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Piste&Pedane / Personaggi: il sottile Steven che ha battuto l'uragano
Sabato 5 Ottobre 2019
Più forte della natura. Il ragazzo itinerante arrivato dalle piccole isole Abaco, nelle Bahamas, ha dominato con facilità il “giro” mondiale di Doha, ma il suo vero obiettivo resta la rivincita olimpica di Tokyo.
Daniele Perboni
Settembre 2019. L’uragano “Dorian”, con venti sino a 295 chilometri orari, investe le Bahamas, uno stato insulare corallino formato da oltre 700 isole, a nord di Cuba. Sette miliardi di dollari di danni, 50 morti accertati, migliaia di dispersi e centinaia di migliaia di case distrutte. Davanti a questo tragico scenario chi avrebbe scommesso sulla presenza della squadra bahamense a Doha? Forse nessuno. Tranne i suoi dirigenti che, hanno dichiarato «Non inviare gli atleti ai Mondiali non è mai stata un’opzione». E così è stato.
I sentieri di Cimbricus / ANA, l'acronimo della mistificazione
Venerdì 4 Ottobre 2019 (Notte)
Atleti senza patria, senza bandiera e senza inno. Solo un acronimo, tanto freddo quanto ipocrita. Forse, come Sean Connery in "Casa Russia", siamo un po' tutti innamorati di quell'affascinante territorio disteso tra Europa e Asia.
Giorgio Cimbrico
Autorizzati a gareggiare, non a comparire. Ipocrisia dell’ipocrisia, quello che è stato raccolto dagli ANA non figura nel medagliere. Sono impestati? Sono lebbrosi? Ma nonsono stati quelli che comandano ad ammetterli? Sono degli innocenti in una rodina (patria) piena di reprobi, di colpevoli, di complici, di mimetizzatori, di distruttori di prove. E allora, se sono puliti perché non sono una squadra, perché pur senza bandiera e senza inno, i loro successi non figurano? Quando uno si divertirà a fare i conti delle medaglie e dei punti conquistati dai primi otto, si accorgerà che i conti non tornano.
Piste&Pedane / Serata di gala per l'atletica mondiale
Venerdì 4 Ottobre 2019 (Notte)
Chi temeva per i riscontri tecnici per le gare iridate in Qatar, può rasserenarsi. La rassegna ha offerto risultati di pregio a raffica. Compresi alcuni sprazzi di azzurro, staffette veloci e un redivivo “Gimbo”. Notte amara invece per Massimo Stano.
Carlo Santi
DOHA (VIII G.) – Notte mundial allo stadio Khalifa finalmente degno dell’evento per pubblico e atmosfera. Tutti pazzi per il ragazzo di casa, Mutaz Essa Barshim, fenomenale protagonista della finale del salto in alto. Barshim, che ha passato gli ultimi mesi a curarsi dall’infortunio patito a luglio 2018, un guaio serio alla caviglia come quello del nostro Tamberi, si è arrampicato fino a 2.37, la misura che i russi Arkimenko (secondo con 2.35) e Ivanyuk (terzo anche lui con 2.35) hanno fallito. Gimbo, invece, non è andato oltre 2.27, quota che lo lascia in ottava posizione. Il campione di casa nostra, in pedana con la sola guancia destra rasata, dopo il primo tentativo, fallito, a 2.30, ha chiesto i 2.33 fallendo le due prove a disposizione.
Fatti&Misfatti / Tormenti senza estasi
Venerdì 4 Ottobre 2019
“Presto per i processi, non per allarmarsi. Vero che chi ride bene ride per ultimo, ma al momento siamo davvero perplessi. Sugli uomini scelti, per come giocano, non soltanto in attacco.”
Oscar Eleni
Dai labirinti verdi di Poconos, in Pennsylvania, pensando alla festa delle streghe dove crede, teme, di essere invitato speciale. Il genio pontificatori, che utilizza la voce come arma per intontire la gente, ci lascia fuori dal reticolato dove l’illusione di aver ritrovato un’atletica italiana di alto livello sta svanendo nel caldo del Qatar che ridurrà la squadra olimpica rispetto ai 65 portati nel laboratorio più caldo. Purtroppo ai Mondiali, soprattutto quelli soffocanti di Doha, dove tutto fa spettacolo e la mistica della vera atletica presa a calci, hanno chiuso l’aeroporto quando sono stati informati che stava arrivando un tale, verde, giallo, scuro, boh, con il cartello per le campagne elettorali: prima gli italiani. Non al Mondiale hanno detto Coe e gli emiri.
I sentieri di Cimbricus / Il fiero dibattito sul sesso degli angeli
Venerdì 4 Ottobre 2019
Ambiente, pubblico, programma gara, forzature del regolamento. Ma anche altri problemi: si è andati più in là nell’interpretazione irrompendo in quello che un tempo avremmo definito bizantinismo o discussione sul sesso degli angeli.
Giorgio Cimbrico
Il tempo meno vecchio tra i primi dieci aveva 23 anni, 48"25 di Marie José Perec, in occasione della doppietta 200-400 della francese ad Atlanta. E ora arriva Salwa Eid Naser che di anni ne ha 21 e una volta correva vestita da capo a piedi e ora no, come tutte le altre, e con i tatuaggi e con i piercing e ha gli occhi sgranati perché nella vittoria credeva ma 48"14 non era previsto, terza dopo l’accoppiata K&K, Koch 47"60 e Kratochvilova 47"99. Altri tempi. Quando dopo 370 metri Salwa ha smarrito la bellezza assoluta della sua corsa rotonda sostenuta da piedini al fulicotone, Shaunae Miller ha provato ad avvicinare la bahrainiana con mamma nigeriana. Era troppo tardi ma è servito a trasformare la mannequin bahamense nella sesta della storia, 48"37.
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