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I sentieri di Cimbricus / "A Claudio, cantace 'na canzone"
Venerdì 16 Novembre 2018
In ricordo di Paolo Rosi, una vita tra rugby ed atletica, primo italiano a segnare una meta nel tempio di Twickenham.
di Giorgio Cimbrico
Ero di corta, squilla il telefono: “E’ morto Rosi, fai 50 righe”. E io scoppiai a piangere. Non mi capita di frequente: un’altra volta, ricordo, capitò per Pino Dordoni. Scrissi le 50 righe provando a strizzare dentro la storia di Paolo e quella della comunanza che ci aveva portato in giro per il mondo. Come quella volta che tornando da Lisbona voleva convincermi che lui beveva meno whisky di me perché metteva il ghiaccio e un goccio di soda io lo preferivo liscio o quando, volando tra Australia e Singapore, presentò a tutti Claudio Villa: “A Claudio, cantace ‘na canzone”.
Piste&Pedane / "Sono il sig. Wolf, risolvo problemi, ..."
Venerdì 16 Novembre 2018
Intervista con Antonio La Torre, nuovo DT chiamato all'impresa impossibile di far tornare centrale l'atletica.
di Daniele Perboni
Inseguimento laborioso, iniziato nel pomeriggio tardi di martedì e concluso mercoledì sera. Beccato sul treno, di ritorno da Roma, nei pressi di Bologna, anche se con alcune interruzioni. Ma non per causa del diretto interessato. Il quale ha nome e cognome e una “professione” che ultimamente lo tiene impegnato assai. Il signore in questione è Antonio La Torre. Inutile stare a raccontare chi è. Quasi tutti lo conoscono e hanno ben presente il ruolo che ricopre all’interno della FIDAL. Per i pochi che ancora ne ignorano la funzione, ricordiamo che dall’inizio di ottobre è stato nominato nuovo Direttore Tecnico. È reduce da “Atleticamente”, il convegno tecnico organizzato ad Abano Terme lo scorso fine settimana: «Erano presenti circa 400 persone. Un grande successo» dichiara.
Italian Graffiti / Mi-Cor 2026: e adesso chi paga?
Giovedì 15 Novembre 2018
Il ritiro di Calgary suggerirebbe al CIO di accettare le candidature "solo" se sostenute da un referendum popolare.
di Gianfranco Colasante
L'avete voluta la bicicletta? Non so se il vecchio e saggio adagio si possa adattare alla candidatura avanzata per i Giochi Invernali del 2026 dalla residuale accoppiata Milano-Cortina (orfana di Torino, pensate un po', ...). Candidatura che - col ritiro di Calgary e le difficiltà economiche [sic!] della ricca Stoccolma - avrebbe ora buone possibilità di trasformarsi in una semplice formalità con la proposta italiana vincente per ... mancanza di contendenti. Resta sempre il problema che le nostre candidature olimpiche sono partorite da una oligarchia e mai nascono dal basso. Meno che meno vengono sottoposte al giudizio della gente, quella stessa chiamata poi a pagare. Da questo punto di vista fa scuola proprio Calgary. Che la sua proposta - leggibile qui (della nostra, invece, non c'è traccia) - l'ha pubblicata e sottoposta alla cittadinanza che ha potuto esprimere il proprio parere. Secondo una vecchia parola greca, caduta un po' in disuso, che si pronuncia democrazia.
I sentieri di Cimbricus / Anche gli sciacalli (a volte) cacciano ...
Giovedì 15 Novembre 2018
Una vita da cronisti: ovvero quando guardare all'indietro può non essere una esercitazione inutile.
di Giorgio Cimbrico
Da vero sciacallo, dieci anni fa, attorno alla mezzanotte ora di Pechino, cercavo un posto in sala stampa, davo un’occhiata agli appunti che avevo preso durante la giornata e mi mettevo a scrivere. Finiti i primi due pezzi, andavo in un cortile dove altri sciacalli fumavano una sigaretta. Rientrato, scrivevo e inviavo il resto, mangiavo una fettina di torta al cioccolato, bevevo un caffè e andavo a prendere il bus che portava una torma di sciacalli alle loro stanze. C’erano sciacalli di tutte le razze, colori e sessi (sciacalle) e la notte li mostrava lividi e stanchi. Qualche accenno di conversazione prima di dare un’occhiata all’orologio, constatare che erano le 4 e che di lì a quattro ore era necessario tornare in pista. Prego, a caccia. Anche gli sciacalli cacciano, se non trovano carogne belle e pronte al consumo.
Osservatorio / Grandi rassegne tra promesse e realta'
Giovedì 15 Novembre 2018
Si amplia sempre più la tendenza tutta italiana di chiedere organizzazioni sportive senza appropriati studi di fattibilità.
di Luciano Barra
Le nuove proposte di riforma dello Sport da parte del Governo hanno sollevato un bel po’ di polvere anche alla luce di alcuni interventi fatti dallo Stato in questi ultimi anni. Anche se decisi dal precedente Governo ora ci si domanda cosa ci si deve aspettare. Un problema su tutti è quello relativo all’impiantistica, i famosi 100 milioni dello “sport e periferie”. Su questi interventi si sono aperte critiche da parte dell’attuale Governo che lamenta una mancanza di trasparenza e forse anche dei “favoritismi” di natura politica. Non sono in grado di fare commenti perché non ho trovato alcun dato in materia, né criteri, né assegnazioni e questo è già di per sé un segno di scarsa di trasparenza.
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