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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

I sentieri di Cimbricus / I tanti perche' dei giorni nostri

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Lunedì 24 Luglio 2017

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di Giorgio Cimbrico

Perché? Diceva José Mourinho usando abilità dialettica in un esercizio di stile che sarebbe piaciuto a Raymond Queneau.
Perché quelli della Tv dicono personal best?
Perché dicono seasonal best?
Perché dicono che gli atleti sono confidenti? Sono abbastanza vecchio per ricordare che ai miei tempi di confidenti esistevano solo quelli che avevano rapporti di convenienza con la polizia. E di solito erano pregiudicati.
Perché dicono sempre live?
Perché sono deliziati se qualcuno fa un selfie?

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Saro' greve / Scuserete se ancora amo gli "infiniti silenzi"

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Sabato 22 Luglio 2017

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di Vanni Lòriga

Considerato che questa rubrica è scritta in prima persona vi racconto un po’ di fatti miei e, in particolare, il mio personale rapporto con la velocità italiana. Un tipo di relazione che ebbe inizio una ottantina di anni fa, quando fra i migliori azzurri si distingueva Antonio “Tonino” Siddi. Sassarese, era in Sardegna praticamente imbattibile, salvo quando una volta, sulla pista dell’Acquedotto, fu eccezionalmente superato da un certo Giacomo Tortu, gallurese come me. Avrò modo di riparlarne. I primi velocisti “continentali” che vidi in azione furono Orazio Mariani e Carlo Monti, in un incontro Italia-Germania disputato allo Stadio (allora) Mussolini di Torino il 15 settembre 1940.

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I sentieri di Cimbricus / Alle fonti disseccate della memoria

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Sabato 22 Luglio 2017

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di Giorgio Cimbrico

Anni fa, uno storico della cultura scrisse che il cervello umano aveva esaurito la sua potenza creativa, quel che un filosofo chiamava lo slancio vitale. Si riferiva alla letteratura, alle arti plastiche, alla musica. Credo di poter esser d’accordo: la musica è morta con Richard Strauss, la pittura con Francis Bacon, la letteratura tira avanti: Roth, Coetzee e la povera Gordimer non hanno venduto come Dan Brown. Meno male. Un simile disseccamento delle vecchie fonti è stato subito da chi, come noi, ha vissuto, da appassionato voyeur vicende che ormai sprofondano in un tempo che tentiamo di trattare come argenteria di Sheffield, usando i migliori prodotti in commercio. Nel caso, qualche preziosa sostanza: la memoria, la capacità di non dimenticare, di non farsi travolgere dall’onda sporca di chi accusa questi indefessi conservatori a una certa propensione da robivecc.

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I sentieri di Cimbricus / Modeste proposte: il futuro e' adesso

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Venerdì 21 Luglio 2017

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di Giorgio Cimbrico

Il nuoto – anzi, le discipline acquatiche – hanno saputo fare il salto di qualità, si sono adeguate, sono moderne, al passo con i tempi. Mica come l’atletica che è vecchia, con le ragnatele, la polvere del tempo, etc. L’altro giorno, cambiando canale (zapping, mai) mi è capitato di vedere una gara in cui si alternavano un tuffatore da un metro e una tuffatrice dai dieci metri. Deve essere l’ultima invenzione che segue le staffette miste, il sincro ambosessi (essendo di una certa età, preferisco ancora i film con Esther Williams) e i tuffi che continuano a moltiplicarsi come i pani e i pesci o il vino alle nozze di Cana. Gesù – per sfortuna sua - non prendeva lo straccio di un diritto tv.
 

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Cinque Cerchi / Nuoto: Federica batte Pietro 33 a 32

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Giovedì 19 Luglio 2017

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di Gianfranco Colasante

Tra pochi giorni, con l'inizio dei Mondiali di Budapest, il nuoto italiano valuterà il suo stato di salute del dopo Rio, aprendo nel contempo il dossier Tokyo 2020 che già conta su diversi giovani molto interessanti, come il 17enne ranista Nicolò Martinenghi. Su tutti regna ancora Federica Pellegrini (foto tratta dal suo profilo Istagram) che alla soglia dei trent'anni è a caccia del settimo sigillo mondiale (consecutivo). Arriverà o meno a Tokyo, però non è dato sapere. Ma se il Giappone è ancora lontano, l'occasione iridata è propizia per esaminare quanto hanno saputo fare i 253 nuotatori italiani fino ai Giochi del 2016. L'esordio, se vogliamo chiamarlo così, avvenne nel 1900 all'ombra della torre Eiffel, nelle acque non proprio limpide della Senna. Due furono allora gli italiani presenti: il piemontese Paolo Bussetti, settimo nei 200 dorso, e il comasco Fabio Mainoni, sesto negli insoliti 4000 metri stile libero.

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