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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

I sentieri di Cimbricus / Il senso delle cose, in peggio (purtroppo)

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Sabato 11 Novembre 2017

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di Giorgio Cimbrico

Gli italiani sono specialisti nel cambiare il senso delle cose, spesso nell’involgarirle, e danno il loro meglio – cioè il peggio – nei titoli dei film. Guerra e sport, che spesso camminano fianco a fianco, risultano i più colpiti. L’altro giorno, quando mi sono imbattuto nel titolo – “Le Colline della Morte” – ho pensato: sarà una di quegli orribili film su famiglie antropofaghe, seghe elettriche, squartamenti, etc. Invece era un bel film australiano sulla Prima Guerra Mondiale, titolo originale “Beneath Hill 60”, Sotto Quota 60. La vicenda: la ricostruzione, rigorosa, della grande esplosione delle piccole alture di Messines, nei pressi di Ypres, che ebbe tra i protagonisti i soldati-minatori australiani, canadesi e dello Yorkshire. Servì a far muovere appena il fronte prima che i tedeschi, con una controffensiva, riportassero alla situazione precedente.

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Fatti&Misfatti / Pianigiani e Montella, le affinita' elettive

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Venerdì 10 Novembre 2017

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di Oscar Eleni

Fra i soliti miasmi del Forum di Assago, dove il posteggio costa quasi più del biglietto d’ingresso, che sta per essere invaso dai lottatori un attimo dopo l’uscita fra i fischi della squadra di basket. Meno 32 contro i lituani di Kaunas del genio Jasichevicius che nella gestualità ricorda tanto Obradovic. Notte umida per Armani, il suo seguito, i suoi giocatori. Soprattutto per Simone Pianigiani che ci ha ricordato, mentre chiedeva scusa alla proprietà e ai tifosi, per l’esibizione della sua compagnia di ventura, il Montella rossonero. Affinità elettive ed estate quasi simile. Tutti, a San Siro e al Forum, erano contenti della campagna acquisti, molti parlavano di rossoneri da Champions, tantissimi erano convinti che Armani avrebbe avuto le sue soddisfazioni anche in Eurolega. Per il Milan sapete come sono andate le cose. Non ci fosse stato il Sassuolo sarebbe stata una sosta azzurra per esecuzioni sommarie, stile balun.

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I sentieri di Cimbricus / Mariya, per la IAAF da regina a cenerentola

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Giovedì 9 Novembre 2017

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di Giorgio Cimbrico

Un po’ di tempo fa avevo spedito per piccione viaggiatore a herr direktor un paio di profili, arricchiti da compendio statistico, sui due atleti che avevano forti possibilità di esser nominati dalla IAAF Atleta uomo e Atleta donna dell’anno: Mutaz Essa Barshim e Mariya Kuchina Lasitskene, l’uno e l’altra saltatori in alto, campioni del mondo e capaci di chiudere l’anno da imbattuti. Puntualmente pubblicati. Ora Barshim compare nel terzetto dei finalisti, in compagnia di Mohamed Farah e di Wayde van Niekerk che nel 2017 imbattuti non sono. Mariya no: al ballottaggio finale, prima dell’annuncio del 24 novembre, sono state ammesse Almaz Ayana, mezzofondista etiope, Ekaterini Stefanidi, astista greca, e Nafissatou Thiam, eptathleta belga.

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Piste&Pedane / E se provassimo a saltare un giro?

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Mercoledì 8 Novembre 2017

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di Daniele Perboni

Disse il saggio: «Che cosa ne dici di una rubrica settimanale dedicata all’atletica? Nei mesi invernali, quando l’attività è più scarna, potremmo anche farla diventare quindicinale, …». Rispose lo stolto: «Certo che sì. Mi è ritornata voglia (di scrivere, maligni…) e gli orizzonti offerti dal foglio, rigorosamente elettronico e gratuito (conditio sine qua non per far sì che venga letto) inventato con il vecchio ex baffo Walter non mi basta quasi più». Detto e fatto. Eravamo agli inizi dell’estate 2016. La Coppa del Mondo di marcia romana era già stata messa in archivio. Non certo le roventi polemiche sulla partecipazione dell’ex carabiniere altoatesino.

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I sentieri di Cimbricus / "Stanno picchiando i nostri azzurri"

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Martedì 7 Novembre 2017

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di Giorgio Cimbrico

In caso di mancato traguardo, Tavecchio e Ventura hanno parlato di catastrofe, di apocalisse: sono tutti e due abbastanza avanti con gli anni per ricordare quando per l’unica volta l’Italia non prese parte alla fase finale del Mondiale che si chiamava Coppa Jules Rimet e prevedeva l’assegnazione di un trofeo piccolo e fascinosamente liberty. Se i giorni scorsi hanno segnato il centenario di Caporetto, il calendario sta per offrire il sessantesimo di Belfast, in un’ouverture di ostilità accese che sfociò in un ko, con la coda di un terremoto al vertice che completò uno dei tuffi senza paracadute del calcio italiano. Otto anni dopo sarebbe stava la volta di Middlesbrough. Così, non resta che fare un po’ di story-telling, come usano dire certi sciagurati.

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