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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

I sentieri di Cimbricus / Quella sporca (ultima?) decina

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Lunedì 25 Settembre 2017

alptekin 2

di Giorgio Cimbrico

Con la squalifica a vita di Asli Cakir Alptekin, viene scritta un’altra “positiva” pagina di quella che è stata la gara più ricca di squalificate e di sospette della storia: che sia l‘ultimo capitolo, non scommetterei un farthing, una monetina ormai sparita che equivaleva a un quarto di penny. In quei 1500, corsi il 10 agosto 2012, finale olimpica allo stadio di Stratford (nella foto, l'arrivo), erano al via manipolatrici di urina, consumatrici di Epo e di sostanze che, naturalmente, avevano preso per vitamine. Capita spesso che vengano usate le più squallide scuse, le più inverosimili giustificazioni. A me, chissà perché, viene in mente quella vecchia striscia, Blondie e Dagoberto: lui arrivava cronicamente in ritardo in ufficio: “Mi si è incendiato lo spazzolino”, provò, mentre tentava di guadagnare la scrivania sotto lo sguardo feroce del capoufficio.

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Saro' greve / Ma non e' che il VAR l'ha inventato Leni Riefensthal?

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Lunedì 25 Settembre 2017

leni 2

di Vanni Lòriga

Più lo sport si evolve, più si complica. Stiamo vivendo l’epoca del VAR, il Video Assistant Referee, cioè una sorta di moviola recentemente introdotta anche nel nostro campionato di calcio. Non si tratta del “moviolone” per anni invocato da Biscardi e che comunque, pur nelle ripetività e negli ingrandimenti, produceva più dubbi che certezze, ma anche adesso si sono creati due partiti, quello del SI’ e quello del NO, con una infinità di correnti con integralisti “contro” e riformisti “pro secondo i casi”. Tanto per rendere più semplici le operazioni, esiste anche l’AVAR che prevede l’Assistenza all’Assistente…

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Osservatorio / Giovanni Malago' e i suoi sogni olimpici

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Sabato 23 Settembre 2017

malago

di Luciano Barra

Sono caduto della seggiola l’altro giorno quando ho letto dal sito de La Repubblica, a firma Fulvio Bianchi, un‘affermazione sulla candidatura di Roma ai Giochi del 2024 che diceva, testualmente, “Avremmo vinto, questa la verità”. Bianchi è un giornalista ben informato e ben “connesso”, e pur non essendo stato a Lima ha maturato questa sensazione che in maniera meno esplicita è stato il leitmotiv di molti altri articoli e di dichiarazioni, meno dirette ma molto simili, del presidente del CONI Giovanni Malagò. Credo di conoscere molto bene Giovanni Malagò, così come credo di conoscere molto bene i romani (ed i romanisti) ed altrettanto bene conosco il Mondo Olimpico. Certo Malagò è un sognatore come è giusto che sia un leader, ma non certo uno stupido.

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I sentieri di Cimbricus / Una maratona che restera' nella storia?

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Giovedì 21 Settembre 2017

berlino-maratona 2

di Giorgio Cimbrico

Il 9 agosto 1936 il coreano Sohn Kae Chung, giapponesizzato dai feroci conquistatori in Kitei-son, vinse la maratona (olimpica) di Berlino in 2h29’19”. Domenica chi taglierà il traguardo nei pressi della porta di Brandeburgo impiegherà quasi mezz’ora di meno. New York sarà anche suggestiva, Londra splendidamente organizzata, ma è Berlino la maratona più veloce, quella che ha cambiato il volto dei 42 km e 195 metri o delle 26 miglia e spiccioli. Nella città del Muro, oltre a quello che aveva spaccato la città in due, ne sono caduti quattro, quelli delle 2h05’ (Paul Tergat nel 2003), delle 2h04’ (Haile Gebrselassie nel 2008), delle 2h03’ (Dennis Kimetto nel 2014) e, parliamo di donne, delle 2h20’: Naoko Takahashi nel 2001.

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Terza pagina / L'esordio olimpico del basket davanti a 500 ... ombrelli

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Venerdì 22 Settembre 2017

basket-36

di Gianfranco Colasante

Nel 1992, Giochi di Barcellona, toccò al Dream Team targato NBA fare storia e schiudere al basket la porta del XXI Secolo. Ma solo cinquantasei anni prima, a Berlino 1936, quella storia era ancora una pagina bianca. Il primo torneo olimpico, proprio quello giocato in Germania, si concluse sotto la pioggia con una finale tra Stati Uniti e Canada: si imposero i primi per 19 a 8 (15 a 4 al primo tempo)! Un punteggio che la dice lunga sulla qualità e la dinamicità del gioco. Molti anni più tardi il capitano degli studenti USA, Bill Wheatley, rievocò quei giorni in occasione dei Giochi di Los Angeles 1984: "Il pallone era più grande di quelli di oggi e aveva una lunga cucitura per chiudere la camera d'aria che ne falsava i rimbalzi. Si segnava poco e i passaggi e i tiri si facevano sempre a due mani".

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