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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Giunti a meta' della ballata, ...

Mercoledì 2 Ottobre 2019

 

gimbo 2

 

Ho capito che il vento stava cambiando quando quelli della tv, sempre loro, hanno inventato il bip, dolcemente minacciato da Bragagna all’ennesimo “tirar fuori le palle” di Gimbo.

 

Giorgio Cimbrico


Giunti a metà, mi accorgo con lo sgomento dell’imbecille (io) che alla RAI interessano soltanto gli italiani: la scritta “telecamera esclusiva RAI” è diventata un tormento . C’è persino una rubrica che ai vecchi tempi avrebbero intitolato “Ciao Mama”. Che un azzurro o un’azzurra vada bene o vada male, può parlare per esprimere disappunto, sorpresa, soddisfazione, speranza, salutare a casa parenti, amici, allenatori, generali, colonnelli.
La RAI è così stereotipata, conformista, codina che non capisce di avere a disposizione un cavallo di razza, un purosangue.

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Piste&Pedane / Personaggi: la giavellottista venuta dal Sud

Mercoledì 2 Ottobre 2019

 

barber

 

Kelsey-Lee Barber: “Sono una giavellottista. Questo è quello che faccio. Lancio i giavellotti. Sono una delle migliori al mondo. Ma voglio davvero di più, quindi tutto il giorno, ogni giorno, faccio uno sprint, alzo pesi, dedico ore alla tecnica.”

 

Daniele Perboni

Una finale sottotono quella del giavellotto donne. Altri eventi attirano l’attenzione, come il salto con l’asta con il continuo cambio al vertice fra il polacco Piotr Lysek (terzo a 5.87), lo svedese Armand Duplantis (secondo a 5.97) e lo statunitense Sam Kendrick, primo con identica misura ma con il 5.92 passato al primo tentativo. Poi qualcosa ha attirato l’attenzione. Una muscolosa bionda vestita di giallo spedisce il suo giavellotto, all’ultimo tentativo utile, a 66.56, lasciando di sale il resto della compagnia. (foto iaaf.org).

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Piste&Pedane / Gli americani si prendono la scena

Martedì 1 Ottobre 2019 (Notte)

 

asta-doha 2

 

Nella quinta giornata mondiale, stelle a strisce sugli scudi (Lyles, Kendricks e Brazier),ma anche buone cose dagli azzurri: con Claudio Stecchi ottavo nell'asta e Gimbo Tamberi in finale nell'alto. 

 

Carlo Santi

DOHA (V G.) – Adesso che non c’è più Usain Bolt, lo sprint è tornato nelle mani degli Stati Uniti. Dopo il trionfo della coppia Coleman-Gatlin nei 100 metri, arriva un altro lampo a stelle e strisce. Nei 200 metri Noah Lyles non ha lasciato spazio a nessuno: potente e determinato, questo giovanotto di Gainesville, Florida, 22 anni e un primato di 19”50 (quarto di sempre al mondo) e che da un paio di stagioni ha monopolizzato la distanza, ha fatto il vuoto: 19”83 per vincere staccando il canadese Andre De Grasse di 12 centesimi con l’ecuadoregno Alex Quiñónez terzo (19”98). Il turco Ramil Guliyev, campione in carica (e primo lo scorso anno agli Europei) con il successo londinese nel 2017 davanti al sudafricano Van Niekerk, è naufragato: solo quinto con 20”07 scavalcato dal britannico Gemili (20”03).

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Piste&Pedane / Personaggi: quella che non ti aspetti

Martedì 1 Ottobre 2019

 

800-d 


Tra i personaggi meno noti emersi a Doha figura la minuta ugandese Nakaayi. Grazie all’assenza, forzata o meno, di chi ha finora dominato la distanza (Semenya e le sue compagne) si è imposta a sorpresa sugli 800.

Daniele Perboni

Quarto appuntamento giornaliero. Per stemperare la tensione e, soprattutto, neutralizzare la bile che monta, monta, monta (ormai l’avete compreso tutti: non riusciamo a ingoiare il boccone amaro della mancata trasferta), decidiamo per una sgambata. Tutto ciò per introdurre il pomeriggio atletico. Sei le finali programmate: alto, 800, 3000 siepi donne e disco, 5000, 400 ostacoli uomini. Peripezie varie impediscono si assistere serenamente alla trasmissione completa in TV. Alla fine puntiamo gli occhi sui 5000 dove i tre fratelli Ingebrigtsen (Jakob, Henrik e Filip) si oppongono alla solita marea nera. Puntiamo sul più giovane dei norvegesi, Jakob. Tutto sbagliato. Vince Edris (12’58”85) con buona pace della famiglia nordica.

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Piste&Pedane / La squalifica di Salazar e le sue ricadute

Martedì 1 Ottobre 2019

 
salazar-wiki

L’articolata sentenza dell’USADA apre scenari molto delicati per il presente, con il possibile coinvolgimento di diversi atleti di livello in gara anche a Doha. Ci si chiede: cosa accadrà ora con il team Nike?

Carlo Santi

DOHA – Due casi per l’atletica, due casi che fanno riflettere. Il primo è la squalifica per quattro anni di Alberto Salazar, campione in passato e coach dopo la carriera; il secondo riguarda la questione della femminilità che, per intenderci, ha bandito dai suoi 800 Caster Semenya, e che in questo Mondiale di Doha si sta ripresentando con un’altra atleta, Amina Seyni del Niger. Cominciamo da Salazar con una vicenda che imbarazza la Federazione Internazionale poiché il coach dell’Oregon, che lavora con atleti marcati Nike, segue ad esempio Sifan Hassan, la neo campionessa iridata dei 10 mila metri, oltre a Mo Farah, allo statunitense Galen Rop e alla tedesca Konstanze Klosterhalfen, donna in odore di medaglia nei 1500 metri.

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