www.sportolimpico.it
Fatti&Misfatti / Nella notte dei pensieri infami
Lunedì 11 Febbraio 2019
Una volta sapevamo quando si sarebbe celebrato il rito pagano dello sport, quasi sempre nei giorni di festa, adesso, invece, tutto è spalmato dai Traiani televisivi che offrono circences per tutta la settimana.
Oscar Eleni
Dall’Arengario di Milano, museo del Novecento, per ricordare Cesare Rubini otto anni dopo la sua scomparsa in un giorno gelido di febbraio, l’otto, la sera di Milano-Darussafaka. Sosta per ricordare che il Principe, prima del magnifico De Gregori diceva spesso: ”Io venerato maestro? Preferisco essere il solito stronzo”.
Saro' greve / Le verita' nascoste dentro un braciere
Lunedì 11 Febbraio 2019Vanni Lóriga
In attesa del 2 febbraio 2020, giorno in cui consegnerò l’annunciata biografia-tecnico-aneddotica di Oscar Barletta, concludo la cronaca iniziata la settimana scorsa sulla staffetta di maratone al suo ricordo, semplicemente, dedicata. Considerato che il professor Giancarlo Peris aveva corso la prima frazione e che si è trattenuto sino alla premiazione finale non è mancato il tempo per ricordare il 25 agosto 1960 e arricchire il racconto di quella fastosa Cerimonia di apertura in cui lui fu uno dei principali protagonisti. Rievocazione impreziosita dalla presenza di Augusto Frasca che a suo tempo intervistò il Ministro Giulio Andreotti, Presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi di Roma. Il quale Andreotti pronunciò un discorso di insolita lunghezza tanto che dal pubblico spazientito partì anche qualche fischio.
I sentieri di Cimbricus / In quei tempi memorabili ...
Sabato 9 Febbraio 2019
Mentre si prepara l'addio alla 50, ... un pensiero a quando non c'era mai noia. Ma ora tutti dicono: cosa vuoi, i tempi cambiano, i gusti cambiano. Sono diventato vecchio a sentire queste parole che non ho mai capito se siano rassegnate o complici.
Giorgio Cimbrico
Oltre ad essere l’anticamera del vuoto, la noia è un’invenzione dei potenti. L’hanno proposta e prodotta per vendere meglio quello che hanno comprato. Per frenare la noia di chi guarda lo sport (ma se si annoiano perché non curano la loro collezione di farfalle, di francobolli, di pastorelle della manifattura di Meissen?), hanno inventato il tie break, la fine del cambio palla, il twenty nel cricket, lo sci di fondo sul chilometro e mezzo (una contraddizione in termini: mi fa venire in mente Metastasio: “sudate o fochi a preparar metalli …”), e ora con la piena complicità di autorità sportive sempre più morbide e arrendevoli hanno decretato che la 50 km di marcia è un relitto del passato, un anacronismo, un ingombro di quattro ore su palinsesti che vivaddio devono essere più agili di Peter Pan che vola tra il sartiame di Uncino: si salverà quella di Tokyo, a 56 anni dalla vittoria di Abdon Pamich, venuta dopo una liberazione intestinale diventata epos. Dopo, addio.
Cinque Cerchi / Cancellata la 50 km di Marcia. Nel silenzio.
Giovedì 7 Febbraio 2019
Yohann Diniz, campione mondiale in carica della 50 km.
Nella distratta assenza delle nostre autorità sportive, prende corpo lo stravolgimento del programma della Marcia, il tradizionale comparto che più di altri ha prodotto grandi successi per lo sport italiano. Un azzardo e uno schiaffo alla tradizione.
Qual è la nazione del mondo con più medaglie olimpiche ottenute nella 50 Km di marcia? Guarda un po’, l’Italia nostra, quel paese di grandi camminatori che iniziò nel 1932 con il bronzo di Ugo Frigerio, seguito poi dall’oro del 1952 di Pino Dordoni, il bronzo e l’oro di Abdon Pamich nel 1960 e 1964, l’altro bronzo di Sandro Bellucci del 1984 e infine l’oro di Schwazer nel 2008. La marcia è uno sport nello sport, disciplina di resistenza unica, un tesoro di medaglie per l’Italia. Con la 50 Km di marciam di fatto cancellata dal programma delle massime manifestazioni sportive internazionali, il silenzio (si spera solo momentaneo) di Malagò, Giomi e del direttore tecnico della FIDAL Antonio La Torre (che pure di marcia ne capisce), farebbe pensare ad una amnesia collettiva.
Piste&Pedane / Il lato (non tanto) segreto del gossip
Giovedì 7 Febbraio 2019
I campionati europei al coperto li guarderà dal salotto di casa, prendendo le misure per i 200, la sua annunciata distanza da parata per Doha e poi per Tokyo 2020. Possiamo dormire sonni tranquilli?
Daniele Perboni
Quanto è lunga la stagione invernale dell’atletica italiana, fra campestri e indoor? Due, tre, quattro mesi? In linea di massima si può tranquillamente affermare che inizia a metà novembre (con le prime campestri al nord) e finisce a metà marzo con la disputa dei campionati nazionali, sempre riservati alla corsa nei prati, quest’anno previsti a Torino nel Parco di Venaria Reale. Nel mezzo ecco febbraio, intasato (per fortuna) di competizioni sottotetto. E per quanto riguarda i match casalinghi la gran parte sono polarizzate ad Ancona. Stop. Ora, esaurite le fatiche nel fango e nella (poca) neve, tutte le attenzioni sono concentrate sulle corte e nervose piste dei palazzetti. Dalle notizie che giungono, visitando il sito della Federazione, sembra che il movimento italico sia in perfetta salute.
More Articles...
Page 404 of 706