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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
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Piste&Pedane / Non dire gatto, se non ce l'hai nel sacco

Mercoledì 8 Maggio 2024

 

medaglie_earoma2024 


L’anno del doppio impegno, Europei (ma perché quella data?) e subito dopo Olimpiadi, è partito con una pioggia di nuovi limiti nazionali. Senza voler dimenticare il quasi en-plein delle staffette. Eppure c’è qualcosa che pare non tornare.

Daniele Perboni

Tamburi e grancassa, allo Stadio Olimpico di Roma, mancavano soltanto le cornamuse, per celebrare il ritorno dei Campionati Europei a Roma, cinquant’anni dopo quelli del 1974. Fra un mese su questa stessa (rinnovata) pista inizieranno le danze. Stando alle voce dei massimi dirigenti e tecnici in capo al movimento atletico azzurro si stimano una “carrettata” di medaglie. Un bottino fors’anche superiore a quello storico di Spalato 1990 (12).

Fra le 147 medaglie da distribuire, i 1600 iscritti di 47 federazioni, un posticino nella storia spetterà anche a chi vestirà la maglia azzurra. I risultati tecnici di piste, pedane e strada parlano da soli e senza mezze misure: mai il movimento italico è stato così ricco di potenziali primi attori. Merito di tecnici, dirigenti e, naturalmente, degli atleti di vecchia e nuova, anzi nuovissima generazione. Un’abbondanza che non può che far sorridere.

Chiuso un inverno con 25 record italiani complessivi in 14 specialità, spaziando dalla strada alla pista, la stagione agonistica 2024 ha già messo in mostra il buon livello raggiunto. Tutti pronti dunque per Roma e Parigi? Certo che sì. Che altro rispondere?

Eppure … eppure qualche segnale d’allarme, piccolo e forse insignificante, ma totalmente trascurato da qualsiasi addetto ai lavori, fa capolino leggendo fra le righe: piccoli infortuni, atleti che hanno passato giorni fermi o in infermeria, campioni che per una ragione o per l’altra non si sono ancora palesati. Tralasciando lo sfortunatissimo Massimo Stano, incappato in una bottiglia d’acqua di Lourdes al contrario, costretto a saltare gli Europei casalinghi, vorremmo soffermarci sul campionissimo per eccellenza: Marcell Jacobs.

Dopo aver iniziato la stagione con un 10”11 (+0,9) non proprio di eccellenza (ma da quelle parti non ci fanno caso, specialmente nelle gare di esordio stagionale …), si è appreso –, per bocca del nuovo allenatore Rana Raider –, che Marcell fisicamente non era proprio così ben messo quando l’ottobre scorso si è presentato alla sua corte. Problemi che forse ne hanno ritardato il completo recupero. Pare che da quelle parti sia sbarcato un “rottame” non un campione olimpico con 9”80 di personale … Insomma, Paolo Camossi un incapace che non ha saputo trovare la quadra e che non si è accorto di tutti i problemi fisici del suo allievo? Mah.

Identica sorte subita da Samuele Ceccarelli. Dopo il repentino cambio di allenatore, da Marco Dal Medico (che lo aveva portato al titolo europeo indoor dei 60 e ad un personale di 10”13 nei 100) a Maurizio Checcucci in quel di Firenze. Anche in questo caso ecco scoperto l’arcano di una stagione invernale opaca e deludente: una serie di problemi fisici. Un altro tecnico poco accorto e con la vista corta?

Le ultime avvisaglie di una squadra che a poco a poco si sta trasformando in una sorta di infermeria le abbiamo avute alla recentissima rassegna mondiale delle staffette: all’ultimo istante, poco prima di entrare in pista, ecco la repentina sostituzione di Anna Bongiorni con Irene Siragusa. Una piccola contrattura così sembra. E che dire di tanti altri di cui non si parla, ma che stanno attraversando un periodo non proprio felice come alcuni quattrocentisti o la specialista delle multiple Gerevini? Piccoli intoppi, non ne dubitiamo, che forse non pregiudicheranno future soddisfazioni (medaglie?). Ma, permetteteci, un piccolo segnale di allarme lo stanno lanciando.

In ogni caso l’abbondanza di velocisti –, col gigante Chituru Ali in splendida forma (10”06/+1,8) –, la coppia dei pesisti Fabbri-Weir, con il primo capolista mondiale stagionale grazie al 22.88 di Modena del 1° maggio, le quattro staffette (su cinque) qualificate per i Giochi di Parigi, quel Diaz Hernandez già salito a 17.61 nel triplo, accompagnati dai miglioramenti di Yeman Crippa su strada, giustificano ampiamente i sorrisi a trentadue denti e i sogni di medaglie e di allori olimpici.

Auguriamocelo. Ma, come diceva un nostro vecchio maestro, in atletica mai fare conti a lungo raggio. Insomma, non stracciamo il vecchio detto trapattoniano: mai dire gatto se non l’hai nel sacco.

 

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