni presidenziali a novembre, stante l'ostilità dei musulmani dell'Ohio, lo stato chiave per ottenere la Casa Bianca. A meno che Trump non venga sbattuto in galera dopo essere stato condannato dal tribunale di New York per i pagamenti illeciti a una pornostar. Ma in questo caso gli Stati Uniti potrebbero vedere una nuova guerra civile. Il fatto è che risolta (si auspica) la vicenda palestinese, magari con la creazione (finalmente) di due stati, resterà aperta la questione islamica. I cui effetti sull'Europa si stanno ogni giorno vedendo. Se una maestra di una media di un paesino del trevigiano esenta due alunni (con il benestare della preside) dallo studio di Dante, perché “nell'Inferno, assieme a tre papi”, l'Alighieri sbatte anche Maometto, allora siamo alla frutta. Allora siamo alla più preoccupante delle colonizzazioni.

Con i sermoni coranici all'Università di Torino, i veli in aula per omaggiare una cultura che non appartiene all'Europa (nata dalle cattedrali e successivamente dalla Rivoluzione francese), con i quartieri ghetto nelle grandi città del continente, con piccoli centri come Monfalcone, dove (grazie a sotterfugi burocratici) si pratica la poligamia. E con una mala concezione della laicità. Il tutto in un crescendo antisemita nel quale gli islamici affermano (leggere i loro testi, please) che “l'ultimo giorno verrà solo quando l'ultimo ebreo sulla faccia delle terra sarà ucciso“. Ma del resto, con termini meno truculenti sia San Paolo che Sant'Agostino, affermano che “il Giudizio Universale verrà quando l'ultimo ebreo sarà convertito in pace“. Questa idea opprimente che la religione ebraica sia una cosa da sopprimere. Pretendendo magari che gli ebrei non reagiscano a questo tentativo. I cristiani a lungo hanno accusato gli ebrei di aver gridato nel Sinedrio “Crucifige“. Dimenticando che gli ebrei (che non riconoscono nel Cristo il Messia) il loro “unto del Signore” lo stanno ancora attendendo .

E' un mondo zeppo di follie e di ipocrisie quello nel quale viviamo. “Giacomo Matteotti fu assassinato da squadracce fasciste“: parola di Giorgia. “Eh, ma non basta: deve dire che è antifascista“. Fine esami del sangue, mai. Roberto Saviano non è stato invitato dalla delegazione italiana alla Fiera del Libro di Francoforte perché il suo editore si è “dimenticato“ di inserirlo nella lista? Ma no: non è stato invitato perché ha dato della “bastarda“ alla premier. Meglio dirla, la verità. Anche che Saviano non è una vittima: è un dritto. Che sa come attirare l'attenzione (e le vendite). Infatti lui a Francoforte, invitato dai tedeschi, ci andrà. Mentre gli scrittori che (per solidarietà con Saviano), tutti Premi Strega (perché in Italia se non vinci lo Strega o non sei finalista allo Strega sei minus quam), la kermesse letteraria di Francoforte hanno disertato se lo sono presi a “bottega“. Come diceva Nanni Moretti: “Mi si nota di più se ci vado o non vado?“

Siamo sempre lì. Ero rimasto al mondo Lgtb: strana sigla ma comprensibile. Ora ho scoperto che la sigla si è evoluta in Lgtbqia+ che, mi hanno spiegato, significa un sacco di cose, “sintetizzate“ in una sigla che sembra presa dai file di Hal 9000, il supercomputer omicida della nave spaziale “Discovery“ di “2001: Odissea nello spazio“. Siamo nel 2024, siamo andati molto oltre. E non solo in fatto di sigle.

SALA – Al comizio di domenica scorsa (oltre che per le Europee si voterà in 3000 comuni italiani: mai che una votazione regionale o comunale sia fatta unitariamente, mai che sia fatta con un unico “sistema“, perché la grande passione dei governati italiani è quella di far votare a raffica i cittadini sull'universo mondo, ignorando il fatto che gli italiani di tutte queste votazioni si sono rotti le palle e infatti ormai il 40 e passa % diserta le urne) Beppe Sala, sindaco di Milano, ha introdotto il suo discorso facendolo precedere dalle note di “Rider on the Storm“ dei “Doors“. Perché lui si sente “un cavaliere nella tempesta“. Lui se ne sbatte se i giornali tutti (dal Corriere a La Repubblica, dal Giornale a Libero, da Il Giorno a La Verità) siano zeppi di proteste dei cittadini nei suoi confronti. Il mancato controllo della movida imperversante e impunita (vigili a Milano? Quali vigili?). I marciapiedi occupati dai dehors (che dovevano essere provvisori in periodo Covid: ma si sa, niente in Italia è più definitivo del provvisorio), dalle moto, dai monopattini, dalle biciclette, dalle auto in sosta abusiva: insomma da tutti tranne che dai pedoni. L'erba alta e non tagliata nei parchi, perché l'assessora ambientalista intende proteggere la biodiversità e per zanzare già presenti a milioni, autan, gerani e zampironi.

E non rompete le scatole che lui Beppe il “cavaliere“ ha il problema del Meazza, con questi dell'Inter e del Milan che ne vorrebbero fare due nuovi di zecca, a Rozzano e a San Donato, di stadi . Quello dei residenti che stanno facendo casino per il numero spropositato dei concerti concessi in zona San Siro, dove ogni notte ormai non riesci a vivere per il rumore assordante e per la viabilità sistematicamente in tilt. Ha, Beppe (dovrebbe, ma se ne frega) il problema delle buche che i sub appalti, dei sub, sub, sub appalti non riparano. Anzi usano un bitume talmente scadente che alla prima pioggia le buche diventano voragini. Ha il problema, Giuseppe, delle multe stradali: Milano seconda città d'Italia (dopo Roma) con incassi stellari. Per la rabbia degli automobilisti. E senza neppure il disagio di dover inviare in modo cartaceo le sanzioni. Basta introdursi nella pec dei malcapitati che spesso neppure sanno di averla e quindi non la aprono, mentre la sanzione si raddoppia, triplica, decuplica.

TURISMO – Non trovi più una edicola aperta? E che gli importa a Beppe? Lui le notizie le legge sul suo smartphone. Troppi turisti in infradito che stanno a Milano quattro ore, consumano poco (sovente in strada, piadina nella mano) e tanto inquinano? Ma per favore che tutti stanno facendo, col turismo d'accatto, affari d'oro. Letizia Moratti gli ha rimproverato si prendersi meriti non suoi. E' vero (posso testimoniare per le tante missioni fatte con il sindaco, ante Expo), ma Beppe ha la memoria corta. Va dove lo porta la tempesta. E se il vento è palestinese lui vorrebbe esporre a Palazzo Marino la bandiera dello stato che “ancora non c'è“ da sola, ripudiando quella di Israele. Salvo poi fare il cavalier servente della senatrice Segre al binario della vergogna da dove gli ebrei venivano deportati verso i campi di concentramento e le camere a gas.

Beppe Sala sa rendersi come pochi “odioso“ ai suoi concittadini. Io ormai mi sposto tra Milano e Venezia (dove peraltro il problema dei foresti resta, nonostante il biglietto d'accesso imposto da Brugnaro, intatto) visto che la città dove vivo dal 1971 non la riconosco. Ho letto che neppure Massimo Fini (che ho conosciuto) la riconosce. E non solo perché la sua vista si è molto indebolita. Ma tutti, quanti lo detestiamo, dovremo farcene una ragione: resterà al suo posto fino a fine mandato. Nulla potrà schiodarlo. Del resto a suo tempo, l'attuale coalizione di governo, che considera Milano “colonia“, gli oppose un bravo (ma sconosciuto) pediatra, piuttosto che ricandidare l'ex sindaco Albertini.

Bagnaia sta recuperando a suon di vittorie il distacco in classifica piloti su Martin. Dalla Ferrari si attende uno squillo, dopo la nota alta di Montecarlo. Il calcio celebra la grandezza di Ancelotti e del suo Real Madrid alla quindicesima Champion's della storia. La Juventus, con la coda tra le gambe, è rientrata nell'ECA, rinunciando (ora che nessun club potrà più essere sanzionato per l'adesione) alla Superlega che Andrea Agnelli avrebbe voluto fosse realizzata. Ma come dice don Lisander, “se il coraggio uno non ce l'ha … eccetera”.

L'Inter è nella bufera per le sue anomalie contabili. Gasperini l'ha accusata di avere un “miliardo di debiti“. Ma i media non se ne occupano. Le vicende sono talmente complicate che neppure serve scriverne. L'Inter appare intoccabile. E forse una ragione c'è, considerato che un anno fa il presidente vicario del Tribunale di Milano, Fabio Roia , ex giornalista, interista doc, rivelò come, in quel tribunale “folta fosse la colonia interista tra giudici, impiegati e giornalisti: cosa che rende il lavoro piacevole“. Forse non è un caso che nel momento in cui spirano forti gli alisei sull'Inter, Massimo Moratti intervistato da Oggi abbia rivelato che “potrebbe ricomprarsi l'Inter“. Certi amori, recita il menestrello, “non finiscono, fanno dei giri lunghi e poi ritornano“. Poi dipende da quanto lunghi siano “i giri“.

BASKET – Finale Italia tra Virtus e Olimpia, come era nei voti. Sono le squadre più forti. E le vittime sacrificali, come ha spiegato l'Orso con finezza, hanno subito le sconfitte “con stile“. Resta un fatto: gli arbitraggi sono diventati insopportabili per la scarsa qualità di chi fischia. C'è sempre stato un problema arbitrale sui parquet italiani. Nonostante un tempo fischiassero i Marzio Zambelli e i Paolo Zanon: vere eccellenze. La Reyer può lagnarsi degli arbitraggi subiti nella serie con Bologna. Così, come anche Tortona, avrebbe potuto. Brescia potrebbe fare più di una rimostranza, per la sua serie con Milano. Chi vincerà? Se il metro resterà quello visto, chi saprà mettere meglio e con più violenza le mani addosso all'avversario. E' il nuovo basket che in NBA vedrà Boston e Dallas contendersi il titolo. Tatum o Doncic? Magari alla fine determinanti saranno Brown e Irving. Mi ha chiesto un mio amico: chi vorresti come rinforzo alla Reyer femminile? Ho risposto senza esitare: Hamby. Il fenomeno già visto a Ragusa.

Il “mio“ Venezia è tornato in serie A. E nel 2026 avrà il nuovo stadio da circa 20.000 persone. Intanto dovrà adeguare il vecchio “Penzo“. Ma poca roba: qualche centinaio di posti. Partirà ad handicap, perché l'allenatore del miracolo, il bravissimo Vanoli, sostituirà sulla panchina del Torino, Juric. Mentre l'Italia di Spalletti continua a perdere i pezzi (crociato per Scalvini) resta una sola cosa da evidenziare: Sinner dovrà ancora mangiare michette per diventare il numero 1 del circuito. Perché il Robocob serbo, magari non ha più la freschezza di un tempo. Ma bene o male gli avversari li macina e li stritola. Nole è una macchina. Un esempio di come si deve stare in campo. Antipatico? Solo agli avversari e agli aficionados degli avversari. Per chi ama la competizione e intende la competizione come una cosa “che non è finita, fino a quando non è finita“, Nole è un mito. Un grandissimo come lo sono stati Nadal e Federer. E come, si spera, possa diventare Sinner.



 

Cerca