I sentieri di Cimbricus / A Vangelis, dolenti di gloria
Sabato 21 Maggio 2022
Ha avuto una vita sufficientemente lunga, 79 anni, per battere i sentieri della ricerca, della sperimentazione, a volte invertire la rotta. Per parte nostra gli saremo sempre grati per quel crescendo sulla spiaggia livida.
Giorgio Cimbrico
E così dopo Ian Charleson (Liddell), John Gielgud (uno degli arroganti rettori), Ben Cross (Abrahams) e Ian Holm (Mussabini) se n’è andato anche Vangelis, il tessalo che si chiamava anche Odisseo, Ulisse, e che in quel film ha lasciato la sua miglior musica, quella che gira sempre per la nostra testa, che ci commuove ogni volta che vediamo quel gruppetto che si avvicina – in primo piano un uomo, suo figlio e un labrador che parte a razzo – sguazzando nell’acqua (che è quella scozzese di St Andrews e non quella storicamente esatta della costa del Kent) e c’è chi è serio e chi sorride e tutti, dice la voce narrante, hanno il cuore pieno di speranze e le ali ai piedi.
I sentieri di Cimbricus / "Citru" ovvero l'infanzia di un capo
Venerdì 20 Maggio 2022
Se lo sprint è il settore più vivace di quest’inizio di stagione, la rivelazione è questo ragazzone 23.enne i cui cromosomi affondano in Africa Occidentale e che – trasferitosi da Como ad Ostia – sta studiando da duecentista ... extra-large.
Giorgio Cimbrico
Con lui ogni contatto deve avvenire dal basso verso l’alto: Chituru Ali, nato a Como il 6 Aprile 1999, è alto 1.96, “ma forse sono anche 1.97”. Ali è il più alto. Chissà se diventerà il più grande. Una fotocopia di Bolt, più bello però, un uomo vitruviano moltiplicato per due: pare che Leonardo, avvertito dell’ingresso in scena del giovanotto, si stia procurando un foglio più largo per disegnarlo. Misura delle scarpe, 49 e mezzo; peso, oltre i 95. Mai pensato di giocare a rugby? “No, all’inizio c’è stato il calcio, poi è venuta l’atletica, 110H”.
Piste&Pedane / Buona la prima, ma con la testa ad Eugene
Venerdì 20 Maggio 2022
C’era molto interesse attorno al rientro di Marcell sui 100, distanza che non correva dalla meraviglia di Tokyo. Pur con i postumi dei recenti malanni, ne è uscito un 10”04 che soddisfa solo in parte. Anche se resta l’ottavo tempo in carriera.
Daniele Perboni
Mancano due ore all’esordio. Per “ammazzare” il tempo si sta stretti nella striminzita ombra disegnata dall’edificio che ospita spogliatoi e quant’altro serve per la gestione di un evento sportivo. Il collega genovese, stretto in una giacca color sabbia, nonostante il caldo abbottonata sin sotto la gola, spiega: «Vedi lassù? Sono rocce calcaree. Quello sotto — indicando la pista, ripulita per l’occasione — è terreno argilloso, quindi impermeabile. Dunque l’acqua prima scende, poi, non avendo nessuna via di fuga risale, formando le “fontane”. Da lì il nome Fontanassa».
Osservatorio / Prospettive della figura del Tecnico
Mercoledì 18 Maggio 2022
Per la rinascita post-bellica della FIDAL, Bruno Zauli fece del settore tecnico l’asse portante della nuova Federazione, istituendo categorie e corsi di formazione. E non poteva essere diversamente per la Federazione tecnica per eccellenza.
Luciano Barra
Che la Federazione di atletica sia prevalentemente una Federazione tecnica è un assioma. Come ho già raccontato in un precedente intervento su SportOlimpico questo assioma mi fu inculcato da Giulio Onesti quando – “auscultandomi” in vista della mia nomina a Segretario Generale della FIDAL –, mi disse “ricordati che la FIDAL è una Federazione Tecnica”. Forse aveva paura che dopo la cruenta battaglia del “Rinnovamento” prevalessero logiche politiche. Così comunque non fu.
Duribanchi / Quando l'orrore diventa spettacolo
Martedì 17 Maggio 2022
“Si può biasimare un popolo che rifiuta di arrendersi? Che è disposto a morire pur di difendere la propria libertà? I nani politici di casa nostra chiedono lo stop alle armi e spiegano in tv che Putin non deve essere umiliato.”
Andrea Bosco
Stavolta è stata l’Europa a dire alla Russia di “andare a farsi fottere”. La vittoria dei Kalush gruppo ucraino all’Eurovision di Torino è stato un messaggio politico da parte delle giurie. Il brano degli ucraini non era musicalmente rilevante. In gara ce n’erano di migliori. Ma far vincere gli ucraini è stata una raccomandata spedita senza ricevuta di ritorno a Putin. Risultato: una giornalista russa ha twittato che “bisognerebbe sganciare bombe su Torino”. Esattamente quello che ogni giorno fanno i sicofanti di Putin: minacciano. “Le isole inglesi”, il mondo occidentale in genere. “Occhio alla bomba” dicono a Mosca.
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