Fatti&Misfatti / Fra le povere gazzelle di Grant
Lunedì 13 Giugno 2022
Che non si esaltano se i telecazzisti ti dicono che devi esaltarti. Non chiedeteci poi del basket scudetto. Se le danno e se ne dicono. La testa dei giocatori, dei protagonisti, soffre la grande tensione. Viva chi riesce ad essere bravo.
Oscar Eleni
Fra le gazzelle vegetariane di Grant che cercano di sopravvivere fra Tanzania, Sudan insanguinato e crudele, le terre dei Masai. Non bevono e non votano ai referendum come moltissimi. Non si esaltano se i telecazzisti ti dicono che devi esaltarti. Capiscono che nel calcio si può fare notizia e trovare simpatia se hai fatto il muratore come Gatti, il nuovo Chiellini, se apprezzi la vita limpida e non tatuabile del Raspadori. Diverso il momento in cui devi giudicare stile di gioco o di vita.
I sentieri di Cimbricus / Alla conquista dell'isola che c'e'
Lunedì 13 Giugno 2022
Quella che andrà in dote a chi riuscirà a piantare il giavellotto – l’attrezzo della tradizione finnica – oltre i 93.09 del record All-Comers. Intanto, dall’altra parte dell’oceano, alle finali NCAA spunta un nuovo Tommie Smith nato l'11 Settembre.
Giorgio Cimbrico
I “Paavo Nurmi Games” di Turku, in calendario martedì pomeriggio (con ampia rappresentanza italiana), offrono la chance di diventare padrone di una delle innumerevoli isolette al largo della città natale del Grande Taciturno, a condizione che il Keihas, il giavellotto, vada a piantarsi a 93.10, un centimetro in più del record su suolo finlandese, 93.09 di Ari Parviainen, centrato a Kuortane il 26 giugno 1999. La misura è anche il record nazionale di Suomi.
Abbecedario / La Quercia che non voleva morire
Domenica 12 Giugno 2022
Sento e leggo spesso di “valori olimpici” e di “heritage”. L’esperienza insegna che si tratta di belle parole messe in fila senza calore e alcuna convinzione. Motivo per cui vi propongo questa favola dei giorni nostri che nel ruolo della principessa vede una vegliarda e malandata quercia che si ostina a voler vivere. Anche con l’aiuto di tanti amici. Di altri mondi.
Gianfranco Colasante
Tra queste due foto intercorrono 86 anni. La prima – presa il 2 agosto del 1936 – mostra il 23.enne californiano Cornelius Johnson sul podio dei Giochi di Berlino dopo la vittoria nel salto in alto ottenuta con la misura di 2.03, davanti a Dave Albritton e Delos Thurber, fermi a 2.00. (Un mese più tardi Johnson e Albritton stabiliranno a New York un nuovo “mondiale” superando entrambi l’asticella posta a 6 piedi, 9 pollici e ¾, come dire a 2.076).
I sentieri di Cimbricus / I misteri buffi del calcio nostrano
Sabato 11 Giugno 2011
La domanda che mi faccio da tempo è: ma questa roba come può piacere? Eppure dicono che piace. O meglio, lo dicono quelli che sono dentro alla faccenda con una sicurezza che assomiglia alla sicumera: “Ma è questo che la gente vuole”.
Giorgio Cimbrico
Compiacere, alimentare le (piccole) pulsioni della gente pare sia diventato il compito di quelli che vengono chiamati media. Poco fa, su un sito, mi sono imbattuto in un paio di titoli: “Italia ripescata al Mondiale, niente da fare, la FIFA salva l’Ecuador”; “FIFA respinge il ricorso del Cile. Ecuador ai Mondiali e svanisce anche l’ipotesi di ripescaggio dell’Italia”. A parte qualche impennata verbale del commissario tecnico, sventata dal presidente Gravina, esisteva un’ipotesi di ripescaggio? A occhio, direi di no. Perché, per logica, se saltava l’Ecuador, entrava il Cile, anche in nome del contingentamento continente per continente.
Osservatorio / Dal vostro corrispondente dall'Olimpico
Un “dietro le quinte” che meriterebbe qualche attenzione se riflessione fosse ancora un termine di uso comune. Specie per chi abita nelle stanze del piano nobile. Il successo ha molte facce: tutto dipende da quale angolazione lo si guarda.
Luciano Barra
Sapevo già che sarebbe stato il mio ultimo Golden Gala dal vivo. Ne ho visti 46, dopo averne organizzati una decina da quel primo storico del 1980, e ne ho perso solo uno causa la concomitanza con una Sessione del CIO del 2005 a Singapore, un anno prima di Torino 2006. I motivi fondamentali del mio ritiro dal campo sono due: la mia età e la sofferenza di tornare in quella che è stata da sempre la mia città, Roma, e secondo perché l’atletica si gusta meglio in televisione.
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