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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Doha: un azzurro alquanto pallido

Giovedì 3 Ottobre 2019
 
re-doha
 
A tre giorni dalla conclusione dei Mondiali nel deserto, il bilancio italiano appare deludente: per ora un bronzo in una gara non olimpica e solo due finalisti. C'è ancora da sperare, ma le possibilità sono alquanto ridotte. E a Tokyo?  
 
Carlo Santi

DOHA (VII G.) – Superata la boa di metà Mondiali, l’Italia fa già qualche conto. Il bilancio è in rosso, con troppi atleti che hanno “bucato” l’avvenimento realizzando prestazioni assai modeste, non in linea con quanto ottenuto, almeno una volta, nella stagione. Consoliamoci adesso non solo con Eleonora Giorgi, Tortu e Stecchi: c’è anche Davide Re che ha mostrato di essere un campione finendo al nono posto, escluso dalla finale dei 400 metri per soli 8 centesimi con un risultato di 44”85, seconda performance di sempre per lui e per un azzurro dopo il suo primato nazionale di 44”77. (foto G.Colombo/Fidal).

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I sentieri di Cimbricus / L'azzardo del pronostico (piu' alto)

Giovedì 3 Ottobre 2019

 

wang

 

Minestra nel deserto: proviamo a metterci un po' di sale e avventuriamoci nel gioco del momento: stilare la classifica prossima ventura del salto in alto piu' che una scommessa pare un azzardo. E allora azzardiamo, ...

 

Giorgio Cimbrico

Pensando che io sia un esperto, un amico mi ha chiesto il “cavallo buono” suggerendo se lo autorizzassi a scommettere a occhi chiusi su Mutaz Essa Barshim. Gli ho risposto che pur non avendo mai buttato i miei denari in azzardo (anche il Totocalcio quando costava 300 lire), se oggi dovessi rischiare qualcosa non saprei da dove cominciare. I Mondiali stanno riservando sorprese (ieri, l’improvviso spegnersi di Michael Norman) ma che il salto in alto sia enigmatico, degno di un intervento della Sfinge o della Pizia, lo avevamo capito da tempo.

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Piste&Pedane / Personaggi: Pawel, il figlio della liberta'

Giovedì 3 Ottobre 2019

 

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La storia del re polacco del martello - a Doha salito al quarto titolo mondiale - che a Tokyo dovrà tentare di sfatare la tendenza a "bucare" proprio le gare olimpiche. Come nel 2012 e nel 2016.

 

Daniele Perboni

Ti piace vincere facile? Recita una pubblicità. Probabilmente le teste pensanti che l’hanno ideata si sono ispirati al gigante con gli occhiali, il quattro volte campione mondiale del martello Pawel Fajdek. Trent’anni, 125 chili piantati su un metro e ottantacinque. Due gambe come tronchi che in pedana girano velocissime e dopo le classiche rotazioni “sparano” l’attrezzo di sette chili a oltre 80 metri, con una velocità di uscita abbondantemente superiore ai 100 chilometri orari. È con questa tecnica che il polacco nella finale di Doha si è messo in saccoccia l’ennesimo trionfo iridato con un lancio a 80.50. Unico finalista a oltrepassare la soglia degli 80. (foto iaaf.org).

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Piste&Pedane / Un re senza corona, ma di gran valore

Mercoledì 2 Ottobre 2019 (Notte)

 

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Nella giornata (la sesta) che celebra Dina Asher-Smith – 21”88 sui 200 dopo il 10”83 sui 100 – poca sostanza per gli azzurri: si salva solo il coraggioso Davide Re che fa il “vero” record nazionale (44”85), ma resta fuori dalla finale.

Carlo Santi

DOHA (VI G.) – Un giro di pista stregato per Davide Re nella sera del lampo britannico di Dina Asher-Smith. La ventitreene che arriva da Orpington, nel Kent, dove ha frequentato la scuola femminile di Newstead Wood laureandosi in storia, si è presa l’oro dei 200 metri correndo in 21”88 succedendo all’olandese Dafne Schippers, prima nelle ultime due edizioni del Mondiale. Dina, argento nei 100 metri con 10”83 tre giorni fa, ha sbaragliato il campo: la statunitense Brittany Brown le è arrivata staccata di 34 centesimi (22”22) e la svizzera Mujings Kambundji a 63 (22”51). (foto Iaaf.org).

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Piste&Pedane / L'atletica e' sport universale, ma deve restarlo

Mercoledì 2 Ottobre 2019

 

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Carlo Santi

“Nel futuro prossimo dovrà raggiungere ogni angolo del pianeta, ma anche abituarsi alle strade e alle piazze, a vivere tra la gente. E, soprattutto, con un maggior coinvolgimento dei giovani. Quanto al doping, … responsabilità e regole ferree”.

DOHA – «L’atletica è sport universale e deve abituarsi a girare tutto il mondo, spaziare in ogni area». Parole di Lord Sebastian Coe, il capo dell’atletica mondiale che alla vigilia di questo Mondiale è stato rieletto all’unanimità per i prossimi quattro anni. Ha tagliato corto così, il presidente della IAAF, anche per mettere fine alle polemiche sulla scelta di Doha per questo Mondiale, scelta avvenuta quando lui era vice presidente della federazione mondiale. Caldo e umidità, condizioni non proprio ideali soprattutto per le gare della strada - all’interno dello stadio nessun problema grazie al condizionatore - non saranno un caso isolato. «A Tokyo, il prossimo anno alle Olimpiadi – ha osservato Coe – il clima sarà lo stesso che abbiamo qui». Per chi c’era non si deve dimenticare che nel ’97 ad Atene, ma anche due anni dopo, a Siviglia la temperatura non era da meno. (nella foto di Franco Fava, Lord Coe oggi a Doha con i giornalisti italiani).

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