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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

Piste&Pedane / Un po' di ipocrisia non guasta mai

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Martedì 30 Aprile 2019

 

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Tutti a stracciarsi le vesti, dopo i fatti di Trieste – soprattutto politici in cerca di visibilità a basso conio – ma il problema esiste e da decenni ed è grosso. Che sia arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza sulla “tratta” dei corridori che giungono di là dal mare e non solo? O chiediamo troppo?

 

Daniele Perboni


Finalmente si son scoperchiate le tombe ... Ci scuseranno i lettori per il macabro incipit, ma ci voleva proprio, accidenti! Di cosa stiamo parlando? Del polverone sollevato dagli organizzatori di Trieste (copiati anche dai toscani di Lucca) quando hanno resa nota la decisione, discutibile sin che si vuole, di non aprire le porte della loro manifestazione agli atleti di pelle scura. Keniani in particolare. Motivo: stoppare la tratta dei corridori, sfruttati da manager che di professionale hanno ben poco e che agiscono nel solo interesse personale (di loro personalmente ...) lasciando le briciole a chi fatica e suda, ogni santa settimana, sulle strade di mezzo mondo.

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Fatti&Misfatti / "Taci tu, tanto non ti credo"

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Martedì 30 Aprile 2019

 

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"Vietato criticare, obbligatorio battere le mani. Nell’arte del lecchino dice un saggio ci sono molti esperti. Se diventano amici dei potenti allora è un guaio. Per fortuna ogni tanto prendono qualche porta in faccia e allora tacciono".

 

Oscar Eleni

Dal castello marsigliese d’If dove il conte di Montecristo preparava la sua vendetta ascoltando bene l’abate Faria. Una rocca triste dove ci sarà il raduno di tutti quelli che agitano la coda se parli bene di loro, ma diventano feroci se li critichi. Nella stessa riunione anche le mamme, gli amici increduli dei ragazzi sadici di Manduria, che non immaginavano, non pensavano, un po’ come quelle degli aguzzini nei lager, o dei parenti speriamo non troppo stretti di quelli che hanno portato fiori sulla tomba del boia di Bolzano, che hanno spaccato lapidi, hanno capito troppo tardi di aver dato da mangiare a piccoli mostri.

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I sentieri di Cimbricus / Giocate e moltiplicatevi, e' la parola d'ordine

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Martedì 30 Aprile 2019

 

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"Il rugby che non c’è più, artigliato dai profittatori, da quelli che dicono che intanto sarebbe andata a finire così, bisogna rassegnarsi. E intanto i maestri del nuovo pensiero ovale disegnano nuovi orizzonti ed offrono idee stantie".


Giorgio Cimbrico

 

Provare a seguire le vicende del rugby è come chiedere informazioni nella metropolitana di Tokyo verso le 18 alla stazione della Ginza. Non è difficile trovare persone gentili che danno l’informazione desiderata ma le parole vengono soffocate dallo scalpiccio della folla, dallo sferragliare dei treni, dagli annunci che si accavallano. Non si capisce niente. E dopo un po’ si può finire nel panico.


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Saro' greve / Siamo i primi, restiamo i migliori

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Lunedì 29 Aprile 2019


foro mussolini


Sintetica storia dell'ISEF di Roma, dei suoi allievi e soprattutto del prestigioso corpo docente. Una indicazione per chi  oggi - con una certa faciloneria non priva di supponenza - parla di Sport nella Scuola.  

Vanni Lóriga

La recente e dolorosa scomparsa di Bruno Cacchi è stata doverosamente ed ampiamente ricordata in questo sito, dedicato a coloro che hanno dato molto allo sport. Nel solco che abbiamo cominciato a tracciare per ricordare i benemeriti tecnici ci inseriamo, partendo proprio dalla memoria di Bruno e di quell’ambiente che frequentò negli anni 1952-54, cioè nell’ISEF di Roma. Intendiamo parlare dell’Istituto Superiore di Educazione Fisica e dei frequentatori, come Cacchi, del “Corso A”. il primo della sua costituzione. Vedremo che lì sono nati e si sono formati i protagonisti assoluti di un’epoca felice del nostro sport.

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I sentieri di Cimbricus / Ritorno a Stanford, nel nome della tradizione

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Lunedì 29 Aprile 2019

 

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Siamo a Stanford, California. Non è lo Stadio delle Terme, anche se ci somiglia molto. Ma solo nell'aspetto, perchè gli americani hanno - a differenza nostra - un gran rispetto per la storia e per la tradizione dello sport. Sarà forse per questo che sono i primi al mondo.

 

Giorgio Cimbrico

A Eugene sono cominciati i lavori per i Mondiali 2021 (fatalmente il delizioso Hayward Field verrà “anabolizzato”) e così il Prefontaine Classic, in calendario il 30 giugno, da Eugene, Oregon, si sposterà a Stanford, California, contea di Santa Clara, a un tiro di sasso da Palo Alto, una sessantina di chilometri a sud di San Francisco. A chi non è più giovane Stanford ridesta vecchi e piacevoli ricordi: nell’appassionata lettura di risultati riportati – al tempo – dai quotidiani sportivi o disponibili attraverso abbonamento a riviste che arrivavano sempre troppo tardi, quel nome faceva spesso capolino: una specie di tempio del salto con l’asta, da Cornelius Warmerdam (e anche prima delle ascensioni dell’Olandese Volante…) a Stacy Dragila, un buon posto per i lanciatori di peso e di disco e in un giorno lontano ormai quasi sessant’anni, un luogo di pace, di sospetti accantonati, di indimenticabile spettacolo.  

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