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Saro' greve / Berruti, 80 anni di corsa in Liberta'
Lunedì 13 Maggio 2019
"Le regole che governano lo sport restano e sono in definitiva garanzia di libertà. Tutti nella Civiltà dello Sport sono eguali quale sia il colore della pelle, la religione o la cittadinanza."
Vanni Lòriga
Questa volta più che Greve sarò Breve. Mi limito ad annunciare che domenica prossima – 19 maggio – si festeggerà a Torino l’ottantesimo compleanno di Livio Berruti. Saremo ovviamente presenti alla cerimonia che si terrà nella sede dell’ISEF Piemonte in Piazza Bernini, cioè in quella che ai miei tempi torinesi (anni Trenta) si chiamava Casa del Balilla. Lì imparai a nuotare e fui messo in guardia da un implacabile Maestro di Scherma: forse per quello, tanti anni dopo, fui chiamato ad allenare la Nazionale di Pentathlon Moderno. La predetta Casa sorge a pochi metri dal famoso Liceo Cavour, che da ragazzo frequentai così come, una dozzina di anni dopo, avrebbe fatto proprio Livio Berruti. Che conobbi come atleta nel maggio del 1956 quando vinse i 100 metri nella finale degli Studenteschi disputata al Campo Agnelli,
Fatti&Misfatti / Julio chiude un grande libro
Sabato 11 Maggio 2019
A 67 anni il filosofo Velasco si ritira dalla panchina, ma, per favore, non lasciatelo troppo tempo a meditare. Ci servirà sempre questo cavaliere che ha sfondato i muri del conformismo nazionale. Specie in questi tempi opachi.
Oscar Eleni
Per lui era così facile cambiare gli altri, ma troppo difficile cambiare se stesso. Per questo Julio Velasco, l’allenatore di pallavolo che ha plasmato una generazione di fenomeni, l’uomo che ha stravinto ovunque è andato ad insegnare, il gigante dello sport che incantava i potenti e persino quelli del calcio, lascia il suo lavoro di allenatore. Si ritira dopo l’ultima esperienza a Modena, la sua Camelot dall’85 all’89 dove vinse quattro scudetti di fila, perché a 67 anni si deve essere convinto che una vera educazione, anche sportiva, non può essere inculcata a forza dal di fuori perché in questa era di telefonini sempre accesi era diventato troppo difficile andare a cercare certi tesori nascosti nel super io dei giocatori.
I sentieri di Cimbricus / Iddio strabenedica gli Inglesi
Venerdì 10 Maggio 2019
Elogio del calcio British al tempo della Brexit. En-plein nelle finali delle Coppe con quattro allenatori giunti dal Continente. Quasi una contraddizione. Ma anche riprova di un calcio ricco, di una ordinata Babele, di un mondo organizzato. Una nuova frontiera. Che altro?
Giorgio Cimbrico
Quattro su quattro, mai capitato. Il contrario della Brexit, il ritorno al tempo della Guerra dei Cent’Anni, con le truppe inglesi nel cuore del continente, al di là della Manica. I primi versi dell’Enrico V sono i più eloquenti, i più adatti: “Ci vorrebbe una musa di fuoco per narrare quel che tenteremo di farvi rivivere su questi poveri tavolacci”. La vertiginosa bellezza del calcio giocato senza paura, i rovesciamenti di fronte e di risultato, i pronostici che colano a picco in una gran procella, l’imprevedibilità che diventa il mezzo più sbrigativo e affascinante per raggiungere la dimensione, non solo letteraria, del meraviglioso. Mai stato un fanatico del gioco con la palla rotonda ma dopo queste dosi assunte nelle ultime settimane comincio a pensare che il mio amato rugby, così cambiato ma ancora tolemaico, non possa reggere il confronto quanto a galoppo imposto al cuore, quanto a scioglimenti imprevisti, violenti.
Fatti&Misfatti / Addio al principe di via Giusti
Mercoledì 8 Maggio 2019
Oscar Eleni
In morte di Arnaldo Taurisano: “Geniale, mai comodo, spaccamaroni su troppe cose, era il suo pregio e difetto, primo in tutto, ma quando stavi con lui e Germana sembrava davvero che la vita ti avesse sorriso: imparavi”.
Fra le cave di marmo che davano tormento ed estasi a Michelangelo. Negli occhi una notte di calcio come non la vivevamo da tempo, una serata di sport che finiva con il canto della curva Liverpool ad Anfield dove nessuno osava schernire i battuti del Barcellona di super Messi. Nel cuore la tristezza per aver perduto Arnaldo Taurisano che era un vero maestro di sport, di basket, di vita. Non siamo mai andati a funghi con lui, quando era in gara si sentiva il migliore in tutto, quindi tutti i porcini erano suoi, ma siamo cresciuti seguendo i suoi allenamenti al Pavoniano rubando le caramelle a Germana, la sua compagna in tante battaglie. Fratel Brambilla non ci impediva di passare il tempo sfidando i suoi campioni ed era bello anche perdere tante coca cole contro il trio Recalcati, Zambano, Pandolfi. Un mondo.
Italian Graffiti / Giochi 2026: e se ce ne facessimo una ragione?
Mercoledì 8 Maggio 2019
Inattese congiunture stanno squassando dalle fondamenta l'assetto economico e politico del Paese, atteso tra qualche settimana alle elezioni europee che potrebbero fungere da detonatore per la stabilità del Governo. In questo scenario l'accoppiata Milano-Cortina si prepara a sostenere l'esame di Losanna. Come finirà?
Gianfranco Colasante
Fatemi capire. Leggo oggi sul Corriere della Sera che - dopo la presentazione alle federazioni internazionali del dossier Milano-Cortina per i Giochi Invernali 2026 - l'altra candidata, Stoccolma-Are, dovrebbe "dormire preoccupata". Ne prendo atto, ma malgrado l'autorevolezza della fonte, mi permetto di dubitare. Per tanti motivi, ma soprattutto per quanto lo stesso Corriere, non più di un mese fa, aveva sintetizzato in una tabella che elaborando dati Ocse mostrava la distanza siderale che in soldoni esiste tra l'Italia e la Svezia, il solo parametro che la gente avverte sulla propria pelle. Altro che sogni o annunci di guadagni folli e promesse di migliaia e migliaia di posti di lavoro. Nel loro piccolo, qualche dubbio se lo sono fatto venire anche gli albergatori del Veneto che non intendono mollare i loro posti-letto. Questo è per ora il quadro.
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