Ranking 2021 / Italia: Marcell e Gianmarco, quasi un pareggio
Martedì 16 Novembre 2021
Concludiamo il Ranking annuale con i nostri “Magnifici Sette”, una volta tanto con l’imbarazzo della scelta per una abbondanza cui non eravamo più abituati almeno dagli anni Ottanta. Un viatico e una scommessa per il futuro immediato.
Top Ten Uomini 2021
Gianfranco Colasante
1. – Marcell JACOBS
Non se ne avrà Giulio Cesare che gli rubiamo la citazione (“meglio primo in un villaggio che secondo a Roma”) a proposito del Numero Uno del nostro ricco vicus di atletica. Indiscutibile, come lo sgarbo della WA da buttarsi alle spalle. La pagina che Marcell ha scritto a Tokyo – alzi la mano chi l’aveva almeno sognato –, unico con due ori sul campo, è ancora da leggere e da interpretare.
Fatti&Misfatti / Spiaggia anemica dove non amano la polvere
Lunedì 15 Novembre 2021
“Avremo tempo per prendercela con Sacchetti: intanto meglio si metta la corazza, anche se lui è il primo a sapere che del doman non v’è certezza, se fai l’allenatore della Nazionale.”
Oscar Eleni
In fuga dalle crudeli bande giovanili che infestano la darsena milanese, con una carta verde per chiedere rifugio a casa di Astutillo Malgioglio, bel portiere in passato, grande uomo, neo cavaliere che divide con i tanti bambini che ha aiutato il premio ricevuto dal Mattarella desideroso di lasciare il circo della sua e della nostra sventurata Repubblica ispirata da certi cardinali. Le mani di un portiere, il cuore di un gigante.
Italian Graffiti / Lasciamo che lo Stadio Olimpico resti olimpico
Venerdì 12 Novembre 2021
Il presidente della federcalcio (e membro del governo olimpico) Gabriele Gravina vorrebbe dedicare lo Stadio Olimpico a Paolo Rossi, l’eroe di Madrid ’82. Una idea proprio in linea con quella visione che ci ostiniamo a chiamare cultura sportiva?
Gianfranco Colasante
Anche se negli ultimi tempi si vanno moltiplicando gli appelli al “santo subito”, in politica e fuori, fa un po’ impressione – ma, a ben pensare, neppure tanto – la faccenda delle (ri)nomine per gli impianti sportivi. Non bisogna andare troppo all’indietro per ricordare il connubio Napoli-Maradona: dopo aver concesso all’ex “pibe-de-oro” la cittadinanza sfrattando il malcapitato generale Enrico Cialdini per fargli posto (revisionismo storico lo chiamano gli acculturati), i napoletani hanno addirittura rispedito San Paolo sulla via di Damasco per poter intitolare a San Diego lo stadio cittadino (stadio ch’era stato costruito dal CONI per i Giochi di Roma, ma chissà se qualcuno lo ricorda).
I sentieri di Cimbricus / La demenza, ultima meta del rugby
Venerdì 12 Novembre 2021
Lear: “Chi mi conosce di voi? Questo qui non è Lear. Vi pare che Lear cammini così, parli così? Dove ha gli occhi? Forse è rimbecillito e i suoi sensi sono in letargo? Ah, è sveglio? Non è vero. Chi sa dirmi chi sono?” Matto: “L’ombra di Lear”. [William Shakespeare, Re Lear, atto I].
Giorgio Cimbrico
Alla schiera si è unito Carl Hayman, 41 anni, pilone, 46 test nella prima linea degli All Blacks. Soffre di demenza, di memoria sempre più annebbiata. E’ finito nella spirale della violenza domestica, dell’alcolismo. E’ uno dei tanti (oggi, intorno ai 150) che denunciano i vertici mondiali, i padroni del gioco, dello sport. Una class action promossa da una categoria che ritiene di esser stata colpita, danneggiata nei diritti, sul posto di lavoro, nell’integrità, nella salute.
Piste&Pedane / Corsa lunga? Questione di programmazione
Venerdì 12 Novembre 2021
Interessante chiacchierata con Renato Canova, tecnico torinese di grande esperienza, ormai da diversi anni “emigrato” all’estero e che in passato ha seguito molti atleti azzurri. Occasione anche per un esame del settore italiano, tra rilanci e ritardi.
Daniele Perboni
– In Italia, specialità tradizionalmente in ritardo rispetto all’Europa e al resto del mondo, quest’anno hanno trovato nuova linfa, specialmente velocità e salti. Settore a parte i lanci, dove ancora latitano risultati di rilievo, l’altro “grande assente”, ancora una volta è il mezzofondo, specialmente quello in pista. Quali, secondo lei, le cause principali di questo vuoto?
«Vi sono ragioni tecniche e ambientali. Riguardo le prime, occorre dire che negli ultimi 15 anni (quando, per ragioni diverse, gli allenatori più esperti che in passato avevano ottenuto risultati di livello mondiale con i loro atleti non sono più stati al centro di un progetto federale, maratona a parte) i giovani tecnici sono stati coinvolti, come nella maggior parte dei Paesi europei, in metodologie di allenamento considerate “moderne”, nelle quali il comune denominatore era una drastica diminuzione del volume di corsa.
More Articles...
Page 184 of 706