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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbicus / Sorridono gli ebeti, annuiscono gli schiavi

Lunedì 5 Novembre 2018

 

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"L’età dei giocatori rodomonti, degli ufficiali e gentiluomini, dei plebei onorati, dei re pastori, sta giungendo alla fine".


di Giorgio Cimbrico


Ultime notizie dall’ex-giardino delle delizie in cui avevamo indugiato come in un fresco gazebo: senza cena e a letto presto, è la nuova tendenza, senza soffermarsi ai buffet del terzo tempo, evitando i camerieri che trasportano vassoi di flutes di champagne, senza avvicinarsi ai banconi dove viene servita la bevanda della perdizione, la birra. Giusto una presenza formale, passeggera, per non scontentare gli sponsor ce se avrebbero a mal e protesterebbero isterici attraverso qualche sottoposto dal cervello pieno solo di formule vacue, e poi via subito, verso l’hotel, verso una cena spartana, con zero condimenti, vagamente vegana, e a letto prima che il trombettiere suoni last call, la ritirata.


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Piste&Pedane / "Tito" al felice traguardo degli Ottanta

Domenica 4 Novembre 2018

 

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Oggi Salvatore Morale taglia il traguardo degli 80 anni. Lo celebriamo rievocando la sua bella avventura nel "killer event".   

 

di Gianfranco Colasante


Nella seconda metà degli anni Sessanta, il giovane Salvatore Morale detto “Tito” costituiva la punta emergente di un gruppo di ostacolisti di talento che rivitalizzarono la specialità dei 400 con ostacoli negli anni a ridosso dei Giochi di Roma, riallacciandosi al gruppo dei migliori europei in Italia rappresentati da Armando Filiput. Capofila l’estroso e irrequieto giramondo Francesco Bettella (campione italiano con 52”6 proprio nel ‘56), e con lui il romagnolo Germano Gimelli (51”9 nel biennio 1958-‘59) e il pisano Elio Catola (51”8 nel ‘60). Nato a Tramonto di Teolo, nei pressi di Padova, il 4 novembre 1938, Morale s’era posto in luce nell’autunno 1957 quando, non ancora diciannovenne, aveva corso in 51”8 agli “assoluti” di Bologna e poi, al Valmaura di Trieste, in 51”7: un limite europeo junior, quest’ultimo, destinato a resistere per almeno un decennio, ottenuto tenendo 15 passi fino all’ottava barriera per passare ai 16 nelle ultime due.


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Osservatorio / Quale futuro per il CONI (sotto attacco)?

Venerdì 2 Novembre 2018

 

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Qualche riflessione dopo la decisione del Governo giallo/verde di "riscrivere" le regole del CONI e dello Sport Italiano.

 

di Luciano Barra


Dopo vent’anni, arriva un nuovo attacco all’autonomia del CONI. Questo ben più serio di quello con il quale, nel 1998, il famoso WM (non il sistema del calcio britannico opposto al metodo) formato da Visco & Veltroni & Melandri piazzarono un siluro che voleva affondare il vascello creato da Giulio Onesti e che basava la sua forza sull’autonomia ed il self-financing. Ed il siluro mirava proprio a colpire questi due punti di forza. Quel siluro ha impiegato venti anni ad arrivare a destinazione ma ora pare che sia pronto a produrre i suoi effetti. Molta acqua è passata in questi venti anni, attraverso la falla allora aperta, e molti episodi sottovalutati fanno si che ora il tracollo potrebbe essere imminente.

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I sentieri di Cimbricus / ... e alla fine non ne rimase nessuno

Venerdì 2 Novembre 2018


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"C’è un paese dove sembra che senza l’Olimpiade non possa esserci rilancio economico, sviluppo, progresso”. Qual'è?

di Giorgio Cimbrico


Agatha Christie e Georges Simenon hanno riesumato i loro detective di punta, l’elegante a affettato Hercule Poirot e il massiccio e riflessivo Jules Maigret perché indaghino su un caso delicato: merita il sottotitolo di una delle opere della scrittrice inglese – e poi non rimase nessuno – o il titolo di uno degli innumerevoli libri del belga affetto da bulimia creativa: “La neve era sporca”. Poirot e Maigret, belga l’uno, francese di provincia l’altro, si integrano perfettamente per capacità di introspezione psicologica, acume, ricerca degli indizi, anche i più trascurabili, e nelle loro lunghe carriere hanno risolto casi difficili, intricati, all’apparenza senza sbocchi.

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I sentieri di Cimbricus / Dal podio olimpico al premio Nobel

Mercoledì 31 Ottobre 2018

 

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di Giorgio Cimbrico


Schegge di storia, la lunga vita di Philip Noel Baker e le giovinezze bruciate di Wilfried Owens e i suoi compagni. 

 

4 novembre. Quando, in questo giorno del 1918, lontano un secolo tondo, l’armistizio tra l’Italia e il moribondo Impero Austro-Ungarico venne firmato a Villa Giusti, Philip Noel Baker chiuse una parentesi della sua vita. Come il giovane Ernest Hemingway (che da quell’esperienza trasse “Addio alle Armi”), Philip per tre anni aveva servito nel corpo delle ambulanze sul fronte italiano, ricevendo decorazioni sia dalla Gran Bretagna che dall’Italia: andarono ad aggiungersi a quelle francesi che aveva raccolto sul Fronte Occidentale nella prima fase della Grande Guerra.

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