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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / C'e' progesso senza componente artistica?

Sabato 14 Aprile 2018

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Se lo sport punta sulla potenza, il rischio reale è che la creatività finisca ai margini. Si tratta di un vantaggio?

di Giorgio Cimbrico

Citius, altius, ma soprattutto fortius: il viaggio che porta nelle terre dei titani e dei ciclopi è cominciato da tempo. Ma siccome le parole e le immagini sono belle ma possono anche lasciare il tempo che trovano, meglio prender nota di numeri e di proiezioni solide, non quelle del tipo: nel 2032 il record del mondo dei 100 sarà 9”27 e quello dell’alto 2,61. Lo spunto arriva da un bel pezzo, sul sito del Guardian, di Paul Rees, gallese, giornalista sportivo. Nel senso che, così come un gruppo di suoi colleghi, studia, analizza, segue alcune discipline sportive e così ha gli strumenti per scriverne. Sembra una precisazione da poco e non lo è. Forse contiene anche una dose di ironia – o del più vetriolesco sarcasmo – sugli appartenenti alla stessa categoria di un certo paese. Chissà.

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I sentieri di Cimbricus / La redenzione di Luvo Manyonga

Mercoledì 11 Aprile 2018

Luvo Manyonga leaps to a Commonwealth Games record (Getty Images)

Dopo le ondate nel nuoto, ai Giochi del Commonwealth irrompe l'atletica che propone elementi nuovi e sorprendenti.

di Giorgio Cimbrico

“Sono sempre più convinto di poter arrivare al record del mondo, di diventare il primo uomo ad atterrare a nove metri. C’è qualcosa di speciale nelle mie gambe e credo anche sia venuto il momento in cui le luci debbano lasciare la pista e andare ad illuminare quel che capita sulle pedane”: dopo i fatti, le parole, quelle di Luvo Manyonga, 8.65 (e cioé ai margini dei dieci di sempre), campione mondiale, vicecampione olimpico, vicecampione indoor, con Caster Semenya simbolo dell’atletica sudafricana, stella dei Giochi del Commonwealth in corso a Gold Coast, Queensland. E che si è portato a casa saltando 8.41.

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Fatti&Misfatti / Se anche a Palazzo ora aspettano Godot

Martedì 10 Aprile 2018

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Uno sport che pretende d'essere diverso, ma poi è eguale a tutti quelli che si sono incatenati al professionismo.

di Oscar Eleni

Dalle sedie comode del teatro milanese Menotti dove ci siamo goduti davvero “1968 la storia narra lo sport”, il lavoro ben fatto di Nicola Roggero, bella voce SKY dove competenza e passione sono certificate dalla genuinità, cuore atletico, mente aperta, ricercatore di anime in tutti gli sport, lo ha fatto persino per il basket romano ai tempi i cui Piero Parisini, un genio indimenticabile, cercava di sanare una società incurabile. Un bel viaggio incontrando le rivoluzioni del tempo, i veri eroi in una battaglia dove gli sportivi erano in prima fila per cambiare davvero, per la libertà.

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Piste&Pedane / Il "profeta" Pastorini e le 50 candeline del Trofeo Frigerio

Martedì 10 Aprile 2018

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La vitalità della nostra marcia, con Eleonora Giorgi e Antonella Palmisano, certo. Ma c'è anche chi guarda al futuro.

di Daniele Perboni

Dove ci eravamo lasciati? Al mondo di mezzo delle corse su strada vero? Cosa scriveva il vostro narratore? Che in questo periodo impazzano le kermesse di ogni tipo, lunghezza e “colore”? Così è stato. Previsioni facili, le nostre, da chiaroveggente da fiera. Però è interessante notare che proprio in quest’ultimo fine settimana si son palesate al gran pubblico degli appassionati e dei “fruitori ultimi” di queste corse alcuni interessanti esseri. Certo, almeno due italiche creature hanno avuto la fantastica idea di scegliere l’identica data, senza contare la 42 di Parigi che, in quanto a numeri, ha surclassato le azzurre Roma e Milano (55.000 gli iscritti con 700 italiani). E non dimentichiamo Rotterdam, altra “grande” primaverile.

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Osservatorio / Candidature e altro: un paese fantastico l'Italia

Lunedì 9 Aprile 2018

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A margine della nuova (triplice) proposta olimpica, qualche riflessione sul valore delle nostre organizzazioni internazionali.

di Luciano Barra

Bisogna dirlo: noi italiani siamo fantastici. Riusciamo sempre a capovolgere regole, realtà e prassi con una facilità impressionante. Altro che popolo di Santi, Poeti e Navigatori (frase del Duce in un famoso discorso a difesa dell’Italia, condannata dalla Società delle Nazioni per l’invasione all’Abissina): siamo e restiamo gli Artisti della fantasia. Questo sta accadendo a voler seguire la storia della (eventuale) nostra candidatura olimpica del 2026 e tutte le nostre avventure di organizzazione di manifestazioni sportive. Il tutto condito da un “mantra” assoluto rilanciato dai media: le nuove regole approvate dal CIO sotto l’etichetta delle riforme varate per l’assegnazione dei Giochi del 2020 e anche 2024/2028. Dietro questo “mantra” presto si spaccerà che i 100 metri dell’atletica vanno corsi all’indietro e quelli del nuoto tutti in subacquea.

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