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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

Fatti&Misfatti / Le notti che portano consiglio

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Giovedì 16 Maggio 2019

 

basket-cesto 


“Ma i cagnoni non ci stanno. Ringhiano e ti danno la colpa se guardi con ammirazione chi ha fatto molto più di quello che ci si poteva aspettare. Succede, nello sport. Se hai fortuna, ma anche se lavori bene.”

Oscar Eleni

Dalla montagnetta milanese di San Siro, solito eremo per i play off del basket, immobile, triste, guardando verso lo stadio Meazza che forse soltanto l’assegnazione delle Olimpiadi potrà salvare dall’abbattimento. Non è stato così per l’ippodromo del trotto dove una volta ci mandarono ad intervistare Varenne sapendo che non avevamo il talento e la genialità del Gigi Gianoli che una volta intervistò davvero Ribot, galoppatore del sogno come il trottatore che adesso ha più di cento figli tutti da guardare anche a casa belli rovinati come diceva l’amico geniale Beppe Viola quando usciva male dal San Siro galoppo.

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I sentieri di Cimbricus / Decadenza e rinascita del “killer event”

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Mercoledì 15 Maggio 2019

 

samba 2 


Questa era una volta l’etichetta dei 400 metri con ostacoli, la più internazionale delle gare che, dopo anni di appannamento, sta per vivere la stagione del riscatto. A cominciare dalla DL di Shanghai.


Giorgio Cimbrico


Nobiltà, decadenza e rinascita dei 400 ostacoli che stanno per vivere – sabato a Shanghai – un primo vertice tra chi, da non molto tempo, si è impadronito del secondo e del terzo posto nella lista di tutti i tempi: Abderhamman Samba e Rai Benjamin, entrambi dalle singolari provenienze. Samba, qatarino per bandiera, è mauritano di nascita e saudita per crescita, sudafricano per sviluppo tecnico; Benjamin, da qualche mese statunitense, è originario di Antigua e Barbuda. In realtà il “quarto” con barriere non è nuovo a offrire campioni provenienti da angoli del mondo nuovi, disparati, eccentrici.

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Piste&Pedane / Dal Giappone come meglio non si poteva

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Mercoledì 15 Maggio 2019

 

yokohama14

 

Antipasto dolce della stagione mondiale: le staffette azzurre a Yokohama hanno fatto il pieno - 5 su 5 hanno staccato il biglietto per Doha - all'insegna del vero mantra di La Torre: "Il lavoro paga". Sempre. Godiamoci il momento.

 

Daniele Perboni

 

Di ritorno dal tour che ha toccato Israele e Giordania ci rituffiamo nel tran tran quotidiano con le buone notizie che giungono dall’Estremo Oriente. Le World Relays giapponesi hanno messo in evidenza la momentanea efficacia internazionale del nostro movimento. Almeno per quanto riguarda le staffette. E il traguardo dei “cinque centri su cinque” non era affatto scontato. Proprio come ha sottolineato, con il suo consueto pragmatismo, il Direttore Tecnico Antonio La Torre. Ciliegina sulla torta il bronzo della staffetta del miglio donne (Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Giancarla Trevisan e Raphaela Lukudo) con il decimo crono all-time italiano (3’27”74), alle spalle della Polonia (3’27”49) e degli Stati Uniti (3’27”65). (Foto Colombo/Fidal). E che dire del secondo crono (38”29), sempre all-time, della 4x100 targata Fausto Desalu, Marcell Jacobs, Davide Manenti e Filippo Tortu?

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Terza Pagina / RLQ: addio all'ultimo dei Maestri

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Martedì 14 Maggio 2019

 

rlq 2

 

(gfc) Ho conosciuto Roberto sulle pagine scritte a macchina e mimeografate di Track&Field News sulle quali teneva un gustoso European Report, una sintesi mensile sull'atletica europea. Correva l'anno 1956, quello dei Giochi di Melbourne. Di persona l'ho incontrato qualche tempo più tardi, quando mi fece accogliere nel ristretto novero dell'ATFS, quinto italiano dopo lui, che l'aveva fondata, Bruno Bonomelli, Luigi Mengoni e Salvatore Massara. Conservo ancora le lettere con le quale rispondeva alle mie petulanti richieste (non so se oggi i giovani conoscono il valore delle lettere e il piacere della loro attesa). Mi sono sempre considerato suo amico, ammesso alla sua ristretta cerchia, ma sempre con una certa dose di rispetto e di ammirazione. Come dovuto ad un Maestro.

Tra i miei ricordi conservo il piacere che mi procurò scoprire con lui nel 1966 angoli sconosciuti di Firenze, o in qualche parte del mondo, quando nel 1971 ad Helsinki volle tornare a vedere la casa che l'aveva ospitato durante i Giochi del 1952, o a Tokyo nel 1991 quando lo accompagnai a visitare l'ultimo tempio scintoista sopravvissuto alla guerra. Una pacata curiosità sempre viva e che non si appagava facilmente. Una grande perdita per tutta una generazione cresciuta e invecchiata al calore dei contatti umani e dell'amicizia.

Forse il ritratto più veritiero di RLQ lo ha tracciato Gianni Brera firmando la prefazione all'edizione italiana dell'opera più importante di Roberto, "A World History of Track & Field Athletics 1864-1964", quattro anni dopo tradotto da Longanesi in un mortificante "Atletica Mondiale". Un omaggio a questo timido "fiorentino di genio" ed al suo tempo che meriterebbe di figurare in una antologia dell'atletica. Se mai ne esistesse una.  


Giorgio Cimbrico

(articolo tratto dal sito FIDAL)


Un benedetto toscano che, al primo incontro e anche a quelli successivi, poteva apparire appartenente a quella tribù di anglo-fiorentini orgogliosi di una doppia identità. In realtà Roberto Luigi Quercetani, che se n’è andato via a 97 anni toccati da dieci giorni, era fiorentino tutto intero, ma per misura, stile, atteggiamento, umore, disponibilità, poteva appartenere a tutti i mondi possibili, a quelle sfere vaste ed ecumeniche proprie dell’atletica, che in lui diventava compiuto prodotto di storia, di letteratura, di vicende di uomini, di curiosità spesso amene, con la precisione dei numeri a spargere le spezie necessarie, mai dominanti.

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Fatti&Misfatti / Dev'esserci confusione nel villaggio ...

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Lunedì 13 Maggio 2019

 

lega-basket 


… se tutti accettano che la commissione di controllo intervenga a piedi uniti sulla classifica ad una giornata dalla fine, risultati del campo rivisti dal ragioniere. Lega slegata e Federazione gabbata.

Oscar Eleni

Fra i cervi nobili delle montagne rocciose per dimenticare le cittadelle dell’intolleranza, per sapere da questi nobili animali se anche loro hanno cambiato canale quando nei giri finali al gran premio di Barcellona della Formula Uno il regista voleva farci credere che la battaglia per il decimo posto valeva il prezzo dell’abbonamento. Un po’ come il calcio truffato che si scanna per coppe dove poi a vincere sono gli altri e non vale come difesa, per chi va a spasso con i peggiori, che il calcio della Premier ha successo, ma le squadre in finale, le migliori, sono allenate da stranieri. Per ridere cominciano come nelle barzellette: c’erano un tedesco (Liverpool), un argentino (Tottenham), un italiano, il Sarri fumante sbeffeggiato dal suo antico padrone a mani vuote e inviso persino a chi lo paga oggi (Chelsea) e uno spagnolo (Arsenal) meno bravo forse dello spagnolo Guardiola che ha vinto col City il campionato.

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