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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

Piste&Pedane (5) / Buoni riscontri dalle rassegne giovanili

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Martedì 21 Luglio 2015

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Grosso impegno di metà luglio (in attesa degli Assoluti di Torino) per l'atletica italiana. Con tre campionati di categoria. Un esame che si può ritenere superato. In particolare, di buon livello è il raccolto di Eskilstuna (EuroJunior), malgrado il vento e la temperatura inferiore alle nostre. In termini di podio, il bilancio si attesta su nove medaglie: due d'oro, tre d'argento e quattro di bronzo. Come ha ricordato Stefano Baldini - che coordina da tre anni il settore - ci sono altri numeri significativi: il numero record dei finalisti (27), i quattro limiti nazionali e, soprattutto, il quarto posto nella classifica a punti, alle spalle di inglesi, tedeschi e russi, ma davanti ai francesi, solitamente più produttivi in queste occasioni. Un bilancio che assume maggior rilievo dal momento che molti dei giovani saliti in Svezia erano al loro primo anno Junior. Di buon auspicio per la prossima edizione che nel 2017 si terrà a Grosseto. (nella foto Fidal, Baldini con i due nuovi primastiti Bianchetti ed Anesa).

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Focus / Quando Malago' e il CONI danno i numeri, ...

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Giovedì 23 Luglio 2015

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Giovanni Malagò, da due anni e oltre presidente pro-tempore del CONI, ha approfittato dell'Expo per dare i numeri. Lo ha fatto nel corso di una giornata di promozione aziendale. In questi eventi, il buon Malagò, si muove a meraviglia. E' il suo mondo e lo conosce alla perfezione. E allora, attingendo al solito copione, ha ricordato a chi non lo sospettava che in Italia operano 80.000 società sportive, "sostanzialmente dilettantistiche", come ha tenuto a precisare. A queste fanno capo - sempre secondo il capo del CONI - oltre 10 milioni di tesserati/affiliati (che brutto termine, ...), ma non basta. A tutti loro si aggiungono altri 20 milioni di praticanti, "quelli che alla mattina presto - ha detto il presidente - si mettono i calzoncini e vanno a farsi una biciclettata [sic!] o una corsetta". Quindi, perso ormai ogni ritegno, fatti un po' di conti, ha informato che questo esercito di tesserati/affiliati/praticanti non ha preferenze assolute, ma affronta più di 200 discipline sportive. Duecento?

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Caso Schwazer / Opinioni a confronto, in attesa della verita'

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Sabato 18 Luglio 2015

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Pubblichiamo volentieri un intervento di Sergio Rizzo in merito all’articolo di Sandro Aquari sulla vicenda Schwazer, pubblicato sabato scorso. E, ovviamente, la replica e le precisazioni di Aquari. Da parte nostra, sommessamente, ribadiamo la disponibilità ad ospitare ogni intervento costruttivo nel rispetto delle diversità di opinioni.


Caro Direttore,
ho letto sul tuo sito un articolo di Sandro Aquari che mi nomina in termini positivi (bravo giornalista), ma per contrappormi al mio collega Leandro De Sanctis che, invece, avrebbe lavorato male con i suoi articoli su Schwazer. Volevo far sapere a te, all’autore dell’articolo e a tutti quanti vorrai informare, che il mio pensiero è identico a quello di De Sanstis. Se fossi ancora in attività al Corriere dello Sport sarei stato più duro di lui. Perchè - aldilà di quelli che saranno i verdetti della giustizia sportiva e di quella penale - una cosa mi sembra lampante: tutti (e quando dico tutti intendo CONI, FIDAL, IAAF e CS Carabinieri) sapevano tutto da sempre sul marciatore: la sua frequentazione col prof. Conconi sin dal 2006; la sua frequentazione col dott. Ferrari; la sua irreperibilità ai test antidoping a sorpresa; i dati sballati del suo passaporto biologico. Quindi, una gigantesca rete di protezione che avrebbe poi esaltato Schwazer come un eroe all’indomani della sua probabile vittoria olimpica a Londra 2012.

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Roma 2024 / Che sia l'Olympic Lane il vero problema?

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Venerdì 17 Luglio 2015

tor vergata

(gfc) Visita a Losanna della task-force di Roma 2024. La foltissima delegazione romana era guidata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti (ex vice-ministro dello Sviluppo economico), attualmente con qualche guaio per ingerenze nella vicenda Tirreno Power. Ma questo interesa meno, dal momento che prende consistenza la candidatura di Valentina Vezzali (parlamentare, anzi vice-presidente, di Scelta Civica) per il vacante sottosegretario allo Sport o, secondo alcuni, addirittura per il posto di ministro (non ministra, come vorrebbe la Boldrini, ...) dello Sport. Carica che, peraltro, in Italia non c'è mai stata. Vedremo le prossime mosse di Matteo Renzi che per evitare una crisetta di governo, la vorrebbe almeno nel "direttorio olimpico", una specie di cabina di regia o di controllo (fate voi) per Roma 2024, col capo della regione Nicola Zingaretti nel ruolo di uomo forte, cioè di chi prende le decisioni per tutti. In queste condizioni, la visita a Losanna è servita a poco, al di là delle dichiarazioni di rito, sempre rassicuranti e delle assenze.

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Caso Schwazer / Quando il doping chiede lo sconto

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Sabato 11 Luglio 2015

alex

di SANDRO AQUARI

Leggendo la rassegna stampa che riguardava la notizia del "no” allo sconto ad Alex Schwazer, da parte della Procura Antidoping del CONI, si evince, in generale, una certa delusione da parte dell’informazione (anche se gli spazi dedicati alla notizia sono stati spesso minimi): si parla, insomma, di “sogno infranto”. Ora ognuno può esprimere legittimamente la propria opinione, ma i fatti vanno rispettati. Leggo ad esempio sul Corriere dello Sport, un giornale che attraverso bravi giornalisti come Vanni Loriga, Sergio Rizzo, Franco Fava, è stato sempre in prima linea contro il doping, un articolo “dolente” di Leandro De Sanctis. Va ricordato che a fine maggio De Sanctis ha concesso – a mio parere con un’operazione giornalisticamente discutibile – un intero paginone del Corriere dello Sport a Sandro Donati per contrastare la tesi difensiva del dottor Fiorella, convocato dalla Procura Antidoping per rispondere delle accuse di Schwazer, contenute nel suo ultimo memoriale, dove, dopo due anni di riflessione, illustrava le sue “verità”. Accusava in primis Fiorella, in parte il dottor Fischetto, ma anche tutto l’entourage del suo Gruppo Sportivo dei Carabinieri: “Tutti sapevano della mia frequentazione con Ferrari, ma non mi hanno fermato (!)”.

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