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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

Terza pagina / Onesti e Zauli: i due nemici che inventarono il CONI

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Lunedì 14 Maggio 2018

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Una pagina di storia ignota ai più, che si pone alle radici della costituzione "democratica" del nostro Comitato Olimpico.

di Gianfranco Colasante

Accanto all’uscio del suo ufficio, posto al piano nobile della ex-Accademia Fascista di Educazione Fisica, all’ex Foro Mussolini, ufficio che Giulio Onesti occupò dalla primavera 1951 all’estate 1978, figurava una scritta in caratteri corsivi: “Questa porta è aperta a tutti: la buona educazione imporrebbe di bussare prima di entrare”. Quando una sentenza del Consiglio di Stato annullò la sua ottava conferma alla presidenza del CONI, quella scritta scomparve. Rimossa da chi e per quale ordine, non è dato sapere.

Solo un aneddoto, ma non è azzardato ritenere che, assieme a quella targhetta, scompariva un modo di intendere e vivere lo sport che aveva caratterizzato in positivo gli anni del primo dopoguerra e quelli della ricostruzione. Di quegli anni l’avvocato Onesti è indubbiamente stato tra i protagonisti principali. Ma non il solo. Si potrebbe anzi dire che nel suo trentennio di potere assoluto, sia stato un direttore d’orchestra che ha suonato una sinfonia di grande successo ma che non aveva composto. Scritta invece a più mani dai pochi uomini che, al suo fianco, si impegnarono nell’opera di riscrittura, in versione democratica, di un comparto – quello sportivo – che era difficile sottrarre ai sospetti del passato, dopo che il fascismo ne aveva fatto uno dei pilastri più solidi del consenso.

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Piste&Pedane / Il futuro dell'atletica italiana e' nel "ritorno al passato"

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Venerdì 11 Maggio 2018

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Per cortesia di Trekkenfild pubblichiamo una intervista a Renato Canova. Con molti spunti per meditare.
 
di Daniele Perboni

Conosciamo Renato Canova dai tempi della rivista Atletica Leggera. Memorabili, precise e analitiche le sue osservazioni tecniche sulle varie manifestazioni mondiali, oltre alle consuete “liste mondiali” stilate sempre con estrema competenza. Poi per varie ragioni ci siamo persi di vista. La sua strada lo ha portato lontano, molto lontano. Ora vive in Kenias, a Iten, dove ha una casa dentro al Kerio View Hotel. Mediamente sugli altipiani ci sta sei mesi l’anno. Il resto del tempo lo divide fra Sestriere, Saint Moritz e altri luoghi “ameni” dove è chiamato per tenere corsi IAAF o clinics organizzati dalle varie Federazioni. Ad una nostra domanda un poco impertinente ha risposto: «Attualmente ho un contratto diretto con la Nike, come supervisore tecnico degli atleti africani che lo richiedano (con i loro management personali, naturalmente), ovviamente se con contratti Nike. Per ulteriore precisazione, non ricevo compensi dagli atleti e con la Nike ho esclusivamente un budget per le spese, in cambio della libertà decisionale».

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I sentieri di Cimbricus / Intelligenza artificiale? Preferisco quella umana

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Giovedì 10 Maggio 2018

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Telefonini, tablet, computer: la vita si fa sempre più smart, il mondo sempre più easy. E si scava un solco tra le generazioni.

di Giorgio Cimbrico

“Pink is good, Runner contro il cancro”.
Sono sempre stato per una corretta uniformità e così avrei scritto: “Il rosa è buono, corriamo contro il cancro”. Oppure: “Pink is good, Runner versus Cancer o against Cancer”. Quelli che corrono, i podisti, sono stati spazzati dai runner. E stanno rischiando l’estinzione anche i corridori, intendo quelli che vanno in bicicletta. Ora ci sono i rider, quelli che fanno le gare, ma anche quelli che portano il cibo a domicilio, per cinque euro lordi.

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Fatti&Misfatti / Il villaggio cestistico alla festa finale

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Giovedì 10 Maggio 2018

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Play off senza respiro: si va in campo ogni due giorni e chi ha la panchina corta non si metta ora a frignare.

di Oscar Eleni

In pellegrinaggio, inseguito dai 65 mila dell’Olimpico e dai 3500 del Taliercio, nella notte del solito masochistico confronto impossibile dove il basket chiudeva la stagione e la Juventus i conti con tutti, cominciando dal Milan che così poteva piangere con i feroci saladini dell’Emporio Armani dove chi vuole rimanere urla più forte di chi non vorrebbe più stare a sedere. Dicevamo del pellegrinaggio a Fiumefreddo di Sicilia dove sono stati riscoperti nella basilica del Rosario i 14 pannelli scolpiti e dipinti da Salvatore Incorpora.

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Piste&Pedane / Via alla stagione europea: buona la prima

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Martedì 8 Maggio 2018

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Benchè assenti nella DL, buoni risultati degli italiani in casa e fuori. Trainati con successo dai marciatori.

di Daniele Perboni

Cosa scrivevamo la settimana scorsa? Che i big azzurri si stavano svegliando dal torpore invernale? Poteva sembrare un azzardo. Quante volte, infatti, abbiamo assistito a “sparate” che potevano preludere a ottime performance e poi... Beh, anche questa volta la commedia potrebbe terminare con il classico colpo di scena. Primeggiare in casa, mettersi in tasca risultati degni, certificare che sì, forse, speriamo, siamo sulla buona strada, vedrete che questa è la stagione buona... e alla fine si rimane con un pugno di mosche in mano. Nessuno se lo augura, sia chiaro, anzi facciamo il tifo e incrociamo le dita.

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