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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Sport runner ed altri misteri

Domenica 12 Maggio 2024

 

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Lo sport è il nuovo narcotico, è il nuovo fiore ingurgitato dai lotofagi, è l’accompagnamento all’esistenza (la vita è un’altra cosa), è ossessivo e martellante, non concede più tregua, ha abolito le soste, ha cancellato il fascino dell’attesa.

Giorgio Cimbrico

Città, maxi-schermi che occupano le facciate, folla silenziosa e connessa, immagini mute interrotte da pubblicità mute, pannelli più piccoli nella metro, nelle stazioni, negli aeroporti. Ancora più piccoli, ma presenti, a bordo. Immagini di sport, un continuum senza fine. Non c’è più bisogno di una voce narrante, di una colonna sonora.

Tutti sanno quello che stanno vedendo o intravvedendo. Anche se solo per un attimo, prima di immergersi nella dimensione parallela dello sport “fanta”, un momento di sfida con se stessi, con “amici” che possono essere dei perfetti sconosciuti. Le vecchie, innocenti chiacchiere sono finite per sempre.

Lo sport è il nuovo narcotico, è il nuovo fiore ingurgitato dai lotofagi, è l’accompagnamento all’esistenza (la vita è un’altra cosa), è ossessivo e martellante, non concede più tregua, ha abolito le soste, gli intervalli, ha cancellato il fascino dell’attesa.

Chi lo governa – e non è il CIO o le federazioni internazionali: loro eseguono – ha prodotto un miracolo genetico, di partenogenesi: da un seme una volta nasceva una pianta o, dopo i tempi necessari, un albero. Ora, con nuovi innesti (viene in mente il Mondo Nuovo di Aldous Huxley) una creatura originaria può scindersi, assumere nuove dimensioni, moltiplicarsi in un processo senza fine.

Basta pensare a quel che erano, ancora una ventina d’anni fa, le Olimpiadi invernali e cosa sono diventate, una mostra mercato dell’attrezzatura sportiva (meglio accelerare: con il cambiamento climatico gli sport invernali fra poco spariranno), molto apprezzata dal CIO che sta battendo la via degli sport popolari – Breakdance, Flagfootball – o legati a tradizioni di popoli nativi e così oppressi: il lacrosse a Los Angeles 2028 si spiega così.

Qualche esempio: al calcio non bastava più un Mondiale a 48 squadre, una nuova Champions che, per chi arriva sino in fondo, può trasformarsi in un campionato parallelo (ma più molto più ricco e ambito) a quello nazionale, e così è stato inventato anche il Mondiale per club a 32 squadre, con protesta (quanto flebile o vigorosa non è ancora noto) del sindacato mondiale dei giocatori. E il rugby che ha vicende professionistiche legate solo all’ultimo trentennio è percorso da una forte febbre imitativa: allargamento delle squadre in Coppa del Mondo, calendario globale, un Mondiale per club nella mente di chi regge il timone e sa che i replicanti non si ribelleranno mai perché i soldi fanno comodo a tutti.

E poi ci sono gli arabi che impazzano e vogliono tutto e presto. Caduto il tabù del mondiale d’inverno, altre novità sono appese all’orizzonte. Anche olimpiche.

Ritorno al mondo reale: si torna a casa e dai maxi-schermi che incombono si passa a quello domestico. Si può scalare l’Izoard e il Gavia sistemando i dati giusti sullo schermino fissato alla cyclette; si possono cercare gli indumenti più leggeri, gli integratori più efficaci; è normale scaricare programmi di allenamento per tutte le taglie, per tutte le stazze. Stesso scenario per quelli che corrono – i runners, pardon – e in questo la ricerca avviene sulle scarpe al carbonio e con abbonante schiuma dove poggia il tallone.

Nel frattempo, su un altro video scorrono NBA, golf e tennis (che non mollano mai), F1, moto GP, World Series di baseball, il mondiale di cricket che è amato da tre miliardi di abitanti della Terra e una serie infinita di etc etc etc. La gente concede un coriandolo di attenzione, qualcosa forse assorbe, e poi si lancia in critiche, invettive. Sempre isolata, silenziosa, dita che scorrono rapide sul telefonino, sulla tastiera. Anche quello è allenamento, anche quello è sport.

 

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