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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Quella gita ad Eldoret

Sabato 4 Dicembre 2021

 

giovannelli-85


“Poco fa ho chiamato il barone di Munchhausen per fargli gli auguri: oggi Sandro Giovannelli taglia il traguardo degli 85 e mi è sembrato in buona forma. Difficile sunteggiare per chi non l’ha conosciuto, ma ecco qualche elemento per celebrare”.

Giorgio Cimbrico

Lui, il nostro barone di Munchhausen, non aveva bisogno di cavalcare una palla di cannone per intraprendere i suoi favolosi viaggi, le sue campagne, le sue guerre: comprava un biglietto e durante il volo godeva delle migliori ore di sonno. In letto non stava altrettanto comodo Sandro Giovannelli che, come il barone, partì da un piccolo e tranquillo feudo appartato – sabino, non tedesco – per andare a conoscere il mondo, intessere rapporti, smarrire telefonini e computer senza mai perdere la testa, guadagnare la stima e la simpatia di chi entrava in contatto con lui.

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Osservatorio / Diack, l'uomo che non sapeva scegliere

Venerdì 3 Dicembre 2021

 

diack


Riflessioni e ricordi personali dopo la morte di Lamine Diack, il discusso presidente che – disperdendo l’eredità di Nebiolo – ha portato la IAAF (e l’atletica) nei tribunali e sul banco degli imputati. In nome del figlio.

Luciano Barra

Prima mattina: mentre poltrivo a letto a Madrid mi ha raggiunto la notizia della scomparsa di Lamine Diack, alla bella età di quasi 88 anni. E come spesso capita ho passato la successiva ora a percorrere tutti i ricordi personali su Lamine Diack. Ed a costo di essere autoreferenziale li voglio condividere con i lettori di SportOlimpico. Il primo ricordo è quando a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta: si leggeva su di lui sulla “bibbia” dell’atletica di allora, il quotidiano sportivo francese L’Equipe, quale saltatore in lungo di buon valore. Credo che avesse 7.63 di record personale.

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Giochi Invernali / (3) Tutto quello che volevate sapere, ma ...

Venerdì 3 Dicembre 2022

zoeggler-armin 

Continuiamo a sfogliare la nostra piccola antologia dei Giochi Invernali: storie di uomini e donne che hanno fatto la storia dello sport o, almeno, ne hanno scritto una pagina.

Gianluca Barca

Difetto di mira – Il biathlon, specialità che combina lo sci di fondo con il tiro a segno, è presente alle Olimpiadi dal 1960. Nella prima edizione, la medaglia d’oro andò allo svedese Lestander, il cui tempo sugli sci fu solamente il quindicesimo, tra i trenta partecipanti. Per contro Lestander non sbagliò neanche un colpo dei venti a sua disposizione con il fucile, unico atleta a fare tutti centri. Il più veloce fu il francese Arbez con un tempo di quasi otto minuti inferiore rispetto al vincitore. Arbez però sbagliò diciotto bersagli su venti, il che lo piazzò al venticinquesimo posto finale.

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I sentieri di Cimbricus / La marcia verso il grande nulla

Venerdì 3 Dicembre 2021

 

nelson 

“Lo notiamo leggermente appesantito”: la stazza di un vecchio pilone inglese secondo la voce bogartiana di Paolo Rosi. Non si può più dire. La pancia non c’è più: questa è la società del fitness, della forma fisica, in italiano.

Giorgio Cimbrico

“Heidi Rosendahl, bella e sexy. Mary Peters, invece, sembra una massaia”: non si può più dire perché tutte le massaie connesse si incazzano e possono aprire accesi dibattiti su Instagram o Facebook trovando più adesioni di quando il Papa bandiva la crociata. “Ha giocato male, un disastro”: non si può più dire. Sennò come fanno le società di calcio a costruire le plusvalenze?

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Piste&Pedane / 400, in attesa del primo finalista

Giovedì 2 Dicembre 2021

 

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Dopo 100 e 200, inevitabile addentrarsi nelle vicende del “giro”, nella sua cronologia e soprattutto nei suoi personaggi. Con un obiettivo fissato a Parigi 2024 e una domanda: chi sarà il primo finalista olimpico dei 400?

Gianfranco Colasante

Cronologia italiana dei 400 metri

Con la vittoria di Marcell Jacobs sui 100 ai Giochi di Tokyo, è rimasta solo la corsa dei 400 a non avere mai avuto un italiano finalista olimpico. E questo malgrado la distanza abbia avuto da noi interpreti illustri sin dagli albori. Muovendo da tale considerazione, con questo articolo provo a ripercorrere le tappe che hanno portato – attraverso le diverse vicende federali – dal disordinato e geniale pioniere Emilio Lunghi fino al quadrato Davide Re, primo a scendere sotto la soglia d’eccellenza dei 45”.

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