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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

PyeongChang 2018 / (12) E' della regina Sofia la gara regina

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Mercoledì 21 Febbraio 2018

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di Gianfranco Colasante

Una giornata come non ne capitano spesso. Il capolavoro annunciato di Sofia Goggia, voluto, cercato e realizzato quasi alla perfezione. E per di più nella gara regina dei Giochi Invernali, la Discesa, come potrebbero chiamarsi (tutt'altro che irriverente il paragone) i 100 metri o la Maratona. Ce n'è a sufficiente per osannare questa ragazza sempre sorridente malgrado nella sua vita sportiva abbia attraversato momenti terribili, tre operazioni al ginocchio e tre stagioni passate davanti alla TV, il biennio 2012/2013 e ancora il 2015. La speranza di andare a Sochi riposta in fondo al cassetto dei rimpianti, ma con l'idea fissa di dover realizzare quel sogno nato sulle nevi di casa all'età delle bambole: vincere le Olimpiadi. E se possibile farlo da regina. E così alla fine è stato, a coronamento di una stagione da incorniciare, superba anche in Coppa del Mondo. Un gioiello da consegnare alla storia del nostro sport.

Qui i risultati completi e il medagliere dopo la 12. Giornata. 

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PyeongChang 2018 / (11) Senza brivido non ci divertiamo proprio

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Martedì 20 Febbraio 2018

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di Gianfranco Colasante

Due medaglie in meno di un'ora per Casa Italia, tanto per smuovere la classifica come avrebbero detto un tempo gli allenatori di calcio. In quaranta minuti un Argento prima, un Bronzo dopo, utili a tagliare il nastro degli otto podi, pareggiando Sochi, ma con due ori in più. Due medaglie con la coda del brivido, anzi del giallo cupo. Come è capitato nella finale della staffetta di Short track, una sorta di frenetico frullatore dove le ragazze prendono a spintoni le compagne di squadra e picchiano come fabbri le avversarie, all'occorrenza sgambettandole senza pietà con pattini affilari come lame. Se alla fine qualcuna resta in piedi, incolume, ha già del miracoloso. E finalmente ci si può sedere davanti ai monitor per stilare le classifiche. Con sorprese e ricorsi sempre all'ordine del giorno: tanto che oggi la medaglia di bronzo se l'è portata via una squadra (l'Olanda) che in pista non c'era proprio, anzi correva da un'altra parte, sia pure col corollario del record del mondo. E lo chiamano sport.

Qui i risultati completi e il medagliere dopo la 11. Giornata.

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I sentieri di Cimbricus / Non mi piacciono, ma un po' li invidio

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Martedì 20 Febbraio 2018

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di Giorgio Cimbrico

A me i francesi non sono mai stati simpatici. Ma mica perché hanno sempre guardato gli italiani con sufficienza o con un certo livore: tutto sommato, la pugnalata alle spalle, nel giugno del ’40, l’abbiamo data noi, non loro. In compenso, ci hanno ripagato con le “marocchinate”: vedi la Ciociara e vedi anche la storia atroce, e vera, di quei mesi quando gli uomini dei tabor, comandati da compiaciuti e compiacenti ufficiali francesi, violentavano giovani e vecchie, maschi compresi.

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Piste&Pedane / Indoor: l'Italia si affida all'usato sicuro

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Martedì 20 Febbraio 2018

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di Daniele Perboni

Che bella età la mezza età… serenità… tranquillità, e già questo ritornello fa capire quanto possa essere vecchio, anziano dai, è più politicamente corretto (politically correct come si usa oggi), chi sta stendendo queste note … Già perché allora, siamo nei primi anni Sessanta e in pieno boom economico, chi entrava nella spirale degli anta si sentiva fuori gioco, superato, con la vita in discesa e senza più aspettative. Figurarsi in campo sportivo. In quel settore la “vita” finiva con lo scoccare dei trenta. E oggi, al tramonto del secondo decennio del nuovo secolo? Come stanno le cose lo sappiamo: si cerca di essere eternamente giovani. Qualcuno più degli altri e senza connotati negativi. Anzi!

Gli aggiornamenti della stagione sono disponibili nella sezione Top Ten.

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Fatti&Misfatti / La Coppa conta, ma non nasconde tutto

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Lunedì 19 Febbraio 2018

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di Oscar Eleni

Sulla coda del dragone in via Paolo Sarpi a Milano per fare della stupida ironia sull’inizio dell’anno che i cinesi dedicheranno al cane proprio come quelli del basket vedendo la coppa Italia. Chinatown, la vecchia casa di Carlo Recalcati. Già che eravamo sul posto avremmo voluto chiedergli se non era pentito di aver lasciato la sua Anna Karenina torinese, ma forse avrebbe dovuto pentirsi di più quando accettò di sostituire il Luca Banchi che meriterebbe più di un pezzo di quella Coppa Italia vinta per la prima volta da Torino. Restando in città ci era venuta anche la voglia di cercare il Cappellari da toccata e fuga fiorentina, città dove, sembra, ci potrebbero essere fondi per averla davvero la seconda squadra di Milano, odiosi al punto di chiedergli se non era pentito di aver lasciato, seppure con tutte le ragioni del mondo, la Cantù del proprietario in esilio perché nessuna squadra ci ha incantato più di quella che ha messo insieme il Sodini. Capolavoro di un allenatore che farà strada, perché ha qualcosa da dire e insegnare. Bastava resistere, anche senza contratto, come i giocatori dell’Ottobre rosso canturino, che bella sorpresa questo Parrillo, perché in quel gruppo c’è gente vera: per noi sono la squadra e l’allenatore dell’anno anche se i titoli li vinceranno altri.

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