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Italian Graffiti / Universiadi 2019: arriva il commissario (forse)
Giovedì 2 Novembre 2017di Gianfranco Colasante
Un sospiro di sollievo per l'Universiade napoletana del 2019. Tutto risolto: arriva il commissario. Via i ritardi e, magicamente, i fondi (pubblici), le nomine, gli impianti, i trasporti, gli alloggi (vuoi mettere la trovatina dei transatlantici ormeggiati a Margellina?), ogni cosa va al suo posto e si prospetta un futuro di rapidità ed efficienza. E pazienza se toccherà lavorare anche di notte, alla "coreana", come ha anticipato l'immaginifico governatore Vincenzo De Luca, a capo dell'impresa in simbiosi con i baroni dell'università. Secondo la nostra migliore tradizione, che ci vede brillantissimi nel correre ai ripari, casomai in nome dell'emergenza. Ma se è ormai deciso che commissario sia, ancora qualche incertezza permane sul nome del personaggio. Che, ovviamente, dovrà essere persona di primissimo livello. Un nome a caso? Come annuncia il Roma sarà quello di Raffaele Pagnozzi.
Cinque Cerchi / Dal conte Bonzi ad Arianna, il filo azzurro degli alfieri
Venerdì 3 Novembre 2018di Gianfranco Colasante
Nel suo intervento all'Hilton di Praga (assemblea dei Comitati Olimpici Nazionali), Thomas Bach si è arrabbiato assai e ha tenuto a respingere con foga, parsa un po' eccessiva, la vulgata sempre più diffusa che il CIO e l'olimpismo in genere abbiano ormai contratto l'insanabile virus della corruzione. Accusando a sua volta i critici di ignoranza e prevenzione. Certo, stando agli ultimi fatti, arresti e processi e sospensioni, difficile non farsi venire qualche dubbio. Bach sostiene che a causa di alcuni casi non si può generalizzare e mettere sotto accusa tutto il movimento. Può darsi che abbia ragione lui. Ma resta un dato di fatto che nel XXI Secolo è arduo far convivere una realtà sempre più dipendente dal denaro (nell'ultimo quadrienno nelle casse del CIO sono affluiti più di 1000 miliardi di dollari) con gli ideali e i riti antichi che cercano di sollecitare l'immaginario con scenografie televisive.
I sentieri di Cimbricus / Black Britannia: "Dio mio, ma sono nero?"
Martedì 31 Ottobre 2017di Giorgio Cimbrico
Quando, meno di quarant’anni fa, Viv Anderson debuttò nella nazionale di calcio che ebbe la meglio sulla Cecoslovacchia, l’esordio del difensore del Nottingham Forest ebbe una certa eco: per la prima volta un giocatore di colore (a quel tempo si diceva così e nessuno gridava allo scandalo) vestiva la maglia con i tre leoni. Oggi la situazione è la seguente: Lewis Hamilton, nonno di Grenada, isola appena a nord di Barbados, è per la quarta volta campione del mondo di F1; Anthony Joshua, nigeriano che ha visto la luce a Watford, è campione del mondo dei massimi per due sigle e aspira legittimamente alla riunificazione del titolo; Maro Itojie, londinese dalle solide radici nigeriane, seconda e terza linea, sarà molto presto capitano della nazionale di rugby.
Fatti&Misfatti / Nel mondo a spicchi la colpa e' del cavallo
Martedì 31 Ottobre 2017di Oscar Eleni
Mendicante davanti alla casa di Pozzecco nella magia di Formentera dove, ce lo giura il Vanetti, il mattocchio sembra diventato anche un eccellente cuoco. Voglia di tenerezza dove aver letto sul Curierun la ricetta del Poz per un basket zeppo di stranieri e che si vende male. Filo rosso con la contestazione che parte da Bologna e arriva a Torino, trovando affinità sulla supercazzola di Amici miei, ad una Lega che chiude stalle svuotate dalla fuga di troppi buoi, una “famiglia” che si staccherà dal Federico Zurleni accolto come un messia e ora congedato, bene a dire la verità se la liquidazione supererà i 200 mila euro come si dice, più o meno come tanti altri che promettevano mari e si sono persi nei monti della mediocrità.
CIO / eSports olimpici: piatto ricco, mi ci ficco
Lunedì 30 Ottobre 2017(gfc) Il nostro giornale lo aveva anticipato già lo scorso 13 Settembre, quando erano filtrate le prime notizie sul riconoscimento degli "sport" elettronici in versione olimpica. Sulla strada indicata dalla FIFA col suo torneo mondiale aperto a milioni di giocatori da salotto. Ora il CIO annuncia il primo passo nella medesima direzione, ma ne occorreranno almeno altri tre, anche se il risultato pare scontato in partenza. Certo, il piatto è ricco e convincente: tra programmi, consolle, sponsor, è in ballo almeno un miliardo di dollari. Ma resta legittimo - come fa Santi nel suo intervento - chiedersi se "questo è sport". Soprattutto olimpico. Una prima risposta l'ha data la Corte Suprema britannica che, interpellata, ha già stabilito che il Bridge non è uno Sport ma solo un Gioco. Una strada chiusa per il futuro prossimo venturo? Non ci giureremmo.
di Carlo Santi
L’Olimpiade sta diventando un grande carrozzone. Come ultima trovata, i signori degli anelli, i dirigenti del CIO guidati dal tedesco Thomas Bach, hanno deciso di considerare gli e-Sports, ossia i videogiochi, ufficialmente discipline agonistiche. C’è chi parla di storica apertura dopo la riunione di Losanna che ha stabilito di considerarli una vera e propria “attività sportiva”. Certo, fanno sapere dal CIO, dovranno rispettare i valori olimpici e dotarsi, per questi nuovi atleti del computer, di controlli antidoping e anche con le scommesse. Un’autentica pazzia. Vediamo meglio.
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