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I sentieri di Cimbricus / Rifugiamoci nei violatori di barriere
Venerdì 15 Novembre 2019Da parte degli addetti ai lavori mediatici tiene banco il sogno. Sogno o son desto, sogno e son pesto, sogno e son mesto, di solito. Per l’interpretazione dei sogni, meglio rivolgersi al professor Freud che non risponde volentieri al telefono.
Giorgio Cimbrico
Non c’è dubbio che ci siano sport che hanno fatto breccia, anche per un certo complesso di inferiorità che l’Italia aveva con il resto del mondo. E’ il caso di ricordare quanti spagnoli hanno vinto tornei del Grande Slam? E’ necessario riesumare i successi di quel buonanima di Severiano Ballesteros? La piccola Italia è sempre ferma a Pietrangeli e a Panatta, e si è narrata e rinarrata, con un rassegnato sorriso, la storia del playoff di Costantino Rocca. Così, quando Francesco Molinari ha messo le mani sulla “caraffa del chiaretto” è sembrato che il golf fosse nato da queste parti e non in Scozia o nei Paesi Bassi che sostengono la paternità del golf dopo essersi vista riconoscere l’invenzione dello yacht: la prima imbarcazione da diporto venne inviata in dono a Carlo I, poco prima che il sovrano perdesse la testa. E non in senso allegorico.
I sentieri di Cimbricus / Caccia al record, ultima frontiera
Lunedì 12 Ago 2024
La generazione nata dopo lo scoccare del 2000 si sta dedicando a battere record che avevano l’aspetto e la consistenza di inattaccabili. E che in parte resistono, nel nome di oscure alchimie tecniche e farmacologiche.
Giorgio Cimbrico
Ha iniziato Mykolas Alekna, lituano, classe 2002, a Ramona, Oklahoma, riuscendo dove non era riuscito, per poco, il padre Virgilius: disco a 74.35 contro il 74.06 brandeburghese di Jürgen Schult, anno 1986. Ha proseguito Yaroslava Mahuchikh, ucraina di Dnipro, classe 2001, scavalcando 2.10 (un’affascinante cifra tonda che significa nuova frontiera) e ponendo fine al regno – prossimo ai 37 anni –, di Stefka Kostadinova. Per Yaroslava meglio la Parigi di Diamond League che quella olimpica: l’alto è stato molto veloce e abbastanza deludente.
Piste&Pedane / Candidatevi, candidatevi, ... qualcosa restera'
Martedì 5 Novembre 2019
Neanche spenti i bocchettoni di Doha, è partita la caccia alla poltrona di Giomi che si appresta a scendere alla stazione di Tokyo. Se due concorrenti vi sembrano pochi, eccovene quattro. O forse, come si mormora, cinque. E chissà, …
Daniele Perboni
Uscito dal letargo post mondiale mi accingo a riprendere confidenza con la tastiera e riportare, almeno spero, un lieve sorriso sul viso del “Diretür” di questo giornale. Senza più notizie dello scrivente avrà pensato, più che legittimamente, che un marinaio aveva deciso di separarsi dal resto della ciurma. Semplicemente ho voluto prendermi una pausa. Nulla di più, niente di meno. Davanti alla tastiera mille idee frullano nella testa. Alla rinfusa. Senza una logica apparente. Argomenti? Maratone autunnali, candidati alla presidenza (il mandato di Alfio Giomi scade a fine 2020) spuntati come funghi (siamo o no nella stagione giusta?), Club Olimpico o come diavolo volete chiamarlo.
Pensieri in barca / Olimpiadi, dal mitico passato ad un incerto futuro
Domenica 11 Agosto 2024
“Non tutte le medaglie hanno lo stesso peso agli occhi di chi segue le gare da casa, ma per il nostro CONI tutti quelli che sono saliti sul podio, meritano 180 mila euro per l'Oro, 90 mila euro per l'Argento e 60 mila per il Bronzo.
Gianluca Barca
Da 2800 anni il miracolo si ripete. Dopo ansie, polemiche, paura dei ritardi, dopo gli inevitabili appetiti, non sempre tutti leciti, che l’organizzazione di un grande evento inevitabilmente sa suscitare; dopo le attese, i timori per l’ordine pubblico, per il crescere delle spese, l’impatto sull’ambiente et cetera, et cetera, a un certo punto le Olimpiadi si materializzano e, chi più chi meno, tutto il mondo ne resta rapito.
I sentieri di Cimbricus / Immortalita', seconda puntata
Giovedì 18 Aprile 2019
Tiger Woods è il golf come Usain Bolt è stato l’atletica, come Roger Federer continua a essere il tennis, come, dopo un altro tipo di esilio e dopo un ritorno che ha del miracoloso, Alì fu il pugilato.
Giorgio Cimbrico
I giovani avanzano ma è sempre più difficile liberarsi da chi ha scandito le stagioni della nostra vita. In questo senso gli ultimi giorni sono stati prodighi: Philippe Gilbert il vallone ha vinto la Roubaix a quasi 37 anni e Tiger Woods ha indossato la sua quinta giacca verde (ad Augusta, Georgia usa così) e ha conquistato il suo 15° major a 43 compiuti. Gilbert non è mai uscito di scena e ha continuato a recitare la parte che preferisce, quella del franco cacciatore di classiche: a parte la Sanremo, le ha vinte tutte, alcune, come la Amstel e la Freccia, a raffica. È conosciuto come un finisseur, anzi, il Finisseur. In un finale convulso, il colpo al cuore è quasi sempre il suo.
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