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Duribanchi / Al gran ballo delle ipocrisie
Venerdì 4 Ottobre 2019
“Potreste dire: ma che c'azzecca con lo sport olimpico sta roba che hai scritto? Glisso sull'olimpico. Ma quanto allo sport, quella che ho descritto è la più antica e feroce disciplina del mondo: lo spargimento dell'ipocrisia”.
Andrea Bosco
Il marinaio è sbarcato e si è avviato verso la montagna più alta dell'isola. Prima di incamminarsi mi ha dato le chiavi di un forziere inabissato a dieci metri di profondità dentro ad una grotta. E mi ha detto: “Resterò sulla montagna fino a quando la grande pioggia non pulirà la sporcizia. È già successo. Dentro al forziere c'è la conoscenza. Serve non disperderla. Anche questo è già accaduto”. Ho timore a recuperarlo, quel forziere. Qualunque cosa contenga ignoro se il marinaio abbia stivato al suo interno anche l'antidoto all'ipocrisia: virus letale. Gide sosteneva che “l'arte ha avuto il massimo splendore nelle epoche più ipocrite”. Oggi sarebbe sorpreso: dalla non-arte e dal dilagare dell'ipocrisia.
Piste&Pedane / La sfida sul giro premia l'irruenza
Giovedì 3 Ottobre 2019 (Notte)
In una giornata monopolizzate dalle strane sentenze del VAR e dalle prove multiple, forse la gara più eccitante dei Mondiali: il grande duello tra la giovanissima Naser e la più esperta Miller-Uibo.
Carlo Santi
DOHA (VII G.) – Il botto di Salwa Eid Naser con un giro da sballo. La giovanissima campionessa del Bahrain, ventuno anni appena, ha compiuto un capolavoro: il suo 48”14 è il terzo tempo di sempre al mondo. Naser si è trascinata dietro Shaunae Miller-Uibo scesa a 48”37, primato personale anche per lei e quinto risultato all time, con la giamaicana Shericka Jackson a 49”47. Una corsa pazzesca, con la vincitrice che è passata da un primato di 49”08 dello scorso anno a questo risultato monstre. Ha corso controllando le avversarie dal centro della pista (era in quinta corsia) e quando è uscita sul rettilineo ha sprigionato un’energia incredibile, seguita solo dalla Miller-Uibo, l’unica delle finaliste con un primato sub-49” e nota che il finale ai Giochi di Rio da lei vinti in tuffo su Allison Felix. (foto Iaaf.org).
Piste&Pedane / Doha: un azzurro alquanto pallido
Giovedì 3 Ottobre 2019DOHA (VII G.) – Superata la boa di metà Mondiali, l’Italia fa già qualche conto. Il bilancio è in rosso, con troppi atleti che hanno “bucato” l’avvenimento realizzando prestazioni assai modeste, non in linea con quanto ottenuto, almeno una volta, nella stagione. Consoliamoci adesso non solo con Eleonora Giorgi, Tortu e Stecchi: c’è anche Davide Re che ha mostrato di essere un campione finendo al nono posto, escluso dalla finale dei 400 metri per soli 8 centesimi con un risultato di 44”85, seconda performance di sempre per lui e per un azzurro dopo il suo primato nazionale di 44”77. (foto G.Colombo/Fidal).
I sentieri di Cimbricus / L'azzardo del pronostico (piu' alto)
Giovedì 3 Ottobre 2019
Minestra nel deserto: proviamo a metterci un po' di sale e avventuriamoci nel gioco del momento: stilare la classifica prossima ventura del salto in alto piu' che una scommessa pare un azzardo. E allora azzardiamo, ...
Giorgio Cimbrico
Pensando che io sia un esperto, un amico mi ha chiesto il “cavallo buono” suggerendo se lo autorizzassi a scommettere a occhi chiusi su Mutaz Essa Barshim. Gli ho risposto che pur non avendo mai buttato i miei denari in azzardo (anche il Totocalcio quando costava 300 lire), se oggi dovessi rischiare qualcosa non saprei da dove cominciare. I Mondiali stanno riservando sorprese (ieri, l’improvviso spegnersi di Michael Norman) ma che il salto in alto sia enigmatico, degno di un intervento della Sfinge o della Pizia, lo avevamo capito da tempo.
Piste&Pedane / Personaggi: Pawel, il figlio della liberta'
Giovedì 3 Ottobre 2019
La storia del re polacco del martello - a Doha salito al quarto titolo mondiale - che a Tokyo dovrà tentare di sfatare la tendenza a "bucare" proprio le gare olimpiche. Come nel 2012 e nel 2016.
Daniele Perboni
Ti piace vincere facile? Recita una pubblicità. Probabilmente le teste pensanti che l’hanno ideata si sono ispirati al gigante con gli occhiali, il quattro volte campione mondiale del martello Pawel Fajdek. Trent’anni, 125 chili piantati su un metro e ottantacinque. Due gambe come tronchi che in pedana girano velocissime e dopo le classiche rotazioni “sparano” l’attrezzo di sette chili a oltre 80 metri, con una velocità di uscita abbondantemente superiore ai 100 chilometri orari. È con questa tecnica che il polacco nella finale di Doha si è messo in saccoccia l’ennesimo trionfo iridato con un lancio a 80.50. Unico finalista a oltrepassare la soglia degli 80. (foto iaaf.org).
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