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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Julio chiude un grande libro

Sabato 11 Maggio 2019

 

velasco 2 


A 67 anni il filosofo Velasco si ritira dalla panchina, ma, per favore, non lasciatelo troppo tempo a meditare. Ci servirà sempre questo cavaliere che ha sfondato i muri del conformismo nazionale. Specie in questi tempi opachi.

Oscar Eleni

Per lui era così facile cambiare gli altri, ma troppo difficile cambiare se stesso. Per questo Julio Velasco, l’allenatore di pallavolo che ha plasmato una generazione di fenomeni, l’uomo che ha stravinto ovunque è andato ad insegnare, il gigante dello sport che incantava i potenti e persino quelli del calcio, lascia il suo lavoro di allenatore. Si ritira dopo l’ultima esperienza a Modena, la sua Camelot dall’85 all’89 dove vinse quattro scudetti di fila, perché a 67 anni si deve essere convinto che una vera educazione, anche sportiva, non può essere inculcata a forza dal di fuori perché in questa era di telefonini sempre accesi era diventato troppo difficile andare a cercare certi tesori nascosti nel super io dei giocatori.

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I sentieri di Cimbricus / Iddio strabenedica gli Inglesi

Venerdì 10 Maggio 2019

 

red devils


Elogio del calcio British al tempo della Brexit. En-plein nelle finali delle Coppe con quattro allenatori giunti dal Continente. Quasi una contraddizione. Ma anche riprova di un calcio ricco, di una ordinata Babele, di un mondo organizzato. Una nuova frontiera. Che altro?

Giorgio Cimbrico


Quattro su quattro, mai capitato. Il contrario della Brexit, il ritorno al tempo della Guerra dei Cent’Anni, con le truppe inglesi nel cuore del continente, al di là della Manica. I primi versi dell’Enrico V sono i più eloquenti, i più adatti: “Ci vorrebbe una musa di fuoco per narrare quel che tenteremo di farvi rivivere su questi poveri tavolacci”.
La vertiginosa bellezza del calcio giocato senza paura, i rovesciamenti di fronte e di risultato, i pronostici che colano a picco in una gran procella, l’imprevedibilità che diventa il mezzo più sbrigativo e affascinante per raggiungere la dimensione, non solo letteraria, del meraviglioso. Mai stato un fanatico del gioco con la palla rotonda ma dopo queste dosi assunte nelle ultime settimane comincio a pensare che il mio amato rugby, così cambiato ma ancora tolemaico, non possa reggere il confronto quanto a galoppo imposto al cuore, quanto a scioglimenti imprevisti, violenti.

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Italian Graffiti / Giochi 2026: e se ce ne facessimo una ragione?

Mercoledì 8 Maggio 2019

 

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Inattese congiunture stanno squassando dalle fondamenta l'assetto economico e politico del Paese, atteso tra qualche settimana alle elezioni europee che potrebbero fungere da detonatore per la stabilità del Governo. In questo scenario l'accoppiata Milano-Cortina si prepara a sostenere l'esame di Losanna. Come finirà?

 

Gianfranco Colasante

 

Fatemi capire. Leggo oggi sul Corriere della Sera che - dopo la presentazione alle federazioni internazionali del dossier Milano-Cortina per i Giochi Invernali 2026 - l'altra candidata, Stoccolma-Are, dovrebbe "dormire preoccupata". Ne prendo atto, ma malgrado l'autorevolezza della fonte, mi permetto di dubitare. Per tanti motivi, ma soprattutto per quanto lo stesso Corriere, non più di un mese fa, aveva sintetizzato in una tabella che elaborando dati Ocse mostrava la distanza siderale che in soldoni esiste tra l'Italia e la Svezia, il solo parametro che la gente avverte sulla propria pelle. Altro che sogni o annunci di guadagni folli e promesse di migliaia e migliaia di posti di lavoro. Nel loro piccolo, qualche dubbio se lo sono fatto venire anche gli albergatori del Veneto che non intendono mollare i loro posti-letto. Questo è per ora il quadro.


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Fatti&Misfatti / Addio al principe di via Giusti

Mercoledì 8 Maggio 2019

 

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Oscar Eleni

In morte di Arnaldo Taurisano: “Geniale, mai comodo, spaccamaroni su troppe cose, era il suo pregio e difetto, primo in tutto, ma quando stavi con lui e Germana sembrava davvero che la vita ti avesse sorriso: imparavi”.

Fra le cave di marmo che davano tormento ed estasi a Michelangelo. Negli occhi una notte di calcio come non la vivevamo da tempo, una serata di sport che finiva con il canto della curva Liverpool ad Anfield dove nessuno osava schernire i battuti del Barcellona di super Messi. Nel cuore la tristezza per aver perduto Arnaldo Taurisano che era un vero maestro di sport, di basket, di vita. Non siamo mai andati a funghi con lui, quando era in gara si sentiva il migliore in tutto, quindi tutti i porcini erano suoi, ma siamo cresciuti seguendo i suoi allenamenti al Pavoniano rubando le caramelle a Germana, la sua compagna in tante battaglie. Fratel Brambilla non ci impediva di passare il tempo sfidando i suoi campioni ed era bello anche perdere tante coca cole contro il trio Recalcati, Zambano, Pandolfi. Un mondo.

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I sentieri di Cimbricus / Un imperatore da incoronare (forse)

Mercoledì 8 Maggio 2019

 

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Kipchode e la pazza idea di bucare il muro delle due ore nella Maratona: “È l’ultimo traguardo dell’atletica e voglio lasciarlo come un’eredità. Lo faccio per la storia”. Ma quanto a motivazioni c’è chi ha qualche dubbio.

Giorgio Cimbrico

Eliud Kipchoge è così famoso (e così ricco) da considerare una maratona mondiale che parte a mezzanotte una faccenda da “cenerentoli”: lui ha altri programmi ed è andato ad annunciarli sulla pista che 65 anni fa ospitò la discesa di Roger Bannister sotto la barriera dei 4’ nel miglio, l’ultima impresa imperiale: la penultima, un anno prima, era stata la conquista dell’Everest ad opera di Edmund Hillary e di Tenzing Norgay. Jan Morris, al tempo uomo e inviato del Times, firmò uno scoop, di quelli doc. Eliud rinuncia a Doha e rinuncia anche a Berlino, dove il 16 settembre dell’anno scorso ha chiuso i 42 km in 2h01’39”, 1’18” sotto il record, anch’esso berlinese, di Dennis Kimetto, per inseguire la brama di diventare l’uomo sotto le due ore.

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