Duribanchi / Certo che il mondo e' proprio strano
Martedì 13 Settembre 2022
“Una serata che noi viziosi di basket da tempo attendavamo. Diciamo che ce la siamo meritata. Onore ai nostri eroi. Onore al Poz. E mannaggia (mi costa, ma va fatto), onore anche a ‘Sughero’ Petrucci. E adesso vada come vada”.
Andrea Bosco
Per una partita di basket Milano-Cantù che mi aveva mandato fuori di testa, il caporedattore dello sport del Corriere d’Informazione, quotidiano del pomeriggio per il quale lavoravo, titolò con perfidia, sintetizzando il mio livore: “Giocano i migliori, dirigono i peggiori”. Avevo, allora amici nell’Olimpia e anche a Cantù. Aveva vinto Cantù, dove per il mio articolo non la presero bene, nonostante mi stimassero. In realtà ce l’avevo con un certo arbitro uso a fare (anche allora accadeva) il fenomeno, diventando protagonista, “oltre” quelli che stavano sul parquet e sulle panchine.
Osservatorio / "I soli dilettanti sono i cavalli e gli organizzatori"
Lunedì 12 Settembre 2022
Gli entusiasmanti successi delle squadre azzurre ai Mondiali e agli Europei, sottolineano ancora una volta l’abissale distanza tra la generazione dei tecnici e l’attuale dirigenza sportiva. Quanto ai telecronisti ...
Luciano Barra
Grazie Sandro Campagna, Carlo Silipo, Gianmarco Pozzecco, “Fefè” De Giorgi, con augurio anticipato a Davide Mazzanti. Grazie per averci fatto sentire orgogliosi di essere italiani indipendentemente dai diversi risultati che avete conseguito nei recenti Europei di Pallanuoto e Pallacanestro e Mondiali di Pallavolo maschile con quello femminile in arrivo. In un momento in cui la nostra politica sta toccando i livelli più bassi mai visti e che sta suscitando l’ilarità di tutto il mondo, lo sport – ora quello di squadra – tiene alto il nostro vessillo e pone agli stranieri questa domanda: ma quale è la vera Italia?
Fatti&Misfatti / De Giorgi e "Poz": ital-maghetti da amare
Lunedì 12 Settembre 2022
“Nati ben distanti nel modo di vivere, di fare e di guidare la nave: a Gorizia la mosca atomica del basket, nel Salento il Ferdinando re dei tre mondi, e ora con quattro diamanti da mostrare a chi, in Italia, neppure gli offriva lavoro”.
Oscar Eleni
Con un sacco di cenere per ossigenare la testa quasi mozzata da risultati difficili da prevedere, carico come un somaro, sul ponte berlinese delle spie, guardando verso la reggia di Potsdam dove stavano i re prussiani per vedere se al balcone si è affacciato Gianmarco Pozzecco per collegarsi con la Slesia dove alla cattedrale dei francescani di Katowice, terra benedetta dal pallavolismo italiano, Fefè De Giorgi sta spiegando come ha portato l’Italia del volley al titolo mondiale dopo l’Europeo conquistato sempre davanti a 13 mila polacchi.
I sentieri di Cimbricus / Un predestinato che si sente un cannone
Lunedì 12 Settembre 2022
Sulle pagine che da da molti anni ci guidano – in gergo, il Matthews – è stampato che Joe sia nato a Bethelehm, altre fonti riportano Nazareth. In un caso o nell’altro, luoghi da predestinato, da atteso.
Giorgio Cimbrico
Joe ha un cognome che più ungherese non si può, Kovacs. E come molti nipoti e figli dell’immigrazione dall’est europeo, è nato nella mineraria e metallurgica Pennsylvania. E’ sufficiente ricordare “Il Cacciatore” per cogliere la composizione etnica di quella zona che, prima, era stata popolata da irlandesi e gallesi. Fonti attendibili gli accreditano anche radici italiane per via di una nonna. Conosce qualche parola della nostra lingua e parlicchia l’ungherese.
Duribanchi / "Non speravo che ce l'avrebbe fatta a venire"
Sabato 10 Settembre 2022
Tennisti eminenti ovvero quando lo sfrontato “Gar” Mulloy, ignorandone il rango, tentò di fare colpo sulla giovane Elisabetta II con due biglietti per la tribuna di Wimbledon, ritrovandosela poi davanti all'atto della premiazione.
Andrea Bosco
Fare meglio di quanto abbia fatto Giorgio Cimbrico, analizzando il rapporto di Elisabetta II con lo sport, è impossibile. Ma godendomi il suo raffinato articolo mi sono reso conto che mancava il tennis, disciplina che la Regina non ha mai amato. Confesso di aver coltivato nel tempo una ammirazione sconfinata per la Vecchia. Che, per come la vedo io, non era solo una Sovrana (di una millenaria dinastia), non era solo una quasi centenaria “di ferro”: capo dello stato, sposa, madre, nonna.
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